O T T O

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Punto di vista di Derek Morgan

Mi sveglio in una stanza estremamente ordinata, il sole filtra dalle tende socchiuse.

Mi metto a sedere a letto e guardo verso la stanza della camera, che la sera prima ho lasciato aperta in modo da poter sentire se qualcuno fosse entrato nell'appartamento.

Mi sfrego il volto con le mani e mi alzo in piedi, raccogliendo i pantaloni e la maglietta che indossavo ieri. Ho dormito in intimo per evitare di stropicciare i vestiti poiché devo ancora recuperare la mia borsa con il ricambio al mio appartamento a Quantico.

Mi vesto in fretta e mi fermo in bagno prima di attraversare il corridoio per controllare se Adaline si fosse già svegliata. Sono confuso quando apprendo che le uniche porte del corridoio portano alla lavanderia e ad una cabina armadio.

Mi rendo conto che Adaline mi aveva ingannato facendomi dormire nell'unica camera da letto dell'appartamento, e la scarsità di oggetti personali nella stanza mi ha portato a credere che mi trovassi in una stanza per gli ospiti. Mi dirigo quindi verso il salotto, vedendo Adaline accoccolata sul divano.

È coricata sul fianco, il suo volto è rivolto verso il divano, ha le ginocchia raccolte al petto. Sistemata in quel modo non occupa nemmeno un cuscino.

Avanzo silenziosamente, guardandola per bene. I suoi capelli neri sono scompigliati sulle sue spalle, e le sue guance sono rosee.

È bellissima.

Ecco, l'ho detto.

Dal momento in cui l'ho vista entrare nella sala relax sapevo di trovarla attraente. I bambini sono un ottimo indicatore del comportamento di una persona, quindi quando Jennie si è gettata tra le braccia della donna che ha incontrato solamente una volta, sapevo che era bellissima anche dentro.

Noto che la coperta che ha utilizzato durante la notte è caduta a terra, quindi afferro la coperta di finta pelliccia grigia, e la copro con delicatezza.

Adaline sussulta appena ma non si sveglia, e le sue dita sottili afferrano la coperta, avvicinandola a sé. Un sorriso involontario si allarga sulle mie labbra nel modo in cui si vedono i genitori in televisione e nei film sorridere ai propri figli che dormono.

Mi siedo dalla parte opposta del divano e m'approprio del grande libro di cui abbiamo parlato la sera prima, intitolato 'Le Opere Complete di William Shakespeare', e quando lo apro vedo a punto era arrivata. Il segnalibro indica che stava leggendo il Coriolano, quindi lo lascio dov'è prima di far passare le altre pagine, facendo fatica a comprendere come alle persone piaccia leggere queste cose.

Circa quindici minuti più tardi, Adaline prende un respiro repentino, il suono viene amplificato dalla pelle del divano. Si mette a sedere lentamente e si sfrega gli occhi prima di aprirli.

"Derek?" domanda in tono stanco, e mi mordo la lingua al modo in cui il mio cuore sussulta alla sua dolcezza.

"Hai dormito sul divano. Non dovevi cedermi l'unica camera da letto; avrei dormito volentieri sul divano" la ammonisco delicatamente, contrariato dal fatto che forse sarà stata scomoda a causa mia.

"Finisco comunque per dormire sul divano, quindi non c'è problema. Se avessi saputo che ti saresti sentito a disagio al riguardo te l'avrei detto, ma onestamente per me non fa differenza" sorride Adaline, mettendosi a sedere con le gambe piegate sotto nello stiracchiarsi, le ossa della sua schiena schioccano sonoramente. "Hai dormito bene?"

"Molto, grazie" rispondo educatamente, notando che si sta schioccando le nocche come faceva ieri nella conference room. "Come mai sei agitata?"

"Che profiler" mi prende in giro, facendomi sorridere. "Non so. Forse una combinazione di questa situazione e del fatto che vorrei che tu fossi il più a tuo agio possibile".

"Non potrei essere più a mio agio nemmeno se fossi a casa mia" la rassicuro, e si passa le dita pallide nei capelli neri; i colori fanno contrasto nel modo migliore possibile.

"Ti va ancora di fare colazione?" domanda, ed annuisco in risposta. "D'accordo! Dammi dieci minuti ed usciamo".

"Fai con calma" sorrido quando si alza in piedi, uscendo dalla stanza.

Riprendo a sfogliare il pesante libro che porto sulle ginocchia, ma mi distrae il pensare all'aspetto che Adaline aveva quando dormiva pacifica.

Sembra così innocente, e odio il fatto che sia stata trascinata in questo tipo di situazione. Ma capisco dal modo in cui si propone che non ha avuto un passato perfetto.

Capisco che sia terrorizzata, eppure mantiene una facciata per chi la circonda. Ieri sera ho notato che in tutte le foto presenti nel suo appartamento, appaiono solamente lei ed una donna che deduco sia la madre.

Suo padre potrebbe essere morto, in prigione, o forse non l'ha nemmeno mai conosciuto. Forse non sono mai andati d'accordo, e si è allontanata da lui in età adulta.

Per un momento smetto di tracciare il profilo di Adaline in favore del mio.

Mi ritrovo a pensare sempre a Adaline.

Ma i pensieri che riguardano lei sono i più dolci di tutti. 

Ballerina |ITA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora