Capitolo 3.

159 13 0
                                    

Sento il suo sguardo fisso sopra mentre io cerco di essere più indifferente e impassibile che posso.
<<Però sembra un bel ragazzo.>> dice Sara.
<<Ma chi?>>
<<Come chi? Oh ma dove stai con la testa. Parlo sempre di Mr. Berretto. Sai chi mi ricorda? Il tenorino di Amici, ma lui sembra più bello. Sarà che cappello e occhiali lo rendono misterioso e affascinante.>>
<<No, non è il mio genere quello.>>
<<Il genere di uomo affascinante, misterioso e sexy? Ora ci devo andare a parlare.>> Fa per alzarsi dalla sdraio ma la tengo per un polso.
<<No Sara dai, evitiamo brutte figure, ti prego.>>
<<Ma che figure, sta lì, tutto solo... magari vorrà un po' di compagnia!>> mi fa uno sguardo malizioso che io non contraccambio perché contraria al fatto di darle corda.
<<Fidati di me, e poi, se avesse voluto, si sarebbe avvicinato lui, dato che su questa spiaggia siamo praticamente solo in tre.>>
Sospira. <<Hai ragione, però, uffa, magari è un figo da paura e sarebbe stata l'occasione buona.>>
<<Ti vedrei più con il cameriere, quella si che potrebbe essere la tua occasione buona.>> le sorrido con la speranza di affascinarla e distrarla dai suoi piani.
<<Il biondo dici? Lo guardavo stamattina, mmh non so se potrebbe andare.>>
<<Potrebbe, potrebbe. E poi, sarebbe una storiella giusto per questa settimana. Senza affezionarsi.>>
<<April, quella che si affeziona sei tu, non io.>>
<<Hai ragione...>> si purtroppo è così. All'inizio di quella che dovrebbe essere una storiella mi dico e mi prometto di non provare nulla, e poi tutto sfugge dalle mani, dalla mente e dal cuore.
<<Io salgo in camera a prepararmi, ti lascio godere il tramonto in solitudine - ride - non fare tardi altrimenti finiscono le portate più buone a cena.>>
<<Ti raggiungo tra poco.>> mi lascia un bacio sulla guancia e se ne va.
Ora siamo soli, io e lui. Non so perché, ma mi affascina l'idea di stare qui con lui da sola. Penso che lui stia aspettando il momento migliore per fare la solita mossa da maschi convinti del loro potere su una ragazza sola. A differenza di prima mi sento tranquilla però , avrà capito che comunque so di chi si tratta ma può stare sereno perché finora non lo sa nessuno. Mi pento un po' di non averlo detto a Sara, ma so che lei avrebbe sclerato venuta a sapere una notizia simile.
Il sole è quasi del tutto tramontato, così decido di salire in camera. So inconsciamente di aver aspettato fino ad ora una mossa, ma credo proprio che non arriverà.
Poco dopo la passerella c'è una coppia di docce, ma ne funziona solo una, immagino,dato che l'altra è contrassegnata dal cartello!"GUASTA. CI SCUSIAMO PER IL DISAGIO." ma me ne importa poco perché tanto sono sola. Aspetto che l'acqua divenga tiepida in modo da sciacquarmi per togliere i residui di salsedine che mi irritano la pelle. Purtroppo dopo qualche secondo sotto la doccia sento una presenza insistente alle mie spalle, ma faccio finta di non accorgermene.
<<Porti tempo?>> mi dice con l'accento siciliano leggermente marcato, dando conferma alle mie sensazioni. La cosa che mi da più fastidio è la vena di arroganza in quelle due semplici parole.
<<Come scusa?>> mi giro e lo guardo con una smorfia di dissenso.
<<Che non ci senti? Ti ho chiesto se porti tanto tempo sotto la doccia perché mi serve.>>
Sbuffo. <<È stata libera tutto il pomeriggio e ora pretendi di impossessartene? La sto usando io, se vuoi aspetti, altrimenti la strada penso tu la conosca.>>
