Cap. XI - LA QUERCIA DANZANTE parte 2

22 6 11
                                    

Già sulla via del ritorno, la veggente udì un prolungato fischio provenire da dietro alcuni edifici, un luogo verso cui molte persone si dirigevano con una certa fretta; incuriosita, seguì la folla fino a una piattaforma rialzata, dove si andava radunando. Un lungo serpente di metallo si avvicinò alla banchina tra violenti sbuffi e lo stridio di pistoni d'acciaio; uno spettacolo impressionate per lei che per la prima volta vedeva un "treno" così da vicino. La maestosa locomotiva dal muso affusolato, realizzata con la maestria tipica dei Druidi nella lavorazione dell'acciaio, era provvista di grandi ingranaggi bronzei che roteando all'unisono trasmettevano la spinta del motore. Seguivano altri otto vagoni, taluni per le merci, che gli addetti alla stazione si disponevano a scaricare, e altri per i passeggeri, alcuni dei quali sarebbero scesi a quella fermata. La maga s'immaginò di trovarsi a bordo di quella meraviglia e attraversare, comodamente seduta, il vasto continente, contemplando il mondo scorrerle accanto.

Seth aveva osservato dalla finestra la Sognatrice venir seguita a distanza da un componente della milizia cittadina ed era fattibile ritenere che ce ne fosse un altro ad attenderlo dabbasso. Accantonata l'idea di sbarazzarsene, si distese sul letto provando a riposare, tuttavia i risultati delle ricerche della sera precedente lo tennero desto; qualcosa nell'equazione continuava a sfuggirgli. Avrebbe fatto bene dunque a recuperare il libro al più presto e al momento la carta migliore da giocare era la ragazza, per quanto il suo scavare in vecchie memorie lo infastidisse alquanto.

<<Scusa, non immaginavo stessi dormendo>>, disse la maga rientrata rumorosamente in camera e trovatovi il necromante ancora sdraiato.

<<Ero sveglio infatti; hai comprato quanto ti serviva>>, commentò ammirandone il completo.

<<C'è qualcosa anche per te>>, rispose Alia prendendo la stoffa nera. <<Considerato il modo in cui ti fissava la guardia all'ingresso, ho pensato avresti voluto darti una sistemata. Dicevi di saper cucire... ce n'è abbastanza per vari ricambi>>.

<<Un pensiero appropriato; presto riprenderemo a viaggiare in gruppo, è bene che tu conosca i bisogni dei tuoi compagni. Anche se potranno non piacerti, sono tutti veterani da cui poter apprendere come cavartela; sforzati di andarci d'accordo>>.

Otis era indaffarato a sistemare dietro il bancone alcune botti della cantina, mettendo a frutto le ore di tranquillità prima della prossima infornata di clienti, quando la porta della locanda venne spalancata a forza da un uomo tanto alto da sfiorarne l'architrave con l'irta chioma bianca. I tratti spigolosi e i canini lievemente sporgenti erano chiari segni di una discendenza di sangue misto; il fisico muscoloso, sul punto di esplodere compresso com'era dalla cotta di maglia, non pareva risentire del peso dello scudo a goccia, legato alla schiena, in attesa di essere imbracciato con la destra. Era accompagnato da una donna snella dall'aspetto esotico; gli occhi di giada, come quelli di una pantera, le conferivano un che di selvatico e pericoloso e di certo erano stati la rovina di molti uomini. Portava una bandoliera con delle lame affilate e, attaccata alla cintura, oltre alla spada, una faretra di foggia straniera, che custodiva un arco composto, disarmato. Il loro aspetto era foriero di guai e il locandiere si chiese come avessero fatto a oltrepassare i cancelli.

<<Stiamo cercando un tipo robusto vestito di nero, con un occhio verde e uno giallo; non molto allegro. Si è visto?>>, chiese la donna.

<<È arrivato ieri>>, balbettò Otis. <<Mi ha detto che vi stava aspettando. È di sopra adesso, se volete lo faccio chiamare>>.

<<Preferiamo fargli una sorpresa>>, dichiarò il gigante. <<Ne sarà felice>>.

<<Come speri di riuscire a sorprendermi?>>, disse una voce dalle scale. <<I tuoi passi pesanti sveglierebbero un morto>>.

Ars Vitae - Volume I: &quot;Lo stregone e la veggente&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora