V E N T I C I N Q U E

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Punto di vista di Myles Keller

Guardo Madre riposare pacificamente sul suo letto cambiato di fresco. Le si muovono gli occhi sotto le palpebre, e le lunghe ciglia le raggiungono la parte superiore degli zigomi. È bellissima nella camicia da notte bianca che le ho fatto indossare dopo averla lavata, il suo petto ampio si alza e si abbassa sotto al sottile cotone.

"È un angelo" commentò in un respiro quando le accarezzo delicatamente le labbra con il pollice, grazie al quale percepisco la ruvidità della pelle screpolata delle stesse. "Così bella".

S'irrigidisce appena al mio tocco, ma so che le medicine che le ho somministrato sono abbastanza forti da farla dormire per diverse altre ore se non per tutta la notte. Le voci nella mia mente si zittiscono quando noto che le viene la pelle d'oca sulle sue braccia snelle, quindi mi munisco di una delle coperte morbide piegate sui cuscini accanto a lei. Prima di coprirla mi prendo un momento per controllarle la ferita alla cassa toracica, sollevando un lembo della camicia da notte.

Mi acciglio alla vista della mia medicazione poco efficace, la quale è circondata da brutte macchie rosse sotto pelle, l'intera area è calda al tatto nonostante lei stia sudando freddo.

"Non ha un bell'aspetto, My" una voce femminile sovrasta le altre, usando il soprannome con cui solo lei mi chiama.

La ignoro e posiziono la coperta sul corpo tremante di Madre.

"Già amico, ti conviene che se ne occupi un vero dottore".

"Non posso portarla da un dottore!" ribatto tirandomi con forza i capelli quando balzo in piedi. "La porteranno via da me" mi sposto da un lato all'altro della stanza.

"Forse non ti meriti di averla" commenta la donna, e gli altri sostengono la sua tesi.

"Ma non posso vivere senza di lei" mi sento le lacrime formarsi. "È tutto ciò che ho sempre voluto".

"Ma non puoi farla morire, ragazzino" commenta la voce più cattiva di tutte.

"Ehi!" accuso la voce che è appena uscita dal proprio nascondiglio. "A cosa stai pensando? Madre ha odiato quella maschera che mi hai fatto mettere! Era così spaventata!"

"Lo era" la sua risatina mi va venire i brividi. "Proprio come piace a me. Proprio come quando ho sparato a quell'agente che la teneva lontano da te".

"Hai fatto cosa?!" trasalisco. "Non puoi sparare a un federale! Mi butteranno in prigione e getteranno via la chiave!"

"Almeno avrai noi, Myles" mi consola la voce maschile più gentile.

"Avrai sempre noi" fa eco un'altra.

"Ma io non vi voglio!" esclamo, ed una lacrima mi riga la guancia prima di finirmi nella barba. "Non vi ho mai voluti!"

"Asciugati le lacrime, ragazzo!" ordina l'uomo spaventoso. "Adesso sii uomo e fai ciò che devi fare prima che io prenda il sopravvento una volta per tutte".

Adaline riposa con fare agitato, uno strato di sudore le copre il viso ed il petto scoperto. Il suo respiro è irregolare a causa dell'infezione che sta prendendo piede nelle sue vene, emanata dalla ferita da taglio al fianco, la quale è stata rammendata alla bene e meglio. I sangue le si accumula sotto la pelle, e vibra al ritmo del suo debole battito cardiaco. Sogna il nulla.

Diverse miglia più in là il suo rapitore si è trovato in una situazione.

Myles Keller si ritrova barricato nella stanza sul retro di una struttura medica locale, cercando disperatamente di ignorare il suono dell'allarme mentre cerca di riempire la tracolla con diversi antibiotici. È consapevole che se non uscirà nel giro di pochi secondi dalla finestra che infranto per entrare, le sirene delle auto della polizia che si stanno avvicinando metteranno fine al suo tentativo eroico di salvare la sua preziosa Madre.

Impreca dal dolore quando attraversa la finestra con il vetro rotto, peggiorando le proprie ferite che si è inferto nell'entrare. Zoppicando si dirige in fretta verso il proprio veicolo, lasciando però una ridotta scia di sangue sul terreno polveroso. Una volta a bordo getta la sacca sul sedile del passeggero. Quando porta il piede ferito sull'acceleratore un grugnito di dolore si fa strada fra le sue labbra sottili, ma lo affonda sul pedale con la fervente sollecitudine che solamente un uomo in fuga può avere.

Ignora le voci nella propria mente, concentrandosi solamente sulla strada, incrociando una truppa di auto della polizia che accelerano lungo la strada verso la farmacia da cui lui è appena scappato. Una volta in cui le auto sono fuori dal suo campo visivo, Myles spinge il motore alla sua massima potenza, l'ago del tachimetro approccia i 160km/h. Non ha prestato attenzione.

Ma ce l'ha fatta.

Per lui è tutto ciò che importa.

Non sa però che la scia di sangue che si è lasciato dietro, e la telecamera di servizio di una piccola stazione di servizio lo porteranno alla rovina. 

Ballerina |ITA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora