Pranziamo e senza renderci conto sono già le 16.30. Le persone iniziano ad affollarsi verso l'uscita per mettersi in coda, così decidiamo di fare lo stesso.
<<Sei emozionata?>> mi dice Sara.
<<Io? No.>>
<<Si e gli asini volano. Dai, si vede che non vedi l'ora.>>
<<Ma va...>>
L'ora e mezza che ha preceduto il suo arrivo, sorprendentemente in orario, è stata la più lunga della mia vita. L'hanno tutti acclamato, come fosse un eroe, e ho sentito ragazzine di appena quindici anni dire cose sconcissime, del tipo "me lo farei seduta stante". Noi abbiamo il numero 203 e 204, quindi prima di noi possiamo goderci lo spettacolo di ragazzine che piangono e lo abbracciano in lacrime, e di lui che, disponibilissimo, se le stringe al petto e sussurra parole rassicuranti per tranquillizzarle. "Fino a ieri sera c'eri tu lì al posto loro" ci tiene a ricordarmi la mia mente. Devo ammettere che ho il cuore che mi palpita forte nel petto impaziente di averlo vicino.
È il mio turno, dopo di me c'è Sara. Non credo che lui mi abbia vista.
Salgo sul palco seguendo le indicazioni della security; dopo aver salutato una mamma con la sua bimba in braccio, lui si gira e mi guarda quasi sconvolto, o sorpreso, ma comunque non mi sembra felicissimo di vedermi.
<<Ciao.>> mi dice con mezzo sorriso.
<<Ciao a te.>> gli sorrido poco convinta di quello che sto facendo. Il mio cd è già firmato all'angolo del tavolino; lui mi afferra tenendomi per il fianco, a differenza di tutti che venivano abbracciati per la spalla. Facciamo la foto, poi lo guardo negli occhi sussurrandogli un triste "ciao" e mi trattengo dal dargli un bacio sulla guancia. Lui non risponde, ma mi sorride e io sono già giù dal palco tentando di trattenere le lacrime. Il minuto in cui aspetto Sara sotto al palco mi sembra un'eternità.
Scende sorridente e contenta, con il suo bel cd nuovo e firmato.
<<Beh?>>
<<Mo' ce ne dobbiamo andare!>> la afferro per un polso e mi faccio strada tra la folla mentre sono sicura che lui si stava godendo tutta la scena.<<Oh April, ma che ti prende?>>
<<Niente Sara, è uno stronzo,come tutti gli altri.>>
<<Ma che ha fatto?>>
<<Nulla! È questo il punto.>>
Metto in moto ed esco dal parcheggio. Per tutta la durata del viaggio rimaniamo in silenzio: io nervosa e Sara che non sa come consolarmi.
<<April?>>
<<Mmh?>>
<<Rimarrai così fino a domani?>>
Sospiro. <<Hai ragione, ma boh, credevo potesse essere più simpatico...>>
<<Se si fosse mostrato "di più" con te avrebbe scatenato un putiferio. E comunque secondo me qualcuno si sarà accorto del modo in cui ti ha abbracciata, diverso dalle altre ragazze.>>
<<Avrai un'amica famosa in quel caso.>> rido guardandola per un attimo.
<<Beh in quel caso, pensami sa'?!>> ride e grazie a lei mi sento più leggera, permettendomi di guidare tranquillamente.Sara's pov.
Siamo finalmente in camera; ci riposeremo un po' prima di procedere con i preparativi per la serata. April è al mio fianco e si è addormentata appena appoggiatasi sul letto, io giro su Instagram. La sezione "scopri" mi suggerisce alcuni video dell'instore di oggi, caricato da pagine su Alberto: ormai da quando lo seguo non fanno altro che uscirmi foto e video di lui, dei suoi giri per l'Italia, e dell'esperienza ad Amici. Un video in particolare attira la mia attenzione, riconosco il pantaloncino a righe di April, così decido di aprirlo: è il frammento in cui April lo saluta, è a rallentatore perciò si vede chiaramente l'espressione fatta da Alberto appena se l'è trovata davanti. La descrizione dice "Ma notate qualcosa di strano nell'espressione di Albe?", apro i commenti e tutti non fanno altro che precisare il fatto che i suoi occhi si sono sgranati e l'ha guardata imbambolato. Mi viene da sorridere perché è la mia amica, ma mi dispiace anche un po', perché continuando con la ricerca noto che il video si sta diffondendo facilmente. Decido di svegliarla per comunicarglielo, prima che lo venga a scoprire da altre fonti. Dopo vari scossoni e chiamate si sveglia e si stropiccia gli occhi, per poi guardare il video corrucciata.
<<Ma sono io quella?>> mi dice con voce impastata.
<<Eh April direi proprio di si.>> le dico. Lei continua a fissare lo schermo che riproduce il video in loop.
<<Oh cazzo.>> sussurra dopo che ha letto l'ennesima descrizione che parlava del cambiamento repentino di Alberto.
<<Eh buongiorno principessa. Hai connesso solo ora?>>
<<Lo sai che ho bisogno di connettere. E ora?>>
<<Ora aspettiamo... che ti arrivino i primi 10mila seguaci tutti insieme.>>
<<Ma che dici Sara, mica mi troveranno.>>
<<Fidati April, l'Instagram è pieno di stalker professioniste.>>
<<No non sarà il mio caso.>> si alza <<Vado a lavarmi, così andiamo a cena.>> mi lascia a letto e io continuo a stare sui social, quando vedo che inzia a seguirmi un certo "BriEspo95". Oh no, Brian. Ricambierò il segui più tardi, non voglio sembrare una disperata. Tempo di chiudere l'app che mi arriva un messaggio in direct da Brian.
"Hey, mi concedi una rumba stasera?"
Mamma che stalker. Non ti voglio. "Menti a qualcun altro cara, non a te stessa". Grazie coscienza per ricordarmi cose che non voglio e soprattutto farmi sentire una bugiarda.
Gli rispondo con un vaghissimo "Forse" e poi ritorno a navigare il Feed.
Alberto. Nuova storia. Oddio, mi palpita il cuore. La apro.
"Ciao ragazzi, sapete che io sono sempre molto trasparente con voi. Oggi al firmacopie avete notato un mio atteggiamento strano nei confronti di una ragazza, e avete iniziato ad ipotizzare una relazione tra noi due - annuncia Mr. Berretto- voglio essere sincero con voi, come penso di essere sempre stato, vi dico quindi che è mia cugina e che purtroppo per motivi logistici non vedevo da molto tempo, quindi sono stato sorpreso e allo stesso tempo contentissimo di averla rivista ad un'occasione così speciale per me. Non vi preoccupate, sono libero da ogni relazione e sono sicuro al cento per cento che se io mi fidanzassi lo sapreste prima voi di me, a causa delle riviste e delle pagine di gossip che diffondono liberamente questo tipo di notizie. Detto ciò vi auguro una buona serata e vi ricordo che presto inizieranno i miei concerti. Un bacio amori miei."
Tutto questo lungo annuncio in una serie di storie che April DEVE assolutamente vedere. In fin dei conti è stato super carino a salvaguardare la privacy di April. O ha voluto salvaguardare la sua?
Sento rumore fuori dalla porta ed un bigliettino slitta dalla fessura. Mi alzo velocemente e lo raccolgo, per poi aprire la porta credendo di coglierlo ancora nel fatto.
"Per April" dice.
<<April - busso sulla porta del bagno - c'è un biglietto per te, credo sia Alberto.>> la sento sbuffare e poi dire <<Aprilo>>
Decido di leggerlo ad alta voce.<< "Ti aspetto al chiosco alle 21.30, devo parlarti. Albe" Uuh il romantico ci ha aggiunto anche un cuoricino.>>
<<So io dove se lo dovrebbe mettere il cuoricino.>> annuncia April uscendo dal bagno in telo e i capelli raccolti nel turbante.
<<Devo farti vedere una cosa.>> Afferro il cellulare e le faccio vedere il video che lei guarda sospettosa.
<<Bello quando vuoi pararti il culo, eh! Cugina... ma che scemo!>>
<<Ma dai April, cosa doveva dire? "È la mia avventura per una settimana?">>
April mi guarda quasi offesa e abbassa gli occhi: da lì capisco che fosse per lei quest'avventura continuerebbe tutta la vita, ma so comunque che l'ha pensato per ogni cotta avuta.
<<Vai, vedi che vuole dirti>> le dico rassicurante <<e cerca di non essere scontrosa.>>
<<Non credo che ci riuscirò.>>Lei in men che non si dica è pronta, stranamente in orario: non è da lei. Io, nel mentre che aspetto che si liberi il bagno afferro il cellulare e digito il numero Brian che ho gelosamente conservato nella cover del cellulare.
S:Ciao, è ancora valida la Rumba insieme?
Lascio il cellulare il più lontano possibile, ansiosa di ricevere una risposta.April's pov.
Sono sulla strada per il chiosco. Non c'è molta gente ancora in giro per il villaggio: o saranno tutti già nell'anfiteatro oppure ancora a cena. Vedo la figura di Alberto in penombra: i tratti del viso sono a malapena illuminati dalla luce del cellulare e i suoi capelli ricadono in boccoli bruni sulla fronte. "Vorrei baciarlo" urla la mia coscienza che cerco di reprimere con forza.
<<E così sarei tua cugina eh?>> gli dico in tono brusco, anche se non avrei voluto.
<<Ciao anche a te.>>
<<Perché ti sei comportato così? Perché mi hai definita come una "cugina"?>> dico mentre faccio il movimento con le dita.
<<April, cosa avrei dovuto fare o dire? Fosse stato per me ti avrei stretta fino a toglierti il fiato e baciato davanti a tutti, ma non posso, lo capisci si o no?>>
<<Avresti potuto dire che sono una tua amica, no?>>
<<Non conosci il mondo delle celebrità, non puoi parlare.>> mi dice secco.
<<Oh io non lo conosco? No, macchè, ho solo dovuto accompagnare mio padre ad ogni evento e tutto ciò che riguardava serate importanti per la società. Mica so come funzionano 'ste cose!>> dico furiosa incrociando le braccia al petto.
<<April, ascoltami, vivi per caso con dei paparazzi puntati sopra h24? Hai delle persone che ti seguono che esaminano ogni minima parola espressa, tonalità di voce che cambia, differenze nella luce degli occhi e il modo in cui porti anche i capelli? Hai a che fare con persone che ti "sgridano" perché sei poco social e perché vorrebbero vedere anche il momento in cui mi lavo i denti la mattina, senza ricordarsi che sono un essere umano anche io, che ho una famiglia e degli amici? Allora April, hai a che fare con tutto questo?>>
<<Potevi dire che sono una tua amica!>> sputa il mio lato infantile mentre quello ragionevole cercava una risposta adeguata. Mi guarda sotto shock, come se le sue parole fossero state vane.
<<April, ma a che pensi?>>
<<È solo che mi ha offeso sentirmi chiamare "cugina".>>
<<April, ragiona cazzo, l'ho fatto per il tuo bene! Ma non capisci il disagio che potrebbe essere stato per te se ti avessi definito "un'amica"? E poi, ci conosciamo a malapena da due giorni, non ti pare di star correndo un po' troppo?>>
"April quanto sei stupida, Dio mio" suggerisce ragionevolmente la mia coscienza.
<<A me questa cosa ha offeso tanto.>> sussurro stizzita.
<<April, scusami ma non ti facevo così infantile, davvero...>>
"Caspita forse ha ragione sono davvero così infantile?!"
<<April io starei parando con te! Quantomeno penso di meritare un po' di rispetto, o sbaglio?!>>
<<Alberto sai cosa ti dico? Che ne ho davvero abbastanza di questo tuo atteggiamento di superiorità usato così, quando ti pare! Non mi sembra di aver preteso molto, ma semplicemente mi ha dato fastidio il fatto che tu mi abbia accantonata così, inventandoti la scusa della cugina; pensando di potermi rigirare come ti pare e piace!>> mi guarda con gli occhi sbarrati e increduli come se non capisse fino in fondo quello che gli sto dicendo. <<Devo forse ricordarti che sei stato tu a provare a baciarmi l'altra sera? Cosa ti passa per la testa? Lo vuoi capire o no che qui non sei l'unico ESSERE UMANO con dei sentimenti? Vedi di svegliarti e scendere da quel maledetto piedistallo!!>>
"Forse sto esagerando" penso, ma sinceramente al momento mi interessa ben poco.
<<E sai cosa ti dico io invece, cara, piccola April? Che forse quella che deve svegliarsi sei tu! Devi imparare ad uscire da quell'ampolla di vetro che fa si che tu abbia il tuo mondo, fatto di serenità, viaggi e da persone che ti viziano, che pur di non vederti con un broncio da viziata quale sei sul viso, dicono di si ad ogni tua richiesta inutile!>> alza la voce avvicinandosi sempre di più alla mia figura. Riesco quasi a vedere che i suoi occhi cambiano e mutano, diventando scuri e rabbiosi. <<E soprattutto ci tengo a ricordarti che ho provato a baciarti, non ti ho certo chiesto di certo di sposarmi! Penso di averti un tantino sopravvalutata, forse non sei la donna matura che avevo visto all'inizio!!>>
"Brava April, un altro palo preso in pieno". È sempre la solita storia e io che pensavo che il mio piccolo ma presente sentimento fosse ricambiato, io che credevo che lui fosse diverso, ma invece no, non ha nulla di diverso da tutti gli altri, quella costruita sul grande schermo era solo una maschera. Non gli do nemmeno il tempo di continuare a parlare che mi volto e scappo lontano. Corro via, lontano da quegli occhi che mi tengono legata a lui con delle catene, lontano da quell'uomo che mi ha fatta di nuovo cadere nell'ennesimo e medesimo sbaglio: innamorarmi di lui. Ho bisogno di Sara e di un suo abbraccio ma penso che stavolta nemmeno lei possa consolarmi e aiutarmi ad uscire da questa situazione, perché mi tocca ammettere che ci sono dentro fino alle ossa.
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L'unica voce a cui il mio cuore risponde|| Alberto Urso
RomanceApril Mancini, 20 anni e Italo-americana, è una studentessa universitaria che ha appena concluso il primo anno alla Facoltà di Farmacia. È in partenza, controvoglia, per una vacanza con la sua famiglia, ma non sa che durante quella settimana farà un...