<<Muoviti o faremo tardi>> urlo ad Alberto che sta ancora finendo di vestirsi nella stanza da letto. <<Arrivo, calmati. Quando saremo sposati che farai?>> mi dice sbuffando ironicamente. <<Non siamo neanche fidanzati e stai già pensando al matrimonio? Impariamo a camminare prima di correre Albe.>> dico aggiustandogli la sciarpa al collo. È possibile che su questo ragazzo stia d'incanto ogni colore? Sono un po' invidiosa.Con mia grande sorpresa è stato accolto con molto piacere dai miei genitori; ha parlato con mio padre di svariati argomenti, soffermandosi soprattutto sul calcio italiano e rivelandosi di squadre diverse. Credo che lì sia nato un piccolo conflitto. Mia madre invece gli ha promesso i suoi piatti più prelibati ogni volta che verrà qui a trovarci; prendere Alberto per la gola è molto facile. Peccato che non sappiano che non siamo proprio fidanzati, siamo una via dimezzo. certo, una via di mezzo che ama trascorrere tempo a letto insieme, ma questo dettaglio l'abbiamo omesso per ovvie ragioni.
Per il pomeriggio di Natale abbiamo pensato di incontrare Brian e Sara è un po' che non stiamo insieme a dire il vero. Soprattutto a causa nostra.
Le braccia di Alberto mi circondano da dietro mentre siamo in attesa dei nostri amici ritardatari: Sara ha trovato proprio la sua anima gemella da questo punto di vista. <<Fa freddo stasera.>> sussurra nascondendo il viso nell'incavo del mio collo, scostando leggermente la sciarpa. <<Un uomo del Sud come te che sente freddo con 2°C? Non ci credo!>> dico ridendo, ma poi mi sciolgo nel suo braccio. <<Hai paura?>> aggiungo dopo un po'. <<Di cosa?>> mi dice un attimo interdetto. <<Di essere riconosciuto.>> sussurro. <<April non sono mica un ladro o un delinquente.>> aggiunge ridendo. Effettivamente ha ragione, è stata una domanda davvero stupida. <<E poi sono con la ragazza che amo.>> sussurra baciandomi la testa. Resto pietrificata a quelle parole: so che sta facendo di tutto per convincermi a ritornare insieme veramente, ma so nel mio cuore che sono parole dette veramente. Mi giro tra le sue braccia e lascio un piccolo bacio sulle sue labbra, ma senza ricambiare quelle due parole. In fondo, lo amo? È un sentimento forte quello che provo per lui, certamente, ma forse ho ancora paura.
<<Eccoli là i due piccioncini!>> la voce di Brian è inconfondibile, e devo ammettere che mi mancava. <<Ma possibile che devi mettere sempre la gente in imbarazzo?!>> lo ammonisce Sara. Mi fa sorridere il fatto che sembrino una coppia sposata ormai. <<Ciao ragazzi!>> li saluta Alberto ridendo.
Decidiamo che, dato la bassa temperatura, è il caso di prendere posto in una caffetteria; è meravigliosamente addobbata per il Natale, con il rosso e oro che spiccano sugli interni in legno. Prendiamo posto ad un tavolino con poltroncine e, inevitabilmente, Alberto viene riconosciuto da alcune ragazze che gli chiedono qualche foto insieme. Ormai sono abituata, anche se poche sono state le volte in cui siamo stati insieme in pubblico, ma forse ho cos' tanto pensato a questa cosa che è come se l'avessi vissuta più volte. Tra la piccola folla appare, oltre al cameriere con le nostre ordinazioni, anche colui che si presenta come il proprietario del locale.<<Ci fai una foto?>> mi chiede, porgendomi il cellulare. In quel momento mi rendo conto che io non sono ancora conosciuta e forse non mi hanno ancora immaginata come la sua ragazza, o qualsiasi cosa io sia per lui. Scatto la foto tentennando e restituisco il cellulare al proprietari che chiede, con discrezione, di cantare una canzone per tutti gli ospiti. Alberto accetta immediatamente, come se da un lato se lo stesse aspettando e fosse già preparato a dare una risposta, così afferra la chitarra dalla cassa armonica un po' consumata, ma stranamente accordata. Senza indugio scava nel suo repertorio, selezionando tra i vari testi "Have yourself a very little Christmas" di Sam Smith. L'atmosfera natalizia si fa più intensa soprattutto quando sopraggiungono altri ospiti, creando un piccolo semicerchio attorno a lui. Sentirlo cantare mi scalda il cuore e i suoi occhi che puntano sui miei credo lascino trapelare molto agli ascoltatori. Come spesso accademici ritroviamo nella nostra bolla. E io come posso stargli lontana? Credo di aver agito troppo d'impulso ieri con quelle parole e come al solito me ne pento.
Mi sento tirare il cappotto da una piccola manina, mi giro verso il basso e c'è ai miei piedi una bambina che potrà avere cinque o sei anni anni. <<A te piace Abbelto?>> mi sussurra aggiustandosi il cappellino di lana bianca che risolleva per via sei boccoli biondi. Mi fa quasi sorridere il fatto che abbia gli occhi dello stesso colore di quelli di Alberto, e soprattutto grandi come i suoi. Mi abbasso al suo livello.<<Si piccola, e a te piace?>> Lei annuisce guardandolo. <<Mi piace la sua voce.>> sussurra, quasi imbarazzata. Io le sorrido e le accarezzo la schiena. <<Hai ragione, è bravo.>> Dopo un po' di silenzio si rigira verso di me. <<Sei la sua fidanzata?>> sussurra sorridendomi. Rimango sbalordita dalla domanda. Se n'è accorta anche una bambina così piccola? <<Vi ho visti vicini vicini prima!>> aggiunge quasi a giustificarsi. Io ci penso un po' guardandolo e incrociando immediatamente il suo sguardo che viene accompagnato da un sorriso. <<Si tesoro, sono la sua fidanzata.>>
STAI LEGGENDO
L'unica voce a cui il mio cuore risponde|| Alberto Urso
RomanceApril Mancini, 20 anni e Italo-americana, è una studentessa universitaria che ha appena concluso il primo anno alla Facoltà di Farmacia. È in partenza, controvoglia, per una vacanza con la sua famiglia, ma non sa che durante quella settimana farà un...