Punto di vista di Adaline Watson
Sento il mio corpo muoversi prima di riuscire ad aprire gli occhi, ma quando lo faccio vedo il soffitto molto sfocato. Grugnisco, le mie labbra secche sono serrate quando tento di sollevare la testa, ma l'abbandono subito sul cuscino polveroso. Il mio corpo è insensibile, ed ogni volta in cui cerco di muovermi mi sento come se fossi sott'acqua.
"Shhh" dice una voce dolce accanto a me, i miei occhi si aprono al suono. "Devi riposare, Madre. Hai ancora addosso gli effetti della medicina".
La mia vista è confusa, ma mi sorprendo quando vedo una teta di capelli bionda ed un viso sbarbato piuttosto che avere davanti l'aspetto tormentato di Myles. I tratti del viso mi risultano sempre più a fuoco, mutando in qualcosa di stranamente familiare ma irriconoscibile a causa del livello di distorsione dell'immagine. Sbatto le palpebre una, due, tre volte ancora prima che il mio cervello riesce a dare un senso all'individuo che torreggia su di me.
"Sam?" sussurro, il volto della mia migliore amica è quello dell'individuo seduto a bordo del letto. "Sei—" faccio per proseguire, ma poi la mia vista mi restituisce i dettagli che non avevo notato. Gli squarci sanguinosi sotto al meno si allargano dalla mascella alle orecchie di lei, sparendo sotto ai capelli sporchi di sangue secco. "Oh mio Dio, sai bene?" domando freneticamente, cecando di allungare la mano verso la mia cara amica, ma non sono in grado di muovermi di un centimetro sul letto.
"Sta bene, Madre" una voce profonda esce dalle labbra della mia amica minuta, il tono non le appartiene affatto, e la bocca di lei non si muove. "Ci siamo presi cura di lei".
Sento la bile salirmi in gola quando mi rendo conto che non si tratta di Sam ad essere seduta accanto a me, bensì Myles. La sua barba sbuca dal mento di lei, e gli occhi marroni della donna sono velati, ognuno concentrato in una direzione diversa. Non riesco a respingere il bisogno di vomitare alla vita del volto a me familiare, morto, profanato e reso una maschera grossolana da un assassino squilibrato.
Il liquido caldo mi raggiunge le labbra ed inizia a rigarmi le guance quando cerco di voltarmi ma non riesco, facendomi soffocare. Sento il contenuto del mio stomaco affamato finirmi nei capelli e nel tunnel in corrispondenza della mia nuca. Il liquido si rovescia sul letto ed io faccio fatica a respirare; in tal modo altro vomito si raduna in bocca. Mi si formano le lacrime agli occhi quando boccheggio in cerca d'aria, le mie braccia si agitano ai fianchi nel tentativo di voltarmi su me stessa.
Una mano forte mi afferra per le spalle prima di prima di spingermi di lato, quindi mi isso su un lato e tossisco e sputo, incanalandomi aria nei polmoni prima di espellere il resto dell'acido rovente che dallo stomaco mi sale nell'esofago. Abbandono nuovamente la testa sul cuscino, percependo la terribile sensazione provocata dal vomito che si è accumulato sul letto e dietro le mie orecchie.
"Ti sei sporcata tutta, Madre!" commenta Myles prima che la sua presenza sparisca da accanto a me. Mi ritrovo boccheggiante in cerca di aria e continuo a tossire con forza, cercando di liberarmi del bruciore nei polmoni. "Adesso devo pulire questa stanza!"
Gli occhi mi si chiudono, sia a causa delle medicine e del trauma. Lo sento che mi solleva dal letto e mi sistema su una sedia rigida, il mio mento si posa sulle mie clavicole quando Myles si allontana, rimuove le lenzuola dal letto e le arrotola. Riesco a portare indietro la testa, il mio sguardo segue la silhouette di lui quando le porta verso la porta bloccata. Una ciocca dei capelli biondi di Samantha gli escono dalla tasca posteriore dei suoi jeans, come se semplicemente l'avesse piegata e riposta con noncuranza. Le lacrime continuano a scendermi dagli occhi quando lui apre la porta che conduce su per le scale, poi si volta verso di me come se stesse pensando a qualcosa.
"Torniamo presto per pulirti" mi informa con voce confortante prima di rivolgermi un ghigno. "Non andare da nessuna parte".
Myles scompare su per le scale, lasciando la porta aperta dietro di sé. Lo spettacolo è pura tortura, e faccio fatica a muovermi, m'immagino di alzarmi e correre su per le scale ed uscire dalla porta principale verso la mia libertà. Le mie gambe sussultano appena, i miei piedi nudi sfiorano la superficie fredda del cemento invece che attraversare la soglia e scappare da questo infermo. Mi vengono i brividi quando il vomito sui miei capelli e la mia maglietta si fanno freddi dall'aria stagnante del seminterrato.
Una fitta di dolore al fianco interrompe l'insensibilità che mi affligge il resto del corpo, ricordandomi del fatto che mi trovo nello stato confusionale indotto dalle medicine che mi ha somministrato. Abbasso lo sguardo, le mie ciglia solleticano la pelle sotto gli occhi quando mi concentro sulla macchia di sangue sfocata, è a forma di linea retta, dove Myles deve aver tentato di ricucirmi la ferita mentre avevo perso i sensi. Mi vengono i brividi lungo la schiena, quindi le ossa delle mie spalle sfregano dolorosamente il legno dello schienale della sedia. Mi si forma il sudore sulla fronte quando il dolore viene rimpiazzato dall'insensibilità che annebbia il resto del mio corpo. Odo quindi dei passi riemergere lungo gli scalini di legno, le spalle larghe di Myles raggiungono la porta quando lui entra e s'avvicina a me.
"Adesso ti puliamo, okay?" mormora prima di allungare la mano in una tasca ed estraendo una strana lattina di spray. "Questo dovrebbe aiutarti a stare calma per un po'".
Il liquido che mi viene nebulizzato sul viso ha un aroma pungente e mi fa serrare immediatamente gli occhi ed arricciare il naso. Faccio per protestare vocalmente, ma altri due spruzzate mi portano nell'assoluta oscurità dominata dalla solitudine.
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Ballerina |ITA|
Fanfiction| storia originale di @thebookmaven | cover credits: @translatorITA | 📚 Adaline Watson è una ballerina di danza classica con un'intensa passione per ciò che fa. Derek Morgan lavora per l'Unità di Analisi Comportamentale e condivide la stessa passio...