S E T T E

1.1K 41 4
                                    

Punto di vista di Derek Morgan

Osservo incantato Adaline muoversi con grazia sul palco, il suo corpo sottile è così naturale anche nelle pose più innaturali.

Le mie labbra si schiudono quando il suo partner, un ragazzo biondo e muscoloso, la solleva sopra la sua testa senza sforzo apparente.

Sento il mio sguardo bruciare sul suo partner quando la stringe fra le braccia con fare tenero nel posarla a terra, stringendola al suo petto mentre lui si abbassa sulle ginocchia.

Non si merita di stringerla in quel modo.

Sono certo che tutto ciò a cui lui sta pensando è fare le cose nel modo più appropriato con la bellezza che stringe fra i suoi bicipiti mentre si solleva in piedi, facendo volteggiare Adaline in ampi cerchi.

Quando stringo i pugni in grembo mi rendo conto di essere geloso. Mi ammonisco per comportarmi in modo possessivo nei confronti di una donna che ho incontrato solamente quella mattina, ma lei è speciale.

È una fonte di luce in un posto buio.

Mi ritrovo presto ad ignorare tutto ciò che succede sul palco tranne Adaline, e mi perdo nel suo bellissimo modo di ballare.

Alla fine dello spettacolo tutti si alzano in piedi ed applaudono, nel frattempo i ballerini ritornano sul palco. Non riesco a trattenermi in piedi ed esultare quando Adaline avanza sul palco.

Applaudo più forte degli alti.

Mi faccio strada tra la folla in modo da raggiungere Adaline quando si troverà nella lobby. La vedo, e mi dirigo verso di lei con un grosso sorriso in volto.

"Sei stata...wow!" le faccio un complimento, ancora scioccato dal modo perfetto in cui si è mossa sul palco.

"Grazie, Derek. Lo apprezzo" mi sorride dolcemente.

"Ehi, piccola" dice una voce maschile, un uomo alto mi passa accanto e le cinge le spalle con un braccio. "Lui chi è?"

"Derek, lui è Evan. Evan, Derek" ci presenta Adaline, e rilasso la mascella rendendomi conto che si tratta del partner di scena di Adaline.

"Piacere conoscerti, Derek" dice Evan educatamente, al che annuisco brevemente.

Di sicuro è il fidanzato di Adaline. Altrimenti non si spiega come mai la stringa in quel modo, ed anche l'affinità che hanno dimostrato sul palco.

"Allora...da quanto tempo state insieme?" domando, e sento la gola stringersi appena dalla gelosia.

"Insieme? Tipo da coppia?" domanda Adaline sgranando gli occhi, al che annuisco. "Non stiamo insieme".

Le sue parole mi fanno riprendere aria.

"Oh scusate, sono solo saltato alle conclusioni" mi scuso, sentendomi arrossire.

"Non credo che il mio ragazzo apprezzerebbe il fatto che ci provassi con Adaline" ridacchia Evan, al che allontano la mia ansia.

Ragazzo.

"No, non lo apprezzerebbe" interrompe una voce squillante, un uomo basso dai capelli rasati di lato si unisce al gruppo.

"Lui è il mio ragazzo, Nate" Evan presenta l'uomo minuto con fare affezionato, tirandolo al proprio fianco. "Nate, lui è l'amico di Adaline, Derek".

"In realtà sono dell'FBI. Unità di Analisi Comportamentale" dico prima di mostrare discretamente il mio distintivo ai due uomini.

"Merda, Addie! Cos'hai fatto?" domanda Nate freneticamente, scuotendo Adaline per le spalle.

"Non ha fatto niente di sbagliato, sono solo successe alcune cose e non vogliamo farle rischiare. So che voi due siete suoi amici fidati, quindi voglio avvisarvi di fare attenzione a comportamenti sospettosi" li informi, e Nate smette di scuotere Adaline e la abbraccia.

"La mia piccola morirà?" domanda Nate con fare teatrale, facendomi sorridere furbescamente.

"Se la caverà. Mi è stato affidato l'incarico di scortarla tutto il tempo, ed ho intenzione di svolgere il mio compito" annuisco, Evan si volta verso di me.

"Ha qualcosa a che fare con quelle donne scomparse?" mi domanda.

"In realtà hanno trovato la seconda donna, è viva, l'hanno salvata mentre stavate facendo le prove. È su tutti i telegiornali" Nate dice ad Evan, il quale annuisce.

"Mi prometti che la terrai al sicuro?" mi implora Evan. "È la mia migliore amica. Non posso perderela".

"Te lo prometto".

"Beh...è tutto qui...uhm...voglio dire" Adaline da un'alzata con fare incerto, si trova nel mezzo del salotto e sta gesticolando.

"Mi piace" deciso, guardandomi attorno, osservando tutti i libri accumulati in giro. "Ti piace Shakespeare?"

"Lo adoro. Da sempre" conferma Adaline nel sollevare il pesante libro la cui copertina è costituita dal volto di lui.

"Si vede. Questo libro è...vissuto" noto la rilegatura logora. "Penso che tu e Reid andreste molto d'accordo. È in grado di leggere ventimila parole al minuto".

"Wow" commenta con un sorriso, al che mi si stringe il petto. "Deve essere veramente speciale".

"Già, è qualcosa per cui gli altri lo possono prendere in giro. Tutti i ragazzini a scuola lo canzonavano per essere intelligente" ribatto corrucciato, posando il libro con delicatezza.

"Anche io sono stata vittima di bullismo. I ragazzini sanno essere cattivi" dice Adaline, al che alzo lo sguardo con fare scioccato.

"Sei stata vittima di bullismo? Ma tu sei così...tu" dico incredulo, colto completamente alla sprovvista.

"Ai ragazzini non interessa se hai un buon cuore. A loro importa che aspetto hai o da che genere di famiglia provieni" dice Adaline, sedendosi sul divano, ed io faccio lo stesso. "Che tu ci creda o no, ero molto più pesante quando ero più piccola".

"Tu?" domando nuovamente, guardando la sua figura minuta.

"Già. E non ne ho mai visto la fine fino a quando non ho perso quindici chili alle superiori" da un'alzata di spalle e mi acciglio al pensiero di una ragazza così giovane che deve sopportare una cosa del genere.

"È veramente un peccato" dico sinceramente, mascherando uno sbadiglio. "Non te lo meritavi".

"Ecco. Ti faccio vedere dove dormirai stanotte" propone lei, ed annuisco prima di seguirla.

"Grazie" le sorrido quando apre la porta di ciò che immagino sia la camera degli ospiti.

"Non è affatto un problema. Considerato il fatto che stai facendo di tutto per tenermi al sicuro".

"Non lo sento come un'imposizione" ammetto. "È bello trascorrere del tempo con qualcuno che non ti mostra continuamente delle foto di cadaveri".

"Ti posso promettere che non lo farò" ribatte con una smorfia. "Se non la senti come un'imposizione, allora non rendiamo questa cosa noiosa. Domani andremo da qualche parte, divertiamoci un po'...ti piace il caffè?" mi domanda, ed annuisco.

"Fantastico" rispondo, e lei mi rivolge un ghigno.

"Allora so dove andremo a fare colazione domani. Dormi bene, Agente Morgan" dice nell'allontanarsi dalla stanza.

Agente Morgan.

Per qualche motivo il modo in cui pronuncia il mio nome mi fa sentire molto più importante.

Ballerina |ITA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora