Capitolo 12

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Il tepore delle morbide labbra del felino era mischiato al freddo ghiaccio delle lacrime di lei che le scendevano irruenti dagli occhi blu.
Le labbra di Chat Noir erano esattamente come le ricordava: nonostante fossero passati quattro anni sapevano ancora di miele ed erano calde, tiepide come quella limpida giornata.

L'aveva già baciato una volta per salvarlo dall'incantesimo di Dislocœur e poi si erano baciati anche una seconda volta, quella in cui entrambi avevano perso la memoria.
Aveva dovuto sorbirsi gli scleri e gli urletti di Alya versione fangirl per giorni e giorni che sembravano interminabili, ad un certo punto non ce la faceva più.

Gli sorreggeva il capo e le dita le affondavano in quella cascata di capelli dorati.
Si chiedeva il perché di quel gesto, infondo solo poche ore prima stava per baciare Adrien, l'amore della sua vita, colui che immaginava potesse giungere a casa sua in sella ad un cavallo bianco e con indosso un mantello azzurro e portarla in un castello incantato a vivere felici e contenti.

Si chiedeva perché aveva avuto l'impulso di baciare Chat Noir.
Il suo migliore amico. Il suo partner. La persona di cui si fidava di più al mondo. Quel rompiscatole che talvolta andava a farle visita la sera. Quel ragazzo che aveva rischiato tante volte la vita per lei.
Perché lo stava baciando?
Forse in cuor suo sperava di poterlo salvare come quella volta di anni prima...

Il suono delle sue labbra che si staccavano da quelle del ragazzo-gatto rimbombò nell'aria, e il suo sussurro si perse nel vento:
<<Chat...>>
I suoi occhi erano ancora chiusi, il suo corpo immobile e la testa ancora sorretta dalla mano di lei.
Non poteva essere...

<<Credevi di poterlo salvare, Ladybug? Povera piccola illusa, la sua paura più grande prenderà vita e lui sarà spacciato>>
L'eco della voce di Le peur le giunse da dietro le spalle.
Lei abbassò la testa e chiuse gli occhi, stringendo i capelli del partner.
Lasciò poi delicatamente la presa e adagiò il capo dell'eroe a terra, immobile.
Gli carezzò il viso e si voltò irata, serrando i pugni e alzandosi in piedi.

Le peur sentì la risata malvagia di Papillon nella testa e la sua voce tremante ordinargli di prendere il Miraculous del gatto nero e di far arrabbiare ancora di più Ladybug.
<<Prima che il tuo amico scompaia, c'è una cosa che deve darmi, quindi, Ladybug, potresti essere così gentile da spostarti?>>
<<Devi solo provare a toccarlo e giuro su quello che ho di più caro che non risponderò di me stessa>>
Disse la coccinella con voce colma di rabbia.

<<Bene, più Ladybug si arrabbierà, più perderà il controllo e prima il mio obiettivo di akumizzarla si realizzerà>>
Rise Papillon.

Le peur sorrise maliziosamente in direzione di Chat Noir.
Ladybug tornò a guardarlo e ciò che vide le gelò il sangue.

Una nuvola nera si stava formando attorno al corpo inerte dell'eroe e un freddo improvviso prese il posto del vento umido.
<<Chat Noir!>>
Urlò la super-eroina.
<<Non ti consiglio di raggiungerlo, Ladybug, la sua paura sta prendendo vita ahahah>>

Il fumo scuro scomparve, originando così una teca di vetro che avvolgeva il suo corpo con delle persone di cui non poteva vedere il volto all'esterno. Le ombre, che in un primo momento battevano sulla superficie del coperchio, si allontanarono piano piano, lasciando il ragazzo da solo tra quelle quattro pareti incolori.
Cosa significava?
Qual era la paura più grande di Chat Noir?

<<Oh-Oh la solitudine...quale paura più incompresa di questa! Se non ti sbrigherai a consegnarmi i tuoi orecchini, la sua fobia divorerà Chat Noir e lui morirà, lasciando solo ciò di cui ha paura nei cuori di chi lo ama.
A te la scelta, mia cara Lady>>

Ladybug era allibita.
Come mai Chat Noir aveva paura della solitudine?
Come poteva l'eroe più famoso e amato di tutta Parigi sentirsi solo?
Chi era davvero Chat Noir?

<<Puoi scordartelo>>
Borbottò decisa.
Detto questo saltò, raggiungendo Le peur e gettandosi all'inseguimento.
Aveva poco tempo ed era da sola.
Invocò il suo Lucky Charm, mentre saltava da un tetto all'altro e l'akuma scatenava il panico.

<<Qui Nadia Chamack, Ladybug ha appena fatto ricorso al suo Lucky Charm e sembra essere da sola, dove sarà finito Chat Noir? Oh una canna da pesca, cosa ci farà con quella?>>
Luka Couffaine guardava attentamente il notiziario sullo schermo piatto del suo cellulare rigorosamente blu.
Il trillo di un messaggio interruppe la voce della giornalista. Sorrise davanti alla notifica di whatsapp che gli era appena arrivata.
"L'ho vista"
Bloccò il cellulare e si sdraiò sul letto della sua camera. Chissà se il viaggio all'estero l'aveva cambiata o era rimasta sempre la solita...

Finalmente Ladybug aveva capito.
Il timer dei suoi orecchini l'aveva avvista che le sarebbero rimasti solo poco più di due minuti.
Chiese mentalmente a Tikki di concederle altro tempo, sapendo benissimo che la kwami non poteva sentirla.

L'akuma correva veloce nell'aria.
Doveva trovare un gancio su cui poter attaccare il filo della canna da pesca.
Pensò che se ci fosse stato Chat Noir avrebbe fatto molto prima e il cuore le si strinse in una morsa dolorosa.
Pregò che stesse bene.

Con un lancio attaccò il filo ad un lampione appena sotto l'Arco di Trionfo, e riuscì a sfilare il mantello dall'akuma.

Le rimaneva un minuto.

Una massa incorporea nera e brillante rimase ferma nel vuoto e un urlo si librò nell'aria.

Afferrò l'indumento e lo strappò con non poca difficoltà.
Acciuffò l'akuma che volava nel cielo e lanciò in aria il suo Lucky Charm con la speranza di non aver fatto troppo tardi.
<<Miraculous Ladybug!>>

Una serie di coccinelle rosse riportò tutto alla normalità.
Serpenti, topi, ragni, clown e bambole erano spariti e le persone tutte sane e salve la acclamavano.
Nadia Chamack l'affiancò, ma lei, ringraziando per i complimenti, scusandosi più volte e sorridendo alla telecamera, sparì oltre le case.

Il sole stava calando oltre le montagne.
Mentre il suo yo-yo si aggrappava ai lampioni ormai accesi, Marinette si chiese che fine avesse fatto Adrien.
L'aveva lasciato a sedere sul muretto e lei era corsa via.
Pensò anche ad Alya e Nino che erano rimasti da André da soli, ignorando il fatto che i due l'avessero seguita rapidamente mentre correva via con il modello.

Con questi pensieri che le vorticavano per la testa, raggiunse il tetto dove si trovava Chat Noir.
Era a sedere, si sorreggeva la testa con una mano...probabilmente si era ripreso da poco.

Non fece in tempo ad atterrare sulle tegole bordeaux che la sua trasformazione si annullò.
Scivolò dietro il camino spento della casa, ma fortunatamente o sfortunatamente la voce del partner la raggiunse forte e chiara.
<<...Ladybug..?>>

Angolo autrice:

SO CHE LA PAURA DI CHAT NOIR NELLA SERIE NON È QUESTA, MA COME HO DETTO ORMAI AVEVO GIÀ SCRITTO IL SEGUITO E NON VOLEVO CAMBIARLO.
HO PENSATO COMUNQUE CHE AVENDO 18 ANNI LA SUA PAURA POTESSE ESSERE CAMBIATA.
SCUSATE ANCORA SE È MOLTO SIMILE A SANDBOY.

Eccomi tornataaa
Come state?
Chat Noir si è ripreso e ha visto Marinette?
A prestoo

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