Capitolo 18

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Lauren's Pov

Sorridere: non ricordo quando ho imparato a farlo ma ricordo l'esatto momento in cui non ci sono più riuscita.

Tutti i sorrisi che sono venuti dopo quel giorno sono per la maggior parte falsi o poco sentiti: non mi lasciano dentro quel senso di pace, sono un semplice incurvarsi di labbra dovuto alle circostanze.

Non volevo sorridere davvero, perché avrei dovuto quando dentro non sentivo che vuoto? Sorridere è una prerogativa dei vivi, io mi sentivo morta.

In questo momento mi sento proprio come allora mentre rivolgo un sorriso di cortesia alla persona che si trova di fronte a me.

Una donna sulla sessantina è seduta dietro la scrivania: i suoi occhi, circondati da delle rughe di espressione, sono dolci e luminosi, sintomo di una vita felice.

La foto sulla scrivania attira la mia attenzione e un moto di tenerezza si fa largo dentro di me tanto da trasformare la mia smorfia in un piccolo sorriso sincero.

Uno di quelli che rivolgo solo a mia figlia e alla mia famiglia, segno che pur non conoscendola, questa donna potrebbe rientrare tra queste poche persone.

<< Oh loro sono i miei nipotini >> interrompe il corso dei miei pensieri confermando la mia ipotesi.

<< Sono molto belli >> dico gentile

Annuisce poi la sua espressione torna seria e professionale, senza però perdere la dolcezza dei tratti: mi squadra per un secondo, non c'è malizia nei suoi occhi, solo curiosità.

<< Posso fare qualcosa per te, cara? >> chiede alla fine

<< Vorrei vedere Max se è possibile >>

<< Ha un appuntamento? >> ora è accigliata

<< No, noi siamo venute qui perché Sophie voleva salutarlo >> piccola bugia. È vero che Sophie mi ha chiesto di lui ma è anche vero che io ho bisogno di parlarci, soprattutto dopo la sua visita di ieri.

Perché l'ho vista la sua moto fuori casa mia, ho percepito, anche le sue mani chiuse a pugno per contenere la rabbia e soprattutto ho visto come è scappato via quando Brock si è avvicinato ulteriormente a me.

E vorrei tanto sapere perché era lì, perché dopo una settimana di silenzio ha deciso di fare una scenata silenziosa.

Perché io gli sentivo i tuoi pensieri anche da lontano, percepivo la tua rabbia e il tuo dolore.

Solo che tu non puoi pensare una cosa e dirne un'altra, non puoi continuare a farmi sperare: finiremo entrambi per farci solo del male e non possiamo permettercelo.

<< Sophie? >> la segreteria sembra sempre più confusa.

<< Io >> mi sorride, solo come lei sa fare.

La sollevo e la faccio accomodare sulla scrivania << Lei >> la indico non riuscendo a trattenere una mezza risata davanti all'espressione scioccata della donna.

<< Mac? >> si guarda intorno e posso leggere un piccolo velo di delusione quando non lo vede.

<< Purtroppo oggi non è venuto in ufficio, abbiamo provato a chiamarlo più volte ma ha anche il cellulare staccato. >> scrolla le spalle << Nell'ultima settimana mi è sembrato un po' assente e distratto ma non pensavo oggi sarebbe mancato >>

Annuisco << Se lo vedo può dirgli di richiamare Lauren? >>

<< Certamente >> scrive qualcosa su un foglietto mentre io prendo mia figlia in braccio << Andiamo piccola, vedrai papà un altro giorno >>

Love Maximus ( #1 Famiglia Greco)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora