U N O

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"Ottimo lavoro, Adaline!" commenta la nostra coreografa, Sam, dall'angolo più sollevato del palco. "Perfetto!"

Le sorrido raggiante e senza fiato prima di lanciarmi con agilità fra le forti braccia del mio partner, Evan. Mi solleva, ed il piego una gamba all'altezza del ginocchio ed estendo un braccio dietro di me per la posizione finale. Evan mi fa librare nell'aria per qualche momento prima di riposizionarmi a terra.

Attendiamo con pazienza che Sam attraversi il palco, i suoi tacchi risuonano sul pavimento ed i suoi occhi scuri brillano di emozione.

"Direi che la coreografia è quasi completa, ragazzi!" esulta la donna, portandosi una ciocca di capelli biondi dietro l'orecchio mentre digita qualcosa sul tablet. "Dovremmo essere più che preparati per la serata d'apertura quando sarà il momento".

"Credi che dovremmo rivederla qualche volta prima di andare?" domanda Evan passandosi una mano nei suoi capelli dorati.

"Vi meritate una pausa" ribatte Sam. "State provando senza sosta, e si vede. Andate a casa, riposatevi, ci vediamo domani mattina alle 7 in punto".

"Grazie Sammie, ci saremo". Le sorrido, io ed Evan l'accogliamo in un veloce abbraccio prima di dirigerci verso il backstage.

Ci appropriamo dei nostri effetti personali, ci spostiamo in silenzio data la grazia che ci contraddistingue, e ci dirigiamo verso gli spogliatoi. Entriamo entrambi in quello delle donne, non ci vergogniamo di vedere i rispettivi corpi poiché siamo partner e amici da più di cinque anni.

"Sono così contento che ci ha lasciati andare a casa prima" sospira Evan sedendosi su una panchina per togliersi le scarpette. "Non vedo l'ora di sorprendere Nate! Lo porto fuori a cena. Se lo merita".

"Sono sicura che gli piacerebbe tanto. È molto dolce da parte tua". Gli sorrido mentre mi rimuovo a mia volta le scarpette e l'abbigliamento tecnico in favore di una canottiera ed un paio di leggings.

"E tu, Adaline? Hai dei piani per questa serata libera?" domanda educatamente il ragazzo, agevolando l'ulteriore conversazione.

"Eh, mi conosci. Forse finirò per addormentarmi sul divano guardando vecchi cartoni animati" faccio spallucce sciogliendomi i capelli che avevo acconciato nello stretto chignon.

"Un giorno abbraccerai un uomo invece che la tua coperta preferita", sospira Evan con fare teatrale mentre si toglie la t-shirt. "Comunque il mio amico Myles è ancora disponibile".

"Non vado agli appuntamenti al buio o simili. Lo sai, Ev" sorrido passandomi una mano nei lunghi capelli neri che ora si estendono verso la parte inferiore della mia schiena.

"Sì, ma è bello tipo ommioddio" commenta facendomi ridere. "Tragicamente etero".

"Ti credo. Solo non sono interessata al momento" affermo con decisione, sapendo che per ora Evan lascerà perdere, ma riporterà a galla l'argomento fra qualche settimana.

"D'accordo, brontolona" dice con fare difensivo, quindi mi allungo e gli scompiglio i capelli. Il ragazzo allontana prontamente la mano dai suoi capelli ben curati ed acconciati. Emette poi una risata nasale nel portarsi la borsa sulla spalla. "Ci vediamo domani, okay?"

"D'accordo" sorrido accettando il suo abbraccio deciso prima di lasciarlo andare. "A domani".

Con ciò il ragazzo esce dallo spogliatoio con particolare fretta, sta sicuramente pensando al suo ragazzo Nate.

Sorrido quando la porta viene richiusa. Mi volto verso lo specchio, la mia pelle pallida praticamente brilla alla fredda luce del neon. Cancello le tracce lasciate dal mascara, rovinato dal mio sudare e ballare tutto il giorno. Poi chiudo la zip della mia borsa e me la porto sulla spalla prima di uscire dallo spogliatoio. Ritorno sul palco per salutare Samantha.

"A domani, Sam" la saluto con la mano, e la vedo tirarsi su appena le maniche della camicia prima di appropriarsi dei suoi effetti personali.

"Buona serata, Adeline!" ribatte prima di dirigersi verso la porta d'ingresso dell'auditorium, uscire e chiuderla dietro di sé.

Esco invece dalla porta sul retro, assicurandomi di averla chiusa prima di dirigermi alla mia auto. Getto il borsone sul sedile posteriore prima di mettermi al posto di guida ed avviare il veicolo. Dopo aver guidato per circa dieci minuti, raggiungo finalmente il mio stabile.

Sorrido educatamente al portinaio, controllo la mia cassetta delle lettere prima di salire facendo due gradini alla volta. Presto raggiungo il terzo piano, la cinghia della borsa affonda nella mia clavicola mentre cerco la chiave.

Una volta all'interno chiudo a chiave la porta dietro di me e sospiro quando poso il borsone. Mi faccio una doccia e sistemo alcune cose prima di riprendere con la mia ruotine che consiste nella cena, Netflix ed io che mi addormento sul divano dopo aver letto qualcosina dei miei libri preferiti.

La mia vita non è assolutamente spettacolare, ma preferisco la mia vita nella media rispetto al sogno di qualcun altro. Mi hanno detto tutti che non avrei mai dovuto diventare una ballerina, ma non sono mai stata così felice.

Il mio sogno ebbe inizio quando avevo sette anni, e mia madre mi donò una palla di neve con all'interno una ballerina che fa le piroette.

E non ho mai smesso di sognare.

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