Lauren's Pov
Non sono mai stata una persona mattiniera, forse per questo, dopo quasi un quarto di secolo di vita, mi ritrovo per la prima volta a guardare lo spettacolo del sole che piano piano riprende il suo posto in cielo.
Ora capisco perché le persone amano tanto l'alba: l'inizio di una nuova giornata, la sicurezza dalle tenebre e la consapevolezza di un nuovo giorno da vivere.
Il mondo sembra più bello tutto illuminato dai tenui raggi dorati e anche la giornata che mi aspetta scompare per un po' dai miei pensieri sostituita dalle dolci immagini di qualche minuto fa.
Era da tanto tempo che non mi svegliavo prima del suono della sveglia, credo dai tempi delle poppate di Sophie, quindi non capivo il motivo dei miei occhi sbarrati alle cinque e mezza del mattino. Il cielo stava iniziando a rischiararsi quindi la stanza era avvolta da una piacevole penombra che gettava delle ombre sul viso di Max ancora addormentato al mio fianco. Avevo sempre amato guardarlo dormire, accarezzare con lo sguardo il suo viso rilassato e le sue labbra leggermente dischiuse che sembravano pregare di essere baciate.
Ma prima di far danni sono sgusciata dal suo abbraccio per poi scendere in cucina dove ho avuto la brillante idea di preparare qualche dolce.
<< Merda i brownies >> impreco abbandonando il caffè che stavo sorseggiando sul davanzale della finestra per poi lanciarmi verso il forno.
- Speriamo non si siano bruciati – trattengo il respiro mentre apro lo sportello del forno per poi lasciar andare un sospiro di sollievo nel vederli perfettamente cotti. Mi affretto a toglierli e infornare la seconda teglia ricordandomi, questa volta, di impostare il timer.
Ritorno nel mio posto preferito della stanza quello che in parte mi ha portata a scegliere questa casa tra altre simili: una piccola nicchia sotto la finestra che dà sul giardino nel retro della casa. Riprendo la tazza ancora tiepida tra le mani e i miei pensieri, involontariamente, volano nuovamente alla giornata di ieri, o meglio sulle parole di Max che si ripetono nella mia mente in un loop di sofferenza continua.
- [...] Sono stato privato della possibilità di vederla nascere, vederla ridere per la prima volta, vedere i suoi primi passi o udire le sue prime parole. –
Se le parole hanno aperto dentro di me uno squarcio dovuto ai sensi di colpa, la sua espressione è stata come una pugnalata in pieno petto, per questo sono scappata come una codarda, non riuscivo a reggere il suo sguardo, era come se mi mancasse il respiro.
Poi mi ha raggiunta in camera, è stato al mio fianco ad ascoltare i miei singhiozzi, a consolarmi in silenzio come se fosse stato lui la causa delle mie lacrime: certo le parole erano le sue ma la colpa è stata solo ed esclusivamente mia.
Mia e del mio egoismo, perché è di questo che si è trattato principalmente.
La mia bambina era l'unica cosa buona e bella che mi fosse rimasta e avevo una paura matta di perderla: ricordo ancora la prima ecografia durante il ricovero in ospedale, il battito forte del suo cuore, il piccolo puntino sullo schermo e il mio cuore gonfio d'amore.
Parlare a Max di lei avrebbe significato doverla condividere, avrebbe significato dover andare in tribunale per la sua custodia perché di certo non mi illudevo di poter tornare con lui.
Chi vorrebbe stare con una persona rotta come me? La prima volta sono stata fortunata ma non mi illudevo di poterlo essere anche una seconda.
Invece eccomi qui, in casa mia, con il padre di mia figlia che dorme nel mio letto come se fossimo una famiglia felice.
Ma per quanto può durare? Lo saremo anche dopo che avrà scoperto tutta la verità sugli ultimi tre anni?
Sospiro guardando il mio riflesso sul vetro della finestra che viene coperto però dalle ampie spalle del protagonista dei miei pensieri.
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Love Maximus ( #1 Famiglia Greco)
Literatura KobiecaIn corso dal 23/03/2019 Trama non definitiva Maximus Greco (Max) lavora nell'azienda di famiglia insieme a due dei suoi tre fratelli minori e a 28 anni è uno dei più famosi stilisti nella costa occidentale degli stati uniti. Spostatosi per lavoro...