N O V E

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Punto di vista di Adaline Watson

Mi passo le mani sul volto quando mi guardo allo specchio.

Ho un aspetto orribile.

Ho i capelli spettinati, gli occhi stanchi, e una guancia rossa perché ha aderito contro il bracciolo del divano tutta la notte.

Provo imbarazzo perché Derek mi ha vista in questo stato, ma non sembrava gli avesse dato fastidio...nonostante abbia la sensazione che anche se fosse, sia troppo educato per dire qualcosa.

Mi lavo velocemente i denti e metto un po' di mascara e del rossetto in modo che il mio viso non sia completamente coperto dal trucco. Mi pettino i capelli e li sistemo su una spalla, prima di uscire dal bagno e dirigermi verso la camera da letto.

Mi approprio di un paio di jeans aderenti strappati sulle ginocchia, un maglione largo di color verde scuro ed un paio di tronchetti prima di ritornare in bagno per indossare il tutto. Una volta finito, ritorno nel corridoio, dove indosso la borsetta e gli occhiali da sole.

"Pronto?" domando appoggiandomi allo stipite della porta, giocherellando con gli occhiali da sole in mano.

"Uh—sì" risponde Derek sorridendomi e posando uno dei miei libri sul tavolino del salotto.

Si alza poi dal divano sistemandosi la pistola assicurata alla sua cintura, e toccandosi le tasche per accertarsi di avere con sé tutto ciò che gli serve.

"Credimi Derek, questo locale ti piacerà da impazzire" gli prometto mentre lo guido alla porta d'ingresso.

Il suono dei miei passi sul parquet è ovattato rispetto a quello che producono i passi di Derek, al che sul mio viso si allunga un ghigno, e per distrarmi cerco le chiavi nella borsetta.

Una volta sul pianerottolo aspetto che Derek esca dalla porta prima di chiuderla a chiave. Poi mi sistemo la borsetta nel scendere le scale.

"Fai sempre le scale?" mi domanda Derek, al che annuisco mentre scendiamo i tre piani.

"Non sono una grande fan degli ascensori" rispondo dando un'alzata di spalle.

"Claustrofobica?" mi domanda.

"No. Solo non mi piacciono" ridacchio quando ci troviamo all'altezza del secondo piano. "Sapevi che negli Stati Uniti gli ascensori compiono 18 miliardi di tratti e sono responsabili di 27 morti e feriti ogni anni?"

"Mi sembri Reid" ride Morgan dalla sorpresa.

Gli rivolgo un sorriso mentre faccio i calcoli a mente. "Quindi durante ogni tratto c'è lo 0.00000015% di possibilità di morire o di restare feriti".

"Come hai fatto a fare il calcolo così velocemente?" mi domanda con fare sorpreso.

"Forse il Dottor Reid non è l'unico cervellone che conosci" lo informo, facendolo accigliare dalla confusione. "Immagino che tu non abbia letto il mio file".

"No, non ancora. Quindi sei terribilmente brava in matematica; che altro?" domanda, stupito dal fatto che abbia rivelato il mio talento.

"Non sono nemmeno lontanamente intelligente quanto il Dottor Reid, ma mi sono diplomata a 15 anni. Ho preso il Dottorato a 21 anni" gli dico arrossendo furiosamente.

Ciò che non gli dico è che mio padre mi forzò così tanto a scuola al punto che quasi morii dallo stress. Non esagero...iniziai ad avere problemi di cuore ed ansia a 17 anni, ma li ho risolti.

"Non vergognarti, Adaline. L'intelligenza è molto importante" mi rassicura Morgan.

"Non mi vergogno" mormoro, abbassando la testa in modo che i capelli nascondano parte del mio viso.

Ballerina |ITA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora