Capitolo 1.

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Sento la voce della mamma che mi chiama dall'altra ala della casa pregandomi di alzarmi dal letto e prepararmi dato che dobbiamo partire; come al solito siamo in ritardo. Beh devo ammettere che è colpa mia. A malincuore abbandono il mio letto e vado a chiudermi in bagno: decido di indossare un vestitino bianco in pizzo sangallo e le Converse bianche appena acquistate, getto nella valigia il beauty case e la chiudo.
Distratta come al solito non mi sono neanche presentata. Mi chiamo April Mancini, ho vent'anni e sono Italo-americana; mia mamma, Johanna, e mio papà, Bruno, si sono incontrati in Sardegna durante una vacanza: lui era con i suoi amici e mia mamma si era appena trasferita ad Alghero per via del lavoro del nonno, ed è lì che mio papà, per ricordare il loro amore, ha aperto "Gli Argonauti Village", un villaggio a cinque stelle sulla spiaggia di Alghero, divenuto alloggio di turisti dell'alta società e vip internazionali. E indovinate un po' dove stiamo andando? Proprio lì per trascorrere le vacanza. E non ne sono per nulla entusiasta. Papà aveva promesso, all'inizio dell'anno accademico. di regalarmi un viaggio negli Stati Emirati insieme ad alcuni miei amici di corso come premio per i bei voti portati a casa. Naturalmente non è arrivato il viaggio perché non sono arrivati i 30 che avevo promesso, quindi sono costretta a trascorrere una settimana nel villaggio in cui lavora lui, da cui però prenderà una pausa per stare con noi.
Partiremo dall'aeroporto di Brindisi io, mamma e Sara, la mia migliore amica. Non ho fratelli o sorelle, perciò mi hanno concesso la sua compagnia, almeno potrò fare serata con qualcuno, sperando che questa vacanza risulti divertente al contrario di come mi aspetto.
All'aeroporto ci accompagna il nonno Ignazio, papà di mio padre, e aspetta finché non oltrepassiamo il gate.
Sono un po' scocciata, lo ammetto, ma non volevo rinunciare ad un po' di relax dopo la fine della sessione.
<<Hey, andiamo, terrai il broncio fino a domenica prossima?>> mi schernisce Sara dandomi una lieve gomitata.
<<Hai ragione, scusami. Tenterò di non pensarci!>>
<<Ad Andrea intendi?>>
Anche a lui. Andrea è il ragazzo di cui mi sono "innamorata", ma lui non mi fila di striscio. Frequenta Farmacia con me, siamo amici ma lui allo stesso tempo è innamorato perso di Jessica, una nostra amica in comune.
<<Già... Il triangolo no, non l'avevo considerato.>> rido sentendo la risata spontanea di Sara.

Atterriamo e Alghero sembra inondata da un assurdo caldo africano per essere solo ad inizio Luglio. Ad aspettarci c'è Gerardo, il segretario di papà, che ci accompagnerà al villaggio.
<<Salve signora, bentornate ad Alghero! Potete dare a me i bagagli, me ne occupo io.>>
<<Grazie Gerardo, noi ci avviamo allora.>> Dice mia madre con modi gentili e con quel suo accento americano che non ha abbandonato, pur essendo qui da ormai venticinque anni. Aveva la mia età quando si è trasferita. Io non credo che avrei fatto la pazzia di lasciare il New Jersey per venire a vivere su un'isolotta italiana.
Il viaggio in macchina è breve, lo trascorriamo ascoltando musica su Spotify.
<<Oh metti "Casa" di Giordana!>> dice Sara
<<Chi è questa?>>
<<Come chi è? È la seconda classificata di Amici 18. Hai già rimosso? L'abbiamo guardato insieme tutto l'anno!>>
<<Ah già già, la ragazza che è arrivata in finale con Alberto. Ora ricordo.>>
<<Esatto, credo che lo ricorderanno tutti maggiormente per i suoi occhi.>>
<<Si infatti, chi ascolta più la Lirica?>>

Papà è all'entrata principale del villaggio ad attenderci. È fasciato nel suo completo che solo a guardarlo mi fa sudare. Ha proprio l'aria del direttore di un prestigioso Hotel.
<<Che bello rivedervi!>> la sua immagine cala quando ci viene incontro abbracciandoci e scomponendosi tutto, sotto gli occhi degli altri vacanzieri appena arrivati.
<<Come state? Che mi raccontate? Il viaggio è andato bene?>>
<<Non ci vediamo solo da un mese tesoro, non ci sono molte novità!>> dice mia mamma mentre gli lascia un bacio sulle labbra e io li osservo quasi disgustata. O invidiosa, forse. Loro alla mia età erano già belli che fidanzati da un anno.
<<Hai ragione, ma a me sembra che non vi veda da un secolo. Ciao Sara, benvenuta a Gli Argonauti Village. Spero che il soggiorno possa essere di tuo gradimento, altrimenti non esitare a lamentarti con la direzione, che sarei io!>> conclude ridendo.
<<Papà smettila con queste battute squallide.>>
<<Grazie signor Mancini, credo che sarà una vacanza perfetta.>> Sara gli sorride con cortesia e lui le chiede di chiamarlo semplicemente "Bruno".
<<Okay ora mi spoglio delle mie vesti da direttore e divento un semplice soggiornante perché ne ho veramente bisogno. Ho tenuto da parte le camere più belle. Una per noi- bacia la mamma e capisco le loro intenzioni- e una tutta per voi, signorine, l'importante è che vi comportiate bene. Andiamo, forza!>> chiama il concierge e fa portare i bagagli nelle nostre stanze.

La nostra è luminosissima, ampia e soprattutto tutta bianca, se non fosse per i tessuti delle tende e del copriletto in color tiffany molto chiaro, abbinati perfettamente alla splendida vista sulla spiaggia di Alghero. Mi affaccio oltrepassando la portafinestra e mi appoggio alla ringhiera bianca in ferro battuto del balcone, godendomi il meraviglioso tramonto.

<<Magari - rompe il silenzio Sara - troverai anche tu l'amore qui e ti farà dimenticare Andrea>> dice mentre sistema la sua roba nel grande armadio.
<<Si, e che sarebbe? Una storiella di una settimana.>>
<<Ma dai, è estate, pensa a divertirti, no?>>
<< Se volessi quello, sai che lo farei senza problemi, ma non cerco divertimento.>>
<<E se fossi così tanto fortunata da trovare l'uomo della tua vita?>>
<<Ne dubito, fortemente.>> rido mentre la imito e riordino la mia valigia.

Sono le 20 in punto e siamo già pronte per la prima serata. Aspetto che mia madre mi mandi un messaggio per andare a cenare tutti insieme. Mi sento stanchissima ma ho fame e soprattutto non vedo l'ora che inizi lo spettacolo serale in anfiteatro, soprattutto per conoscere il gruppo di animazione. Non perché io ci tenga a divertirmi, cioè si anche quello, ma spero in qualche bel ragazzo. Forse Sara ha ragione, forse dovrei seriamente pensare a divertirmi perché in fin dei conti ho vent'anni, sono in vacanza e quello che passa non tornerà mai indietro. "Carpe diem" insomma.

Mia mamma mi dice che ci aspettano al ristorante, "Sala Giasone", tavolo rotondo alla destra del tavolo lungo da buffet, citava il messaggio. Varchiamo la soglia della porta in vetro della sala. Eh, valli a trovare. I tavoli sono tutti rotondi, stracolmi di gente, come il resto della sala. Grazie mamma per le tue magnifiche indicazioni.
Decidiamo di preparare prima i piatti per la cena e poi di cercarli. Sara nota in lontananza la capigliatura ramata di mia mamma, fortunatamente.
<<Non è troppo corto quel vestito, signorina?>> mi accoglie papà mentre sta già cenando.
<<Andiamo papà- arriva fino a metà coscia. Fa caldo, ci saranno quaranta gradi.>>
<<E ci sono occhi troppo indiscreti.>> fa cenno puntano la forchetta verso un tavolo composto da cinque ragazzi. Mi giro e sospiro. Non è affatto corto, sarà attillato, ma di lunghezza normale.
<<Tanto non salgo su a cambiarmi.>>

Finita la cena ci dirigiamo verso il Teatro Medea e prendiamo posto. Classico spettacolo di presentazione, noioso a morte e tra l'altro non ricordo neanche un nome. L'equipe è formata maggiormente da ragazzi e le ragazze sono in cinque o sei che si occupano di baby e junior club. I ragazzi sono quasi tutti ballerini e anche da lontano si notava il fisico palestrato.
Lasciamo il teatro e andiamo nella zona discoteca. Lì vicino c'è un chiosco, così io e Sara decidiamo di prendere un cocktail per rallegrare un attimo la serata.
<<Hai notato qualcuno finora?>> mi dice.
<<No, tu?>>
<<Un paio, ma nulla di che. Ce ne renderemo conto alla luce del sole.>> ride finendo il suo drink.
<<Guarda quello>> mi indica un ragazzo biondo con i capelli abbastanza lunghi e ondulati.
<<Ma chi, il cameriere?>>
<<Che ne sai che è un cameriere?>>
<<Ci ha servito tutta la sera Sara - rido - e ogni volta che veniva al nostro tavolo cercava di guardarti nella scollatura senza ritegno.>>
<<Ma che dici?!>> ride anche lei.
<<Ma dove hai gli occhi tu!>> le dico e per un attimo mi sento osservata, ma non capisco da che direzione venga quello sguardo.
<<Che ne dici, è l'una. Andiamo a dormire?>>
<<Si, sono stremata.>>

Saliamo in camera e ci mettiamo comodamente a letto nel nostro matrimoniale, con il condizionatore sparato sopra. La camera è illuminata dalla luce della luna e non si sente un minimo rumore provenire da fuori. Mi rilasso e cerco di fare mente locale sulle cose da fare in settimana, tentando di ricordare anche gli orari degli eventi dettati dagli animatori durante la presentazione. Mangerò come se non ci fosse un domani e voglio tenere forma fisica, quindi alle 9 inizierò con il risveglio muscolare e poi alle 11.30 acquagym in piscina, nel pomeriggio andrò in palestra per almeno una mezz'oretta e poi vengo a riposare un po'. Si, bel programma, ma lo rispetterò?
I miei occhi si stanno chiudendo, meglio dormire. Domani si va in scena.

L'unica voce a cui il mio cuore risponde|| Alberto UrsoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora