Cap. XXX - IL MATRIMONIO parte 1

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L'indomani, la maga trovò una sorpresa ad aspettarla sulla sedia vicina al suo letto: un raffinato abito, color verde acqua con intarsi di foglie argentee. Sfioratolo, la stoffa si rivelò soffice e delicata, una sensazione quasi dimenticata.

<<Spero ti piaccia>>, esordì Seth. <<Dovrebbe essere della tua misura>>.

<<Mi hai comprato un vestito?>>, domandò la Sognatrice diffidente.

<<Il carrozzone del sarto aveva ancora degli abiti di ottima fattura; a quanto pare in pochi qui intorno erano in grado di permetterseli>>.

<<In quale occasione ti aspetti l'indossi?>>.

<<Se ben ricordo siamo stati invitati a un matrimonio; sarebbe disdicevole presentarsi con vesti usurate>>.

<<Ritenevo avessimo fretta di ripartire>>, sottolineò la veggente. <<Cos'è che ti ha fatto cambiare idea? O meglio, come intendi servirti di me questa volta?>>.

<<Hai tutto il diritto di essere in collera per il modo in cui ti ho trattata e avevi ragione le parole da sole non bastano a rimediare. Desidero un altro giorno solo per noi due, per mostrarti ciò che provo>>.

<<Seth... a essere sincera non so cosa pensare di tutto questo>>.

<<La decisione spetta a te; capirò se deciderai di rifiutare, anche se spero non lo farai>>, disse il necromante nell'uscire.

Dopo tanto tempo la Sognatrice osservò con attenzione la propria immagine in uno specchio; appariva assai diversa da quella che ricordava riflessa nella sua camera nel Palazzo dei Savi: il viso appariva smagrito, la muscolatura molto irrobustita e la pelle un tempo liscia era ora ruvida al tatto, deturpata dai segni di piccole cicatrici biancastre. Perfino le sfumature violacee dei suoi occhi le sembravano più scure e profonde; aveva visto tante cose da che si era tolta il kaji, molte spiacevoli, eppure erano servite a farla maturare. Non era più una ragazza timorosa e inesperta, bensì una veggente guerriera: aveva affrontato e vinto diverse battaglie, scontrandosi addirittura con un Demone e una Cacciatrice di maghi. Rimirando la veste donatale, esaminò in retrospettiva il susseguirsi di tali eventi, dovendo ammettere che mai ce l'avrebbe fatta da sola. Era in debito con ciascuno dei suoi compagni di ventura e si sentì a disagio per l'affrettato giudizio formulato al loro primo incontro in quella lontana taverna. Aveva imparato a conoscerne e apprezzarne le doti, persino quelle del necromante... ciononostante, restavano dei mercenari e conclusa quell'avventura avrebbero proseguito per strade diverse, che forse, un giorno, li avrebbero portati a rincontrarsi come avversari. Un'eventualità che, per quanto amara, le rendeva quell'ultimo giorno da poter spendere per sé stessa un qualcosa a cui non rinunciare. Ristorate le membra nell'acqua tiepida si dedicò alla cura del proprio aspetto trasandato, trovando particolare difficoltà a sciogliere i nodi dei capelli per acconciarli con una ghirlanda fiorita, simbolo di rinascita e gioia. Indossò quindi il nuovo abito cingendolo alla vita con una fascia in modo che scendesse armonioso lungo il corpo contribuendo, insieme alla scollatura sulla schiena, a valorizzarne la slanciata figura.

Lo stregone l'attendeva all'ingresso della locanda con indosso un elegante vestito scuro di velluto arabescato; quando la vide, l'ammirò da capo a piedi stranamente sorpreso.

<<Ho fatto un errore a comprare quell'abito>>.

<<Perché?>>, domandò la maga incerta.

<<Finirai per rubare tutta l'attenzione alla sposa; sei stupenda>>.

<<Nemmeno tu stai tanto male>>, contraccambiò con un sorriso. <<Te l'ho mai detto che il nero ti dona?>>.

Ars Vitae - Volume I: &quot;Lo stregone e la veggente&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora