Capitolo 12

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Unknown's POV

8 anni prima

Ho sempre amato l'altezza, tutti i problemi visti dall'alto sembrano più piccoli, tutto sembra dannatamente più piccolo.

Ma oggi, non so, se l'altezza mi potrà aiutare. È da quasi un anno che aspetto questo momento e che mi preparo un discorso ma ora che mi trovo in questo ascensore diretto all'ultimo piano dell'Empire State Building non sono più sicuro di niente.

Mi guardo allo specchio e quasi non riconosco il mio riflesso. I capelli che fino a poco tempo fa erano lunghi ora sono sistemati alla bene e meglio sotto il capellino degli Yankees e i soliti stracci vecchi sostituiti da un paio di jeans e una felpa.

Voglio sembrare diverso, sono un ragazzo diverso. Non sono più il bastardello del Bronx. Ora sono uno studente di Ingegneria Informatica all'Università del Colorado e voglio che anche i miei abiti trasmettano questo cambio di status.

Posso sembrare materialista? Forse

Mi interessa? No

Le automatiche dell'ascensore si aprono strappandomi dai miei pensieri insieme all'aria fresca che mi investe il viso.

Dopo aver fatto un respiro profondo esco dalla cabina e mi dirigo all'osservatorio dove sono sicuro di trovare la persona che mi sta spettando.

Alla sua vista sento le mie spalle rilassarsi e un po' di ansia abbandonare il mio corpo. Odio ammetterlo, ma avevo paura, d'altronde è passato quasi un anno dal nostro ultimo incontro e non ci siamo nemmeno salutati nel migliore dei modi.

Deve avermi sentito arrivare perché si gira nel momento esatto in cui arrivo al suo fianco.

Dio, mi è mancato.

Prima che possa parlare allungo un braccio e lo attiro a me per abbracciarlo. Le braccia attorno al suo collo, mi crogiolo nel suo calore e inspiro il suo profumo di menta e tabacco, un mix per me letale.

Devo averlo sorpreso perché solo dopo alcuni istanti ricambia l'abbraccio poggiando la testa sulla mia spalla.

Non so per quanto tempo rimaniamo così ma appena si allontana vorrei tornare tra le sue braccia: un anno di vuoto non si può colpare in pochi minuti.

<< Che hai fatto ai capelli?>> mi toglie il capellino per guardarli meglio e nonostante il suo tocco mi faccia sentire bene sono costretto ad allontanarmi.

Non posso più farmi confondere dalle sue moine, non sono più quel ragazzo bisognoso di affetto che ha conosciuto e devo farglielo capire.

<< Tagliati >> il tono deve essere più distaccato del previsto perché lo vedo sussultare << Perché mi hai voluto incontrare?>>

Alza un sopracciglio << Volevo salutarti, sono stati i ragazzi a dirmi che sei tornato. Perché non sei venuto da me?>> sembra offeso e triste ma non posso ancora scoprire le mie carte

<< Perché tu non sei venuto a salutarmi prima che partissi? >> chiedo a mia volta

Lo vedo in difficoltà e alla fine sospira lasciandosi cadere sulle panchine posizionate nel perimetro mentre la maschera di finta imperturbabilità scivola via.

Prendo posto al suo fianco. Non pensavo sarebbe stato così facile, questo però mi dà speranza.

<< Mi dispiace >> prende la parola << sarei dovuto venire in aeroporto a salutarti ma dopo la nostra lite non ci sono riuscito.>> mi guarda << e poi Vivi aveva bisogno di me>> dice colpevole

Love Maximus ( #1 Famiglia Greco)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora