Cap. XXIV - I SEGRETI DELL'ARGO parte 1

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La burrasca imperversava oramai da otto ore, scandite dal borbottio stridulo dei motori che minacciavano di spegnersi da un momento all'altro, provando l'animo di coloro che si trovavano a bordo; a causa della scarsa visibilità i marinai potevano affidarsi unicamente agli strumenti di bordo per mantenere la rotta tra le violente mareggiate. La morsa d'angoscia si sciolse solo quando nell'oscurità una luce brillò oltre le creste dell'acqua: il faro dell'Argo!

La gigantesca piattaforma piramidale in vetro e acciaio, si ergeva su quattro pilastri su cui si frangevano i flutti, con al centro un enorme trivella in costante rotazione che si tuffava nelle profondità marine; l'equipaggio tentò di comunicare con la stazione d'estrazione, ma non vi fu risposta né alla sirena, né ai messaggi luminosi di soccorso. La Sea Flower per evitare di finire contro i mastodontici piloni, circumnavigò lo stabilimento, cercando di mantenersi a distanza di sicurezza, ripetendo i propri segnali senza successo; ogni secondo che restavano bloccati là fuori, la situazione diveniva più critica, tanto che il capitano fu obbligato a escogitare un piano azzardato per salire a bordo. Fu organizzata una squadra tra i migliori Aqualish, che avrebbe usato una lancia a tenuta stagna per raggiungere il portello di emergenza, situato, a detta di Bryan, nel sostegno di nord-est; da quell'ingresso sarebbero potuti risalire fino alla banchina d'attracco e agire manualmente sul sistema di sgancio. Era necessario quindi che almeno uno dei meccanici partecipasse all'impresa, mentre l'altro sarebbe rimasto a bordo per mantenere in vita in motori ancora per un po'; la scelta ricadde sullo stregone, fisicamente avvantaggiato per compiere la traversata. Indossarono delle tute protettive, in grado di resistere fino a venti minuti alla terribile pioggia e per ulteriore misura di sicurezza, nel caso fossero finiti in acqua, Seth fu assicurato con delle cinghie al marinaio più robusto.

Appena il battello venne calato, si misero immediatamente a remare con tutte le forze; tra il pericolo di rovesciarsi e il rumore dell'acido che corrodeva il tettuccio metallico, di pochi centimetri, i minuti che impiegarono a colmare la distanza sembrarono eterni. In prossimità dell'accesso, venne aperto il portello posteriore e allungato il ponte di collegamento in cerca di un appiglio a cui fissarlo; erano ancora impegnati in quella difficile operazione, quando un'onda scaraventò contro un pilone lo scafo, squarciandolo all'impatto.

Il necromante si ritrovò sott'acqua, trascinato verso il gigantesco mulinello generato dall'enorme vite senza fine; l'Aqualish a cui era legato stava affondando rapidamente, avendo ricevuto una ferita sulla fronte da cui fuoriusciva del sangue violaceo. Quel peso ulteriore rendeva impossibile riguadagnare la superfice, per cui lo stregone sganciò le cinghie, lasciando che questi, svenuto o morto che fosse, venisse portato via dalla corrente. Nonostante la battaglia fosse impari, centimetro dopo centimetro, riuscì ad allontanarsi dal risucchio e riemergere per respirare. Quattro membri dell'equipaggio avvistato il portellone, rimasero in attesa che le onde lo sommergessero per afferrarsi a esso e ruotarne la valvola di sblocco. A uno scivolò la presa, venendo portato via dal riflusso; mentre le sue urla si persero nel frastuono generale, gli altri ottennero l'accesso agognato, risigillando subito l'entrata prima di essere investiti dall'ondata successiva. Dietro le spesse pareti, il rumore della tempesta era attutito tanto da far apparire il pericolo affrontato qualcosa di remoto, eppure non era il momento di abbassare la guardia. Toltisi le tute protettive, risalirono la lunga scaletta fino alla rimessa dell'Argo ingombrata da apparecchiature e macchinari, senza trovare anima viva nell'intera sezione; non potendo dare risposta alle proprie domande, lo stregone si mise a lavoro sul quadro di comando, fino a che una larga sezione concava si separò dal resto del pavimento, calando nel mare sottostante, tra il cigolio di robuste catene. Quando la Sea Flower vi fu sopra spense i motori e vi si ancorò per mezzo di braccia calamitate; l'enorme vasca venne quindi risollevata portando in salvo gli sventurati viaggiatori.

La nave fu abbandonata e i suoi passeggeri affollarono l'hangar, spaesati dall'ambiente sconosciuto, ma grati di aver trovato un riparo contro le avversità del clima; il capitano e alcuni membri dell'equipaggio provarono a valutare l'entità dei danni subiti dallo scafo a causa della pioggia e delle onde, in attesa che i Druidi si facessero vivi. Dovevano ormai essere a conoscenza della loro presenza, eppure il tempo passò senza che nessuno venisse a chieder loro di quell'intrusione. Deciso a risolvere l'assurda situazione, Kriks organizzò una squadra per la perlustrazione, composta oltre che da lui e da alcuni membri della ciurma, anche dal giovane Bryan, unico a conoscere quel posto, e dalla comitiva di Seth desiderosa di osservare da vicino quella straordinaria tecnologia. Lo gnomo fece strada, incuneandosi tra alcune imponenti sfere d'acciaio munite di oblò e di varie appendici meccaniche.

Ars Vitae - Volume I: "Lo stregone e la veggente"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora