Quando i quattro ragazzi uscirono dal supermercato, carichi di borsoni e sacchetti come se fossero stati sul punto di partire e lasciare la città per tre anni, il sole che illuminava Parigi aveva lasciato spazio alle striature bluastre di fine ottobre e al venticello fresco che graffiava la pelle.
Adrien, dopo aver aperto il portabagagli della sua auto, vi caricò cinque borse di patatine e stuzzichini vari, incastrandole con i cuscini che teneva nel retro della macchina.
Si lasciò sfuggire un gemito dalle labbra a causa della fatica e si asciugò le goccioline di sudore sulla fronte con l'orlo della t-shirt nera.<<Amico, non ce ne entrano più, come facciamo con le altre sei?>>
Domandò Nino mentre prendeva dalle braccia di Alya la sesta busta contenente bottiglie di Coca-Cola e Fanta.Adrien guardò di sfuggita il portabagagli della macchina e si grattò la nuca, indeciso su come portare i sacchetti quasi rotti per il troppo peso fino a Villa Agreste.
<<In teoria abbiamo due macchine>>
Notò Alya, indicando una Marinette che usciva a fatica dalle porte del supermercato con altri due borsoni.Il figlio di Gabriel, non appena volse lo sguardo sulla corvina, corse in suo soccorso, accorgendosi del poco equilibrio della ragazza.
<<Dammene una, Marinette>>
Le disse cercando di afferrare una busta dalla sua presa ferrea.
<<No, ce la faccio, tu...non ti preoccupaaa->>
La giovane Dupaim-Cheng non fece in tempo a finire la frase che, non accorgendosi dello scalino che divideva il marciapiede dalla strada, rischiò di cadere rovinosamente al suolo, se non fosse stato per i riflessi più che pronti del modello che riuscì ad afferrarla e a farla sbattere contro il suo petto marmoreo prima che la sua faccia toccasse il cemento dell'asfalto.Marinette, rossa come un pomodoro, si ritrovò stretta tra le braccia di Adrien, poco le importava dei sacchetti a terra e di tutti i bicchieri sparsi per la strada.
Adrien si beò qualche secondo di quel dolce contatto e di quello strano tepore che gli attanagliava lo stomaco ogni qualvolta che stringeva la ragazza a sé, poi la spostò delicatamente.
<<Tutto bene?>>
Le chiese apprensivo.
Marinette sbatté le palpebre un paio di volte, poi accennò a un "sì" con la testa.Intanto, dalla parte opposta della strada, Alya si scambiava un pugno con Nino e riponeva il suo fidato cellulare nella tasca dei jeans.
<<Hai ripreso tutto?>>
Le chiese il ragazzo stringendola a sé.
<<Dall'inizio, Nino. Anche il "è solo un'amica" di Adrien che vola via nell'aria>>
<<Sono orgoglioso di te, tesoro!>>Una Marinette imbarazzata e un Adrien munito di due borse per la spesa tornarono al parcheggio.
<<E ora?>>
Domandò la corvina vedendo il portabagagli stra-colmo di borse.
<<Beh...potremmo usare la tua auto, - suggerì Alya strizzando l'occhio all'amica - riempiamo anche il tuo portabagagli e poi, quando non ci entreranno più sacchetti, useremo i sedili posteriori, ci divideremo a due a due in macchina e portiamo tutto a casa di Adrien. Che ne dite?>><<Io ci sto, mi sembra un ottimo piano Alya>>
Concordò Adrien.
<<Già, un piano degno di Ladybug>>
Disse Nino guadagnandosi un'occhiataccia da parte della fidanzata.
<<Mi stai dicendo che preferisci Ladybug a Rena Rouge? Beh, allora io preferisco Chat Noir a Carapace>>
Disse indispettita Alya, prendendo due borse e portandole verso la macchina di Marinette.
<<Ma che ho detto? Ehi! Alya!>>
Le urlò dietro Nino, munendosi a sua volta di altri due sacchetti e dirigendosi all'inseguimento della ragazza.
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Just Another Day To Love You
FanfictionL'ultimo anno di scuola giunge veloce come un treno che sfreccia in ferrovia. La battaglia finale con Papillon si avvicina sempre di più. Un amore travolgente ed impossibile s'insinua nei cuori di due giovani appena maggiorenni. Ladybug e Chat Noir...