Cap. XXVII - AGGUATO NELLA FORESTA parte 1

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Chino sul pavimento, Samil stava ultimando i preparativi necessari al Contatto. "Servire una famiglia di maghi comporta obblighi e competenze più gravose rispetto a quelli di un comune maggiordomo" si ripeté.

La Magia Cerimoniale, un po' come l'Alchimia, non richiedeva da parte dell'Officiante la capacità di modulare le "vibrazioni" dei Flussi, surrogata dall'uso di particolari Focus e dalla perizia minuziosa nell'eseguire il rituale, cosa quest'ultima che l'uomo profondeva in ognuno dei suoi doveri.

Posizionato dunque al centro del pentacolo tracciato il prisma con simboli arcani che portava al collo, salmodiò le frasi imparate a memoria nella giovinezza; i suoi sforzi si rivelarono infruttuosi a causa delle onnipresenti influenze della Cicatrice e ben presto venne sopraffatto dalla stanchezza... stava diventando troppo vecchio per utilizzare quello spossante sistema di comunicazione. All'ennesimo tentativo, la stanza intorno a lui cominciò infine a mutare. Lo spartano appartamento fu sostituito dalle proiezioni sfuocate di un ambiente ben più sfarzoso: uno studio dalle pareti dorate con scaffali ricolmi di libri e un largo tavolo d'ebano dove il suo signore era accomodato. Roland poggiò le lenti sottili sul libro che stava leggendo, comprendendo dall'espressione addolorata e composta del servitore che questi era latore di notizie spiacevoli.

A molte miglia di distanza, anche un altro Kelmios era immerso nella lettura; sprofondato in una comoda poltrona, Rain esaminava il tomo "La speranza di un visionario" del druido Jan Devise: "Lo scopo della nostra tecnologia è il ripristino dell'armonia su Eterion; per quanto la tentazione di impiegarla per altri scopi sia forte, la sua diffusione, al fine di evitarne l'abuso, dovrà sempre essere vigilata e subordinata all'apprendimento delle responsabilità che comporta. Tale concetto di armonia cozza con il punto di vista di chi interpreta il nostro operato in chiave funzionale, come atto a soddisfare i bisogni degli sventurati abitanti di questo mondo in bilico, ma è una prospettiva a lungo termine quello a cui tendiamo per sostenere una vita degna di essere chiamata tale. Pertanto prima di agire va sempre valutato l'impatto del nostro operato nel corso del tempo e nel rispetto della cultura di ogni paese che apre le porte a queste idee: dobbiamo adoperarci con perseveranza e dedizione, mai con la forza o l'imposizione. È una strada frustrante e lenta, ma è anche l'unica per costruire qualcosa di duraturo nel cuore e nelle menti dei popoli. Il vero progresso sarà alimentato dalle idee, sogni e speranze della nuova generazione, quindi il nostro compito è educarla, ovvero, letteralmente, "condurla fuori" dalla triste realtà avuta in lascito, insegnandole i valori di fratellanza e uguaglianza, ponendo così fine alle divisioni tra i paesi e alle disequazioni di razze, sesso, cultura e credenze".

Il mago richiuse il voluminoso tomo con un tonfo, stanco di simili farneticazioni, ritenendo l'opera, frutto di una mente vecchia e illusa; già ai tempi in cui era stata scritta, gli anni delle Grandi Barriere, quegli ideali si erano scontrati con le scelte isolazionistiche e pragmatiche delle varie nazioni con cui i Druidi erano dovuti scendere a compromessi per portare avanti il loro impegno per l'Everann. Da allora, le cose non erano poi tanto cambiate, al di là della crescita dei commerci e dei mezzi di comunicazioni, ogni paese continuava a essere guidato da élite che ne utilizzavano il concetto di identità per unificare la plebaglia, aizzandola per il proprio tornaconto. L'unico motivo per cui sprecasse giornalmente delle ore a studiare quelle deliranti affermazioni di comunione universale era che questi scritti venivano tenuti in gran conto presso il Conclave dei Druidi di cui era ospite, avendo il proposito di intavolare una relazione diplomatica con la casata Kelmios. Questo era il compito affidatagli dal padre, una responsabilità che serviva da copertura per il suo allontanamento forzato dalla Confraternita Arcana.

La cosiddetta "Citta-Scuola", dove risiedeva, era l'emblema della noia, mai alcunché degno di nota vi accadeva e le attività poliedriche degli anfitrioni non lo interessavano né poco né punto; solo un luogo aveva risvegliato il suo interesse, situato nel settore adibito a museo: la Sala delle Armi. Lì erano conservati alcuni esemplari disattivati delle macchine da guerra realizzate dai Druidi nel corso della Bonifica delle Terre Esterne, testimonianze dell'epoca in cui erano soldati di professione e non filosofi; congegni dallo strabiliante potere distruttivo, tre in particolari lo avevano incuriosito: una servo-tuta meccanizzata per la sopravvivenza individuale in quell'ambiente ostile, un mezzo corazzato equipaggiato con cannoni rotanti a vapore e il primigenio modello di automa da battaglia. Quest'ultimo aveva una forma singolare, simile a un enorme rocchetto di metallo, munito di sezioni apribili da cui sbucavano dozzine di estensioni letali; sprovvisto di una vera e propria intelligenza era stato ideato per essere cosparso di esche prelibate e sganciato contro gruppi di Mutati in modo che attirandoli li riducesse in brandelli. Quando quelle creature compresero che era meglio evitarli, fu gioco forza iniziare a sviluppare le capacità razionali degli automi, affinché potessero individuare il nemico e combatterlo a oltranza. Sfortunatamente di quegli esemplari evoluti non vi era traccia nel Museo, poiché alla fine della Guerra delle Ceneri, i Druidi vincitori, visti con paura e diffidenza dai leader delle altre nazioni, fecero qualcosa di inconcepibile: smantellarono le fabbriche e seppellirono le loro armate meccaniche, abbandonando le tecnologie belliche che non potevano essere riadattate a usi civili, al fine di presentarsi a tutti i popoli come salvatori e non conquistatori come i loro capi li dipingevano. Una decisione destinata a rimanere indelebile nella storia: avevano preferito la via della pacifica convivenza alla prospettiva di nuove guerre; questo tuttavia, a parere di Rain, aveva posticipato il raggiungimento dell'Everann, quando un potere forte avrebbe portato oggi a un Eterion ben diverso.

Ars Vitae - Volume I: "Lo stregone e la veggente"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora