Sara's pov.
Lo guardo muoversi e dare indicazioni agli aspiranti ballerini. A quanto pare la mattina fa il cameriere qui e la sera, beh si trasforma e diventa un insegnante di balli latino americano, ed è seriamente bravo. Si rende conto che lo sto guardando e mi fa l'occhiolino sorridendo. "Ma io sono forte!" mi ripeto in testa. Finita la coreografia di salsa e raccolti gli applausi entusiasti delle signore e ragazze che lo imitavano, molto vagamente, annuncia che ci sarà un tango.
<<Bene signore - dice al microfono- trovatevi un compagno, una compagna, ora si balla in coppia. Io la mia l'ho già trovata.>> si gira verso di me sorridendomi e mi tende la mano. La afferro, consapevole di fare una figura pessima perché non so ballare bene, ma accetto.
<<Non so ballare.>> sussurro aggrappandomi a lui. Lui mi guarda come per chiedermi il permesso di afferrarmi per un fianco e io annuisco.
<<Non importa saper ballare, non siamo ad una gara di ballo. Segui la musica, lasciati trasportare. Ti guido io.>> mi sussurra a tre centimetri dal mio orecchio e lo sento respirare affannosamente, spero a causa del ballo appena finito.
Il tango inizia e lui, con facilità mi trascina e io faccio come mi aveva detto poco prima: mi lascio trasportare.
<<Guardami negli occhi quando balliamo, l'effetto sarà diverso anche per chi guarda.>> mi sussurra sorridendo e guardando con i suoi occhi enormi e verde oliva.
Devo ammettere che mi metto in soggezione e che forse mi sto lasciando andare troppo a lui, ma è veramente bello. Si muove, io con lui, senza dirci nulla. Mi accarezza il viso con la sua stessa guancia, diminuendo sempre di più la distanza tra i nostri corpi e soprattutto le nostre labbra. Forse è sbagliato ballare in questo modo con uno sconosciuto. Forse è sbagliato ballare un tango con un tipo così. Forse è peggio un tango di uno strusciamento nel bel mezzo di una discoteca sulle note di musica house. Non mi sono mai sentita in questo modo, non mi ha fatto mai nessuno quest'effetto così tanto velocemente.
La musica purtroppo finisce, e noi siamo ancora uniti: mi guarda negli occhi e ha la fronte quasi appoggiata alla mia. Siamo circondati dagli applausi, evidentemente siamo stati bravi. Cioè è stato bravo.
<<Sei stata bravissima, meno male che hai detto di non saper ballare.>> mi sorride e, per mio enorme dispiacere, mi lascia andare.
<<Grazie.>> gli sorrido.
<<Bene signori e signore- si rivolge al pubblico - ora potete spostarvi nella zona discoteca dove ci sarà Stefano ad accogliervi.>> saluta tutti con un semi-inchino.
<<Ti va di andare a ballare?>>
<< Si mi va eccome!>>Balliamo tutta la sera al centro della pista, e ogni dieci minuti avevo un nuovo bicchiere pieno di cocktail in mano, e lui insieme a me. Mi tiene stretta a se con una mano sulla parte bassa della schiena e si muove a ritmo di musica. Questo ragazzo è una cosa assurda: bello, affascinante e sexy; non mi sentivo così leggera da tanto tempo.
<<Non mi sono neanche presentato, sono Brian!>> urla per farsi sentire sopra alla musica. <<Posso sapere il tuo nome?>>
<<Sara!>> e mi lancio ad accarezzarlo dalla spalla fino ai capelli.
<<Sara, Sara. Stasera mi hai fatto trascorrere una bella serata.>>
<<Ah si?>>
<<Si!>> sussurra a fior di labbra <<Sei proprio bella.>>
<<Posso dire lo stesso di te, Brian.>>
Mi guarda intensamente e poi si fionda sulle mie labbra, facendomi assaporare la sua lingua. Mi avvicina ancora di più a se e io mi lascio andare tra le sue braccia: gli stringo i capelli tra le mani e contraccambio il bacio con intensità, tanto da sentirlo anche gemere in modo rude. Lui si spinge con il bacino contro di me e io mi avvicino sempre più a lui.
<<Vieni con me?>> mi dice accarezzandomi i capelli.
