Capitolo 36

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Il dolore nel pensiero antico era visto come qualcosa di naturale, di fatale, effetto della disarmonia degli elementi che mettono in pericolo la vita o come ciò che contrasta la nostra felicità.

L'uomo, sin dall'inizio dei tempi, è sempre stato alla ricerca di qualcosa, di un principio che spiegasse la natura, il mondo come lo vediamo, l'essere in tutti i suoi punti perfetti e imperfetti, di qualcosa che spiegasse l'origine di ciò che ci circonda senza ricorrere all'invenzione mitologica o a qualche divinità.

Molti filosofi trovarono una risposta, ad esempio per Talete il principio era l'acqua, per Anassimandro l'apèiron, per Anassimene l'aria, per Eraclito il fuoco, per Pitagora il numero, elemento naturale e creatore di tutte le cose...altri invece trovarono più principi, come Empedolce, Anassagora o Democrito.
Essi trovarono una risposta giusta a ciò che tutti i giorni vediamo.

Ma cos'è la felicità? Cos'è il principio della felicità?

Questa è un'emozione, uno stato d'animo positivo che proviamo quando tutti i nostri desideri sono soddisfatti, ma come si può essere felici se tutto ciò che era il principio della nostra felicità viene distrutto?

Fa strano pensare a come, nel giro di un secondo, cambi la nostra vita per sempre, a come l'attimo prima si ha tutto quello di cui necessitiamo e a come un instante dopo ci venga strappato ingiustamente.

Adrien non riusciva a muovere le gambe che sembravano essersi tramutate in statue di ghiaccio. Il sangue nelle vene si congelò improvvisamente e il suo cuore accelerò il battito velocemente.
Voltò la testa per cercare lo sguardo di suo padre, ma non lo trovò.

Gabriel Agreste era sparito.

L'akuma galleggiava a mezz'aria, brandendo l'arco tra le mani. L'Ange urlò potentemente, frustrato e adirato, per poi sbattere forte le ali e sparire oltre il
portone d'ingresso.

Gli ospiti nella sala erano sconvolti, chi piangeva, chi gridava e chi semplicemente se ne stava zitto a guardare quella scena straziante davanti agli occhi, incapace di reagire.

Il giovane di casa, invece, non riusciva a muovere un solo muscolo, impaurito.
Vide Alya precipitarsi sul corpo immobile riverso a terra, prendendolo tra le braccia e iniziando a scuoterlo con la vista annebbiata dalle lacrime.

<<Alya...>>
La chiamò Nino toccandole una spalla con la voce traballante.
<<No, no, no, d-dev'esserci u-una soluzione, non-non può essere...>>

La blogger scoppiò in un pianto disperato, trovando rifugio soltanto nelle braccia dell'amato. I suoi compagni di classe accerchiarono il corpo, mentre copiose lacrime scendevano dai loro occhi.

<<Fatemi passare, fatemi passare ho detto!>>
Strillò Alix contro due donne curiose che le impedivano l'accesso.
Quando la ragazza vide con i suoi stessi occhi quella persona, gettata malamente a terra, con i capelli sparsi lungo il pavimento bianco che faceva da contrasto, si portò una mano alla bocca e cadde in ginocchio, poiché i suoi piedi non ressero la pesantezza del dolore incessante che le schiacciò il cuore.

Adrien corse, riscosso dal grido di dolore di una seconda persona che si accasciò a terra. Si fece spazio tra gli amici e ciò che vide lo sgretolò in mille pezzi.

Quella morte ingiusta e precoce, i ragazzi che piangevano, le persone intorno che gridavano aiuto, ma soprattutto l'amore, la felicità che veniva spezzata lo fecero crollare a terra, anche lui in ginocchio.

Il tonfo dei suoi arti inferiori che picchiavano contro il pavimento sormontò i singhiozzi e i pianti addolorati dei suoi amici.
Non riusciva a smettere di guardare quella persona, quella figura riversa sopra di lei che piangeva e la implorava di risvegliarsi, di riaprire i suoi bellissimi occhi blu.

Just Another Day To Love YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora