11.10.2019- Non devo aver paura d'amare

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Quando quel giorno tornai a casa, non mangiai neanche che mi rinchiusi nella mia stanza. Presi la lettera tra le mani e la adagiai sulla scrivania. Durante tutte le sei ore di lezione fremetti dalla voglia di leggerla mentre in quell'istante, rimandai il più possibile, infatti passai minuti interi ad osservare quel pezzo di carta. Ad un certo punto però decisi di aprirla.
"Ehi E. sono qui a scriverti una lettera perché so che se solo cercassi di avvicinarmi a te, scapperesti. Non sono sicura su cosa scrivere tra queste righe e non so neanche se questa lettera alla fine arriverà tra le tue mani. Se pensi che quella volta in biblioteca sia stata la prima in cui i miei occhi si sono posati su di te, sbagli. È stata semplicemente la volta in cui te ne sei accorta. La tua semplicità e il tuo startene sempre un po' in disparte non ti hanno reso invisibile ai miei occhi. Più volte avrei voluto avvicinarmi a te per conoscerti meglio ma non l'ho mai fatto. In autobus sono stata così impacciata che non mi sono neanche presentata, la tua vicinanza aveva offuscato tutte le mie intenzioni. È stato uno stupido progetto scolastico a portarmi da te. Non dimenticherò mai l'attimo in cui poggiasti la tua mano sulla mia, sentii una leggerezza innata avvolgermi come in una bolla. Purtroppo pochi secondi dopo scappasti via da me. Non dimenticherò neanche l'occhiata che ci scambiammo la sera della festa. Per un momento, che non volevo finisse, centinaia di corpi scomparvero e tra quelle quattro mura restammo soltanto tu ed io. Ti feci un cenno di saluto nella speranza di vedere un sorriso sul tuo viso. Ma così non fu infatti scappasti via da me. Non dimenticherò mai il momento in cui, sotto tutti quei petali bianchi, le mie labbra riuscirono ad accarezzare le tue. Il cuore mi stava per scoppiare nel petto, per tutte le emozioni che stavo provando. Sentire la tua dolce bocca lambire la mia senza che tu ti allontanassi provocò in me, brividi e pelle d'oca. Quando le nostre labbra si staccarono, notai i tuoi occhi lucidi e poco dopo mi sussurrasti un 'mi dispiace'. Anche quella volta scappasti via da me. Restai un'ora stesa su quella coperta, a pensare al 'mi dispiace', al tono di voce con cui lo dicesti e ai tuoi occhi nel mentre. Riuscii ad arrivare ad una conclusione e sai qual è? Tu non sei mai scappata via da me, ma dai sentimenti che hai capito di provare per me. Non sei in grado di accettare che io ti piaccia, che a piacerti sia una ragazza e non un ragazzo. Sono sicura che ti starai facendo mille paranoie: Perché proprio a me? Perché una ragazza? Cosa penseranno tutti? E i miei genitori? Sei spaventata solo perché la persona che ti piace, può non piacere alla società e agli altri. Sei spaventata perché non vuoi che le persone in qualche modo ti etichettino, differenziandoti da tutti gli altri. Ti capisco perché quando ho scoperto che mi piacessero le ragazze, sono stati tutti questi concetti e domande, a tormentarmi. Un giorno però mi sono detta: non devo aver paura d'amare. Ho accettato questa cosa di me e sono andata avanti con la mia vita. Non devi permettere a nessuno di importi chi amare e in che modo. Neanche a quella piccola porzione della tua mente che in questo momento ti starà opprimendo. Non c'è nulla di sbagliato o diverso in te. L'amore è amore e in nessun modo può risultare sbagliato o diverso. Tante persone lottano per farlo capire al mondo intero e spero decida di farlo anche tu. Ho solo un'ultima cosa da dirti, mi piaci davvero tanto e se riesci a fare un po' di chiarezza in te, sappi che oggi ti aspetterò dove sei stata te stessa per la prima volta.
-J"

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