ATTENZIONE: da questo punto in poi il libro si fa grafico e violento.
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"Madre! Non sai quanto ti ho cercata" esulta l'uomo, il suo voltò è oscuro e la pistola gli trema in mano.
"Metti giù la pistola" gli ordina Derek, facendo un altro debole tentativo di alzarsi in piedi.
"E perché mai dovrei volerlo fare?" domanda l'uomo pigramente, prima di voltarsi verso di me. "Alzati. È ora di andare a casa".
"No" dico accantonando la mia paura, quindi il suo dito abbraccia il grilletto.
"Scusa, che cos'hai detto?" domanda a denti stretti.
"Ho detto di no" ripeto, il mio tono è sorprendentemente coraggioso per qualcuno che si sta scavando la fossa. "Puoi andare all'inferno".
"Oh, ma Madre...ci sono già!" ridacchia con fare maniacale, voltando brevemente il viso ed esclamando a qualcuno di invisibile di tacere.
Colgo l'occasione per gettarmi contro di lui, ma lui riporta lo sguardo su di me notando il mio tentativo. Quindi posa un piede sul mio addome, calciandomi a terra più vicino a Derek. Trasalisco da dolore, poiché il suo calcio infierisce sulla mia ferita al fianco.
"Figlio di puttana!" esclama Derek minacciando l'uomo, il risultato è il rumore di un colpo di pistola che echeggia nell'isolato.
In quel momento è un po' come se il mondo procede al rallentatore. Una falena sbatte le ali nell'aria stagnante, il suono delle sue ali è amplificato nel mio stato catatonico. Il cane di un vicino abbaia da qualche parte lungo la strada, il rumore è ovattato come se lo percepissi da sott'acqua. Il sangue scorre con estremo vigore nelle vene delle mie orecchie, facendomi sentire il mio battito cardiaco.
"È meglio, vero Madre?" la voce dell'S.I. mi riporta sulla terra, quindi mi volto immediatamente verso Derek.
La prima cosa che vedo è l'espressione sul suo volto. Un silenzioso grido di dolore si è fatto strada sui suoi bellissimi tratti, i suoi occhi sono serrati mentre una mano è ferma sul suo petto.
È in quel momento che noto il sangue.
Il liquido scuro scivola fra le sue dita quando il suo petto ferito si fa più pesante, i suoi polmoni sono alla ricerca disperata di aira. Apre subito gli occhi, sgranati dall'agonia quando il sangue prende a fuoriuscirgli dalla bocca, il rosso cremisi gli sporca i suoi denti dritti. I suoi occhi spaventati e vulnerabili sono nei miei quando un lamento animalistico lascia le sue labbra, incitando un'ulteriore getto di sangue.
"Derek" il suo nome è costretto in un mio singhiozzo, i miei pianti assordanti quasi ovattano il suono delle sirene in lontananza.
"Alzati!" ordina bruscamente l'S.I., la sua mano libera è stretta attorno al mio bicipite e mi sta sollevando.
"Lasciami andare!" urlo difendendomi con tutta la mia forza quando lui mi cinge il torso con un braccio e mi solleva da terra. "Dannato figlio di puttana!"
Urlo e mi divincolo nella stretta d'acciaio attorno ai miei fianchi, le mie gambe si agitano nel tentativo di liberarsi. Con ogni calcio sento il dolore della mia ferita, ma mi rifiuto di smettere di combattere.
"Madre, devi fare silenzio" insiste l'uomo, avvicinandosi ad un grande veicolo. "Non vorrai disturbare i vicini!"
Il suo menzionare i vicini mi ispira ad urlare con più vigore, sapendo che qualcuno potrebbe aiutare Derek. "AIUTATELO, PER FAVORE!" urlo il più forte possibile, prima di sentire che i capelli sulla mia nuca vengono tirati con vigore.
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Ballerina |ITA|
Fanfiction| storia originale di @thebookmaven | cover credits: @translatorITA | 📚 Adaline Watson è una ballerina di danza classica con un'intensa passione per ciò che fa. Derek Morgan lavora per l'Unità di Analisi Comportamentale e condivide la stessa passio...