Capitolo 11

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Gabriel Agreste era sempre stato un uomo freddo e distaccato, serio e riservato, molte persone che avevano avuto a che fare con il famosissimo stilista di Parigi avevano osato definirlo addirittura anaffettivo. E come poter dar loro torto? D'altra parte aveva tenuto il figlio rinchiuso in casa dopo la scomparsa della moglie per mesi e mesi.

Ma aveva anche dei difetti.

Per esempio, non appariva mai in pubblico, se non in rare occasioni, come sfilate di moda o congressi importanti ai quali non poteva rifiutarsi di partecipare. Molti lo definivano anche burbero e talvolta lo avevano paragonato al nonno di Heidi.

Insomma, il classico uomo che tutte le donne bramano di sposare...dai, chi non vorrebbe unirsi in matrimonio al designer più famoso di tutta Parigi?

Certamente la sua assistente Natalie avrebbe voluto. L'aveva sostenuto in ogni momento sin dall'università, gli era stata accanto durante la laurea, aveva partecipato al suo primo congresso, gli aveva fatto da testimone al matrimonio, aveva cullato Adrien quando sia lui che la moglie erano stati assenti, si era presa cura di lui durante i giorni bui che avevano seguito la scomparsa della coniuge ed era l'unica a conoscenza del suo più grande segreto. Essere il temibile Papillon.

Ma Gabriel Agreste era spesso incompreso.
Nessuno nei pressi della città dell'amore, a parte pochi, l'aveva conosciuto prima del successo, quasi nessuno aveva incontrato quel Gabriel dolce, premuroso e affettivo; del resto, si era trasferito a Parigi non appena si era fidanzato con la bella Emilie, tanto amata dalla gente, quanto da lui, e la sua carriera in salita lo costringeva a essere in giro per il mondo costantemente.

Ma lui nel suo intimo lo sapeva, sapeva di essere un uomo gentile e altruista, però la dura realtà lo aveva fatto diventare quel farfallone che akumizzava la gente per chissà quale motivo.

Sapeva di aver la capacità di amare, forse più di ogni altra persona al mondo, sennò perché tentare ad ogni costo di rubare a quei due supereroi i loro gioielli magici?

Era anche un uomo ambizioso: rivoleva la sua amata, la madre di quel suo adorato figlio che aveva cercato di proteggere in ogni modo da tutto il male che la vita gli aveva già procurato, ed ecco perché, in quel tiepido pomeriggio d'inizio ottobre la spilla che portava sotto la cravatta, oscurata alla vista di chiunque lo guardasse, si illuminò di viola, e lui si era congedato dalla scrivania, si era rintanato in quel suo covo segreto, lasciando le spoglie di Gabriel Agreste ed entrando in quelle del perfido Papillon.

Erano passati svariati minuti da quando Ladybug e Chat Noir avevano iniziato a lottare contro la povera vittima del giorno: La peur, un ragazzo vestito con un mantello nero e con la faccia coperta da un cappuccio scintillante.

L'akumizzato continuava a scagliare bolle rosa dalle mani contro i malcapitati nei dintorni.
<<Ahahahah io sono Le peur e sono il vostro peggiore incubo!>>

<<Ci risiamo, è un piacere rivederti così presto, Milady>>
Disse smielato Chat Noir rivolto all'amata non appena questa lo ebbe affiancato.
<<Piacere mio, MonMinoue>>
Lo salutò lei carezzandogli la punta del naso con l'indice della mano destra.
Lui sorrise, contento delle advances che gli erano appena state rivolte.

<<Con chi abbiamo a che fare oggi, Chat?>>
<<A quanto ho capito con un tizio che fa diventare le paure più grandi in realtà>>
<<Oh beh, allora dovremo sbrigarci a sconfiggerlo prima che mi colpisca, non vorrei ritrovarmi con una decina di Chat Noir intorno>>
Rise lei gettandosi all'inseguimento di Le peur, seguita da uno Chat stizzito.

<<Molto carina questa, Ladybug, ma se questo gatto sexy e bellissimo non ci fosse, tu non resisteresti un giorno a combattere contro tutti questi cattivoni che vogliono rubarti gli orecchini>>
<<Certo, come no, Chat, come no...>>
In cuor suo sapeva che aveva maledettamente ragione, ma non lo avrebbe mai ammesso, nemmeno sotto tortura.

In un battibaleno avevano raggiunto l'akumizzato e con lui una catastrofe.
Era una di quelle rare occasioni in cui i due supereroi si erano fermati allibiti a guardare la scena che si protraeva sotto i loro occhi.
C'erano una serie di serpenti, ragni e topi che camminavano lungo la strada, attaccando delle persone, un paio di clown che spaventavano i bambini e una bambola di porcellana cercava di afferrare una donna che urlava.

<<Brr topi, ho paura dei topi>>
Borbottò schifato Chat Noir.
<<Come fa un gatto ad aver paura dei topi, scusa?>>
Gli chiese scettica la