Emette una breve risata isterica. <<Ma come ti permetti, sai con chi stai parlando?>>
Oh wow, ho davanti Alberto d'Inghilterra. Ma chi si crede di essere? È proprio vero che il successo da alla testa.
<<Mah da quel che so non credo che la vittoria di un programma di abbia regalato l'onnipotenza, però se tu credi che sia così stai messo male.>>
<<Hey ragazzina, occhio ai toni.>>
<<Wow, il bue che dice cornuto all'asino. E tu sai con chi stai parlando? Oh no, ovviamente no perché a differenza tua non vado a spiattellare in faccia la gente chi sono,da dove vengo e cosa faccio.>>
<<Dovrei avere paura di una quindicenne?>>
<<Grazie per il complimento dato che ho vent'anni, e comunque si,poichè che ti ritroveresti con il culo fuori dalla struttura se continui ad infastidirmi.>>
<<Oohooh! E con chi abbiamo a che fare qui?>> ride portandosi le braccia incrociate al petto.
<<Soltanto la figlia del direttore- gli faccio un sorriso più falso della maggior parte delle borse griffate sfoggiate nel mio corso di Laurea- e ora se vuoi scusarmi, dovrei finire la mia doccia.>>
<<Uuh, una figlia di papà a quanto pare. E qui entrerebbe in gioco Gerardo Fusco, noto avvocato le vince tutte, sai? .>>
<<Non so quanto ti convenga dato che è il mio padrino di battesimo.>>
Gli do le spalle mentre lui rimane in silenzio.
<<Il fatto che tu abbia alzato una coppa vittorioso non ti rende migliore degli altri, dovresti imparare ad essere più umile.>> lo sento che si muove e si appoggia al muretto di lato a me. Dopo un po' di silenzio in cui io godevo della mia vittoria e lui ingoiava l'amara delusione di non avermi fatta cadere ai suoi piedi, lo sento inspirare.
<<Devi scusarmi, hai ragione. Non avrei dovuto, soprattutto avendo notato il tuo comportamento nei miei confronti.>> dice quasi sussurrando e mi fa quasi tenerezza. Svegliati e non lasciarti abindolare, diamine.
<<Quale comportamento?>>
<<Beh mi hai riconosciuto e non hai detto nulla a nessuno, neanche alla tua amica.>>
<<Forse perché non me ne frega niente di te.>>
<<E a me dici di essere più umile?>>
<<Sto scherzando - sospiro - avevo capito che volevi un po' di privacy quindi ho pensato bene di farmi gli affari miei.>>
<<Non è stato ottimo come primo incontro il nostro.>>
<<Beh se magari avessi trovato un altro modo...>>
<<Posso farmi perdonare in qualche modo?>>
<<Del tipo?>>
<<Che ne so, una passeggiata stasera?>>
Sollevo il sopracciglio. Wow Urso, che approccio originale però eh!
<<E perché dovrei accettare una passeggiata con te?>>
<<Per provare il brivido di uscire con una star della musica - ride credendoci poco anche lui - non vorresti provare una sensazione del genere?>>
<<Ehm... no?!>>
<<Okay, forse è meglio rinunciarci allora- si alza - ci si vede in giro per il villaggio.>> mi da le spalle e si incammina, senza darmi il tempo di rispondergli.
Cavolo April, stai qui a divertirti e ti lasci scappare dalle mani un'occasione del genere. La sua musica non sarà di tuo gradimento, ma cacchio è un bel ragazzo.
<<Alberto, aspetta!>> urlo senza ragione perché lui nel frattempo non aveva percorso neanche cinque metri, così si ferma e si gira.
<<La passeggiata è ancora valida?>> gli sorrido e lui fa lo stesso.
<<Si, lo è. Ci vediamo qui stasera alle 21.>>
Si rigira con un sorrisetto beffardo sul volto e riparte spedito, mentre io resto qui sotto il getto d'acqua a pensare al fatto che probabilmente era tutto frutto della mia immaginazione

L'unica voce a cui il mio cuore risponde|| Alberto UrsoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora