Punto di vista sconosciuto
Le voci commentano con fare euforico mentre accelero lungo la strada di campagna, sollevando una coltre di polvere dietro il mio veicolo mentre il tramonto svanisce
"Ce l'hai fatta!"
"Finalmente è nostra!"
"Sono fiero di te, Myles".
"Sì Myles, sei stato bravissimo!"
Percepisco i loro complimenti come uno shock considerato quanto mi hanno maltrattato mentre stavo rapendo madre. Loro non la amano quanto la amo io. La volevano viva o morta.
"Non le farete del male, vero?" imploro. "Vi prego, non portatela via da me...l'ho cercata per troppo a lungo".
"Fidati di noi, Myles!"
"Già, siamo tuoi amici. Non vorremmo ferirti!"
Prendo un respiro profondo sentendo l'aria condizionata accarezzarmi la barba quando approcciamo il mio santuario. Allontano le voci quando queste parlano fra loro a bassa voce, i toni malefici delle loro voci riverberano nella mia mente quando do una breve occhiata a madre nello specchietto retrovisore. È ancora accasciata al muro del camioncino, ha gli occhi chiusi e le labbra pallide. Deglutisco con forza quando vedo la macchia di sangue coprire l'intera porzione della sua maglia arancione che ha raggiunto anche il pavimento del veicolo.
"Sii forte, Madre" l'incoraggio a bassa voce, e stringo la presa sul volante quando affondo l'acceleratore. "Manca poco".
➖
Punto di vista di Adaline Watson
La prima cosa che riacquisisco è l'udito.
Il suono stridulo riverbera continuamente, rimbalzando nella mia testa fino a farmi quasi male. Le mie palpebre sono pesanti, resistono ogni mio tentativo di sollevarle dalla loro paralisi testarda. Emetto un grugnito sommesso, la testa mi pulsa quando riacquisto la sensibilità delle mani, il dolore raggiunge la parte anteriore del mio cranio. Un movimento dei miei fianchi mi fa boccheggiare in cerca di aria, l'agonia mi raggiunge al fianco.
Resto immobile per un momento, e rimango in silenzio mentre cerco di capire dove mi trovi. È silenzioso...e freddo. Allungo appena le dita, quindi percepisco la consistenza morbida di un letto sotto di me. Qualcosa assicura la mia caviglia destra, quindi svolgo un altro tentativo confuso di aprire gli occhi: quando sollevo le palpebre le mie iridi vengono assalite dalla forte luce.
Il mal di testa peggiora causa l'improvvisa fonte di luce, ma mi sforzo di issarmi sui gomiti nonostante il dolore che si irradia nel mio torso. Quando riapro gli occhi la prima cosa che noto è la pelle d'oca sul mio pallido ventre nudo. Il panico avanza in me quando mi rendo conto che la costrizione alla mia caviglia consiste in una catena, il cui opposto è fissato all'elaborata pediera di metallo bianco.
Cerco di restare calma e tento di valutare la gravità delle mie ferite. La ferita da taglio al torso è coperta da una spessa banda dalla quale, nonostante il dolore, non gocciola del sangue. Mi mordo la pelle secca del mio labbro inferiore quando osservo il mio corpo. Indosso solamente il reggiseno ed i pantaloni. Prego in silenzio che non mi sia accaduto niente mentre avevo perso i sensi, ma l'unica prova che sono stata toccata consiste nella benda e nella catena.
Analizzo quindi la stanza con il cuore che mi batte sempre più forte, osservo lo strano tema decorativo del locale. L'odore di vernice fresca raggiunge le mie narici, sicuramente proviene dalla pittura rosa pastello distribuita in modo incoerente sui muri di cemento della camera. Ogni piccolo dettaglio è in perfetto ordine, persino le statuine di vetro disposte sul piano di una postazione da trucco, lo specchio è coperto di polvere fino a distorcere ogni riflesso.
"Mio Dio" sussurro con voce spezzata, mi si formano le lacrime agli occhi quando la paura inizia a prevaricare sullo shock iniziale.
Lascio che le lacrime mi righino le guance il più silenziosamente possibile mentre la mia mente assimila ogni dettaglio di ciò che mi circonda. La stanza sembra appartenere ad una bambina molto viziata; diversi peluche e bambole di porcellana sono distribuite nella stanza in modo che guardino direttamente verso il letto. Sul muro più lontano è stata disposta una libreria, la quale è adornata di oggetti che non riesco a distinguere data la poca luce.
Mi sforzo di mettermi a sedere sul letto rosa di seta, quindi mi sistemo contro un frivolo cuscino quando proseguo a valutare la mia situazione. Mi appoggio con attenzione ed in silenzio verso il bordo del letto, sollevando con cura catena per investigare il modo in cui è vincolata a me ed alla struttura del letto. Sussulto quando il fianco mi brucia dal dolore, prendendo bruscamente un respiro quando lascio cadere la catena producendo un suono metallico nella stanza di cemento.
Il cuore mi batte all'impazzata, e la mia peggiore paura diventa una realtà quando odo dei passi pesanti provenire da qualche parte sopra la stanza dove mi trovo. Ogni passo sul legno del pavimento sovrastante mi fa venire i brividi dal terrore lungo la schiena, i polmoni cercano disperatamente aria quando vado completamente nel panico.
È un suono che mi tortura, e sembra impiegare una vita ad approcciarmi, ogni passo si fa appena più forte nel corso di ciò che percepisco come ore. Sento lo stomaco stringersi quando i passi si spostano lungo il vano scala, sicuramente l'S.I. sta avanzando verso il seminterrato dove sono stata confinata. Comincio quindi a tirare la catena con forza, non curandomi di fare rumore. Un urlo disperato lascia le mie labbra quando tiro la catena con tutta la mia forza, guardandomi attorno in cerca di potenziali armi. Sfortunatamente apprendo che il letto è stato sistemato troppo lontano da qualsiasi altro complemento d'arredo.
Mi si gela il sangue nelle bene quando odo l'uomo percorrere l'ultimo passo, seguono poi diversi secondi di silenzio in cui il mio cuore mi sfonda la cassa toracica. Mi si rivolta nuovamente lo stomaco quando sento il suono della chiave che viene inserita nella toppa. Poi la serratura che viene sbloccata lentamente mi fa cessare completamente il battito cardiaco.
STAI LEGGENDO
Ballerina |ITA|
Fanfiction| storia originale di @thebookmaven | cover credits: @translatorITA | 📚 Adaline Watson è una ballerina di danza classica con un'intensa passione per ciò che fa. Derek Morgan lavora per l'Unità di Analisi Comportamentale e condivide la stessa passio...