Annuisco e mi faccio afferrare la mano. Lo seguo mentre si fa strada tra la folla e sono consapevole di camminare per inerzia dopo tutti i drink bevuti, ma sono sicura di quello che sto per fare. "Questa settimana divertiti" è diventato il nostro motto.Lo vedo smanettare con la card per accedere alla sua camera. Io lo abbraccio da dietro e gli sbottono la camicia per velocizzare le cose, perché so che nè io nè lui vogliamo perdere tempo in stupidaggini. Apre la porta e mi prende in braccio: con una mano mi mantiene per il sedere, con l'altra mi abbassa la zip del vestito, che poi solleverà e sfilerà da sopra la testa con estrema agilità, lasciandomi in intimo e tacchi. Mi lascia sul letto e si arma di preservativi dopo aver frugato nel cassetto. Ah beh, sono ben attrezzati direi. Lo guardo e lui mi sorride con espressione ubriaca e penso di fare altrettanto.
Si sfila il pantalone e i boxer, e io da gran sfacciata lo scruto dalla testa ai piedi con espressione di approvazione. Gattona su di me e mi lascia un bacio sulle labbra, per poi scendere a poco poco con le labbra sul mio collo. Sono morbide e calde; lasciano una scia umida fino al mio seno, che sento subito nudo dato che mi ha sfilato il reggiseno. Gli accarezzo i capelli mentre emetto gemiti di piacere e lascio che lui mi accarezzi ovunque con le sue
mani. Ha la pelle calda e sudata; sento i muscoli della schiena contrarsi sotto le mie dita. Afferra le mie cosce e se le mette intorno ai fianchi; lo sento immediatamente dentro di me e mi lascio andare alla sensazione di piacere che mi sta regalando.Mi guarda soddisfatto e si stende al mio fianco, dopo avermi dato un lungo bacio sulle labbra. Allunga una mano verso il cassetto e prende un pacco di Marlboro Red, per poi accenderne una.
<<Vuoi?>> mi porge il pacchetto.
<<No grazie, non fumo.>>
<<Non dovrei neanche io, però... Ti da fastidio se fumo qui?>>
<<No tranquillo, fai pure. È la tua stanza.>>
Aspira ed espira creando una grande nube che si dissolve in poco tempo.
<<Come mai sei qui?>> mi chiede.
<<Una mia amica mi ha offerto di venire con lei in vacanza e ho accettato.>>
<<Capisco, e dov'è stasera la tua amica?>>
<<Si vedeva con un ragazzo.>>
Annuisce ed aspira intensamente dalla sigaretta. È quasi magnetico quel rossore sulla punta che si infiamma e si dissolve in poco tempo.
<<Tu da quanto lavori qui?>>
<<È la seconda stagione che faccio qui. L'inverno studio, Economia a Napoli.>>
<<Interessante. E hai la passione per il ballo.>>
<<Si - sorride - ballo da quando avevo 7 anni.>>
<<Non hai mai provato a partecipare a dei talent? Sei veramente bravo.>>
<<Non credo di avere la preparazione adatta.>>
<<È bello vederti ballare invece.>>
Sorride un po' malinconico e poi mi copre, dopo aver lasciato il mozzicone di sigaretta nel posacenere.
<<È stata una bella serata.>> mi sorride accarezzandomi i capelli.
<<Anche per me. L'hai resa meno solitaria.>> gli sorrido anche io. Vorrei accarezzargli le punte mosse e schiarite dal sole, ma evito di toccarlo.
<<Sarebbe bello svegliarmi con te domani.>> sussurra impercettibile e rende tutto ancora più intimo. Io mi limito a sorridergli ancora. Non credo che domani mattina io sarò in questo letto perché non è quello che voglio questa volta.
<<Buonanotte.>> mi dice e mi bacia piano le labbra.
<<Buonanotte.>> gli rispondo e lo guardo mentre velocemente si addormenta. Io rimango a fissarlo per un po' di tempo, poi mi rigiro sulla schiena e cado in un sonno profondo.
STAI LEGGENDO
L'unica voce a cui il mio cuore risponde|| Alberto Urso
RomanceApril Mancini, 20 anni e Italo-americana, è una studentessa universitaria che ha appena concluso il primo anno alla Facoltà di Farmacia. È in partenza, controvoglia, per una vacanza con la sua famiglia, ma non sa che durante quella settimana farà un...