Epilogo.

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Roma, vigilia di Natale 2027, casa Urso.
La nostra casa è perfettamente addobbata per il Natale, Leonardo aspetta impaziente Riccardo che definisce "il cuginetto migliore del mondo". Hanno un rapporto splendido i bambini, sono cresciuti insieme e si amano come fossero fratelli. Riccardo è stato sempre molto premuroso nei confronti del piccolo "tornado Leonardo" , e spero sia così anche per le piccole appena arrivate. La piccola Eva ha ormai sette mesi ed è la fotocopia di Alberto, con gli stessi capelli scuri e gli occhioni chiari, e Beatrice, lo scricciolo di casa di soli tre mesi, figlia di Sara e Brian, è una Sara in miniatura. "Chissà quanti cuori manderanno in frantumi da grandi" mi viene da pensare sorridente. Credo che il fatto di aver acquistato due ville vicine sia stata un'idea ottima per far vivere al meglio a questi bambini il senso di famiglia, dato che siamo lontani da tutti i parenti. Alberto ormai è musicalmente avviato; Brian dirige una delle più importanti scuole di Latino americano di Roma, da dove escono grandi artisti; Sara si è laureata è ha avviato una farmacia tutta sua; io invece ho coronato il mio sogno della laurea in Medicina.
"Zia Sara" mi aiuta con la cena, anche se si deve dividere tra i fornelli e la bambina, perciò le lascio fare quello che può. Gli uomini sono impalati davanti alla loro partita di scopa, pur avendo tre bambini da badare. Finalmente Bea si addormenta e Sara la ripone nella carrozzina, avvicinandola insieme a quella di Eva, ai due "ragazzi", ormai belli grandi anche loro. <<Mi raccomando, tra una scopa e l'altra datelo uno sguardo a quelle due povere figlie, se no stasera vi mangiate aria fritta!>> dice Sara puntando una mano sul tavolo. Oh la mia Sara, è sempre proprio come l'ho conosciuta, bella e forte al punto giusto, e la maternità non ha fatto che farla diventare più bella. <<Bambini - si rivolge ai due ragazzini che giocano per fatti loro con la pista delle macchinine - ogni tanto date voi un'occhiata alle vostre sorelline, perché se dovessimo contare solo sui vostri papà non so che fine farebbero!>> dice ridendo e poi ritorna in cucina. I bambini prendono il comando di Sara come una delle più grandi missionI: Riccardo balza in piedi, correndo alla colletta della sorellina e la ammira dormire, poi si affaccia alla carrozzina di Eva. Guardo da lontano il mio Leonardo imitare il cugino: si alza goffamente e lo osserva, mentre con passo silenzioso si avvicina alla carrozzina della piccola Bea, imitando i gesti del cugino. Si solleva sulla punta dei piedi e guarda la bambina riposare ignara dell'ometto che la sta fissando con occhi amorevoli. Le prende la manina e ci deposita un bacio ingenuo, poi le aggiusta la copertina. Mi accorgo di come Leonardo stia sviluppando un senso di protezione nei confronti di Bea, già abituato a prendersi "cura" della sorellina che ha accolto con grande gioia. D'altro canto, seppur ancora piccola, Bea sembra apprezzare la presenza di Leonardo quando a modo suo cerca di farla giocare. Spero che crescendo questa vicinanza non vada scemando e che rimangano tutti e quattro sempre uniti. Do un'ultima occhiata alle lasagne in forno e mi fermo un attimo a guardare questo splendido quadretto: chi l'avrebbe mai immaginato otto anni fa che ci saremmo trovati tutti e quattro, con i nostri splendidi bambini, a festeggiare un altro Natale insieme come una vera famiglia.

L'unica voce a cui il mio cuore risponde|| Alberto UrsoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora