Q U A T T R O

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Punto di vista di Adaline Watson

Mi corruccio quando raggiungo la lobby dell'auditorium. Nel parcheggio è presente un numero sospetto di veicoli, e dovevo solamente trovarmi con Sam per discutere di alcune cose.

"Sam?" domando con fare preoccupato quando la vedo accanto ad un piccolo gruppo di persone. "Che succede? Va tutto bene?"

"Sto bene" mi rassicura la donna, afferrando il mio avambraccio con la mano e guidandomi verso un gruppo di sconosciuti.

"Salve, sono l'Agente Hotchner dell'FBI. Può per favore confermare che si tratta di Lei in questa foto?" domanda con fare severo, e quasi svengo nonostante so di non aver fatto niente di sbagliato.

Guardo il tesserino che l'uomo mi mostra prima di osservare la foto che regge. Si tratta dello scatto di me con le tre bambine e la loro madre, risale a qualche giorno fa.

"Sì signore, sono io" annuisco, mi trema appena la voce. "Perché? Che succede?"

"La donna nella foto è sparita sabato mattina presto. Ha notato qualcuno di sospetto nella folla dopo lo spettacolo? Qualcuno che l'ha seguita".

"No, mi spiace. Non ricordo di aver visto nessuno fuori dall'ordinario" dico costernata. "È sempre un momento così caotico, a volte non ricordo nemmeno che faccia ho nella confusione".

"Non si preoccupi, Signorina Watson. Era solo un'idea" mi rassicura l'Agente, facendomi rilassare appena i nervi. "Potreste portarci nella stanza della sicurezza?"

"Certo, seguitemi pure" annuisco sistemandomi la borsa sulla spalla prima di dirigermi verso la stanza con i monitor di sicurezza, Sam è accanto a me.

Tengo lo sguardo fisso sul pavimento ricoperto dalla moquette fino a quando raggiungiamo la nostra destinazione, la donna dai capelli biondi e l'abbigliamento stravagante accede alla stanza muovendo i fianchi.

"Grazie, carissima" sorride con fare allegro. "Sono Penelope Garcia, ma puoi chiamarmi Regina".

Sorrido con fare imbarazzato, spostando il peso da un piede all'altro prima di annuire.

"Mi scuso per lei. È particolare" commenta un uomo molto affascinante dalla carnagione scura, ha un ghigno in volto.

"Nessun problema. Sembra molto vivace" ribatto, facendolo ridacchiare.

"Diciamo di sì" commenta, e per la prima volta dall'inizio di questa vicenda, mi rilasso. "Sono l'Agente Morgan. Chiamami Derek".

"Adaline, puoi riporre la borsa in auto, posticiperemo le nostre prove private" dice Sam, quindi annuisco prima di uscire dalla stanza rivolgendo un sorriso timido all'Agente Morgan.

Mi dirigo verso la mia aiuto, ancora scossa da quanto appreso. Ero accanto a quella donna. Abbiamo scherzato e riso insieme. Ho tenuto le sue bambine in braccio. Ed ora è sparita.

Deposito la borsa nel sedile posteriore dell'auto, e sto per ritornare dentro, ma poi vedo due rose rosse sul parabrezza della mia auto, vi sono attaccati dei biglietti.

'Non è bella quanto te'

'Presto saremo insieme, Madre'.

Rimango perplessa dai messaggi, ma con un assassino a piede libero decido di ponderare sui messaggi quando mi troverò in presenza degli Agenti dell'FBI.

Corro dentro, sbattendo la porta dietro di me. Mi dirigo velocemente verso la stanza della sicurezza, con i fiori in mano. Sbatto accidentalmente contro l'Agente Hotchner.

"Mi dispiace molto!" strillo, mi tremano così tanto le mani da far cadere una delle rose.

"Che cosa sono?" domanda Sam con fare stuzzicante, pensando che le abbia ricevute come gesto romantico.

Ballerina |ITA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora