Capitolo 20

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Era una buona mezz'oretta che Marinette se ne stava seduta a gambe incrociate sul letto, rigirandosi una penna tra le dita e sfogliando distrattamente le pagine del suo libro di scuola guida.
Guardava e riguardava le foto dei cartelli stradali senza capirci niente. Non sarebbe mai riuscita a ricordarsi tutta quella roba!

A un certo punto, presa da un impeto di rabbia, chiuse il libro, si distese sul letto e sbuffò sonoramente. Si portò la penna rosa alle labbra e cominciò a mordicchiarla per scaricare la tensione.
Tikki le volò accanto e le rivolse uno sguardo seccato.
<<Cosa?>>
Le chiese la portatrice continuando a rosicchiare il tappo.
<<Dovresti studiare, la prossima settimana hai l'esame!>>
La rimproverò lo spiritello.
<<Ohh! Tanto sai anche tu che non lo passerò mai, e poi ora ho cose più importanti a cui pensare>>
<<Adrien?>>
Le domandò Tikki buttando gli occhi al cielo.
<<Peggio>>
<<Non mi dirai che...Chat Noir?>>

Marinette agitò le gambe e nascose la testa sotto il cuscino.
<<E se mi fossi sbagliata? E se non venisse?>>
Piagnucolò la ragazza senza ricevere una risposta.
<<Tikki?>>
La chiamò tirandosi a sedere.
<<Ehi dove sei finita?>>
La cercò con lo sguardo, sguardo che cadde anche sul libro di scuola.
<<Quanto ti odio!>>
Gridò lanciando la penna sul soffitto.

<<Ouch, è questo il modo di accogliere il tuo cavaliere, Principessa?>>

Marinette urlò dallo spavento.
Chat Noir, per tutta risposta, si calò giù dalla botola massaggiandosi il punto del naso dove la penna l'aveva colpito.
Si sedette di fronte a lei e la guardò.
<<Oh scusa, Chat! Non-Non ti avevo visto!>>
Si scusò la padrona di casa avvicinandosi a lui e accarezzandogli il naso.

Arrossì di colpo notando quanto erano vicine le loro bocche e al ricordo di quello che era successo l'ultima volta che si erano visti, quindi si schiarì la gola e si fece seria.
Adrien notò questo suo repentino cambiamento e ne intuì anche il motivo, di conseguenza cambiò il discorso e le mise davanti al volto un sacchetto bianco e rosa.
<<Per te, ho pensato che lo rivolessi indietro>>
Le sorrise.

Marinette lo afferrò con mani tremanti e lo aprì, diventando se si può ancora più rossa.
Sperò con tutta se stessa che Chat non l'avesse guardato, altrimenti non sarebbe più riuscita a guardarlo negli occhi.
<<Ehm grazie mille, Chat!>>
<<Non l'ho aperto tranquilla>>
La rassicurò lui potendo capire i suoi dubbi.
<<Beh, questo mi rincuora>>
<<Però secondo me ti starebbe un sacco bene sai, potresti anche farmelo vedere su di te>>
Aggiunse poi il felino.

La ragazza si carbonizzò e gli urlò contro.
Si lanciò verso di lui e iniziò a tempestargli il petto di così tanti pugni che Adrien dovette sdraiarsi.
Gli montò sopra a cavalcioni senza neanche rendersene conto e continuò a tirargli colpi.
<<M-Mari!! B-Basta!! Ci tengo ai miei muscoli!>>
<<Sei solo un pervertito!>>
Lo brontolò lei.

A un certo punto lo colpì sul fianco destro.
Un gemito di dolore più forte uscì dalle labbra del ragazzo che si raggomitolò su se stesso costringendo la giovane ad allontanarsi.
Marinette poté leggere sul suo viso un'espressione di patimento...aveva le labbra contorte in una morsa e si teneva il punto con le mani.
<<Ahh~>>
Si lamentò l'eroe.

<<Chat, Chat, mi dispiace, scusami!>>
<<Non-Non è colpa t-tua>>
La ragazza abbassò gli occhi sul punto dove Chat teneva le mani e scorse un rivolo di sangue sulle sue dita guantate.
<<Chat...>>
<<Non è niente, tra-tranquilla, solo un'ammaccatura>>
<<Non è vero, fa' vedere>>
<<No, tranquilla, davvero>>
<<Alzati>>
Insistette lei, al ché l'eroe mascherato si mise a sedere con fatica e la guardò intensamente.

Just Another Day To Love YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora