La luce filtra morbida dalle veneziane, illuminando debolmente la stanza. Sollevo lo sguardo e vedo Alberto ancora addormentato al mio fianco, mentre mi tiene abbracciata al petto: ha i tratti distesi e dolci e spontaneamente un mio dito si fa strada sul suo viso per tracciarli e imprimerli nei miei ricordi. Ha le ciglia lunghe e scure e devo ammettere che gliele invidio parecchio, sapendo quanto lotto per averle così belle. Le labbra sono quasi schiuse e colgo l'occasione per lasciarci sopra un bacio che, involontariamente lo sveglia.
<<Scusami, non volevo svegliarti.>> sussurro diventando evidentemente tutta rossa.
Lui mi sorride e mi bacia sollevandomi il viso da sotto al mento. <<Ti stava piacendo guardarmi mente dormo?>> sorride accarezzandomi dolcemente.
<<Si, ti stavo disegnando.>> dico e mi guarda con aria interrogativa. <<Nella mia mente. Era un bel ritratto.>> aggiungo come a volergli dare una spiegazione.
<<Ah si?>> sorride lui senza staccarmi gli occhi di dosso. <<Potresti farlo su carta magari.>>
<<Non ho con me il materiale.>> sussurro dispiaciuta dall'occasione che mi sto lasciando scappare. Quasi come a farmi perdonare, mi avvicino e gli accarezzo le labbra con le mie, guardandolo negli occhi, per poi rubargli un bacio ricco di passione che lui accoglie inizialmente con stupore, ma poi si lascia trascinare, facendomi stendere sotto di lui.
<<April, ho altri piani per la mattina, voglio farti vedere una cosa.>> dice ridacchiando sulle mie labbra scrutando le mie espressioni contrariate. <<Vado a farmi una doccia, dolce April. Non ti preoccupare, rimedieremo.>> sussurra sorridendo e prima di andare mi lascia un bacio sull'addome, facendomi gemere. "April, calmati!" Mi suggerisce Coscienza. Ad un tratto mi ricordo di una cosa che mi fa sbiancare: sollevo piano le lenzuola e fortunatamente non trovo nessuna pozza di sangue sotto di me. Era la prima cosa che avrei voluto evitare, non avrei retto il suo sguardo a quella visione. Troppa vergogna, per me!
Sento che apre l'acqua e desidero ardentemente essere lì, in quella doccia con lui: ammetto di esserci rimasta un po' male quando mi ha "rifiutata", ma in fin dei conti non voglio una relazione in cui si rimane tutto il giorno in un letto a fare solo una cosa.
La mia mente ritorna alla sera precedente: il mio splendido abito giace a terra, affianco al suo completo nero. Sorrido come una stupida perché sono felice per la mia scelta, per aver perso la mia "purezza" con un ragazzo che amo. E si ragazzi, non me ne vogliate, so che lo conosco solo da cinque giorni, so che voi starete pensando "eh ma è impossibile". No ragazzi, non lo è. Lo so che solitamente l'amore è qualcosa che nasce giorno per giorno, trascorrendo del tempo insieme, condividendo passioni, ma per me è stato così e lo riconosco perché nessuno mi ha mai fatta sentire in questo modo. Ieri appena l'ho visto varcare la soglia di quella sala mi sono sentita al settimo cielo perché so che l'ha fatto per me, per vedermi immaginando quanto sia stata male nel momento in cui gli ho sentito dire che non sarebbe venuto. "E lui, cara April?" Lui non lo so, non so se mi ama, non so se ricambia i miei sentimenti, non so nulla, perché ho capito che è un ragazzo che agisce senza parlare, che non ti dice in loop "Ti amo, sei la mia vita" e credo che, se mai professasse quelle parole, sarà perché sente davvero ciò che dice.
Torna in camera facendomi trasalire: è completamente nudo, eccetto per l'asciugamano avvolto intorno ai fianchi. È ancora umido di doccia e con i capelli che cadono bagnati sulla fronte. Mi sollevo seduta sul letto, tenendo il lenzuolo a coprirmi e mi godo l'immagine di Alberto che gira per la stanza in cerca di abiti puliti. Credo che lo sto guardando così intensamente da farlo voltare verso di me, mentre tenta di nascondere un po' di disagio.
<<Non sono poi tutto questo granché!>> mi dice sorridendomi mentre sollevandomi il mento mi chiude le labbra che erano evidentemente schiuse in un'espressione di estasi.
<<Io credo che ti sbagli.>> gli dico scrutando ogni centimetro del suo corpo: non è muscoloso, o almeno ha solo un lieve accenno, ma a me piace molto così, al "naturale".
<<Ah si?>> mi dice mentre infila un costume bianco che risalta la sua carnagione olivastra.
<<Mmh-mmh- annuisco- Albe... non ho nulla da indossare se non il vestito.>> sussurro ricordandomi che sono completamente nuda.
Lui si dirige all'armadio e sfila una camicia in lino celeste. <<Tieni, coprirà ciò che non si deve vedere.>> mi dice mentre me la passa e io la infilo: è fresca di bucato.
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L'unica voce a cui il mio cuore risponde|| Alberto Urso
RomanceApril Mancini, 20 anni e Italo-americana, è una studentessa universitaria che ha appena concluso il primo anno alla Facoltà di Farmacia. È in partenza, controvoglia, per una vacanza con la sua famiglia, ma non sa che durante quella settimana farà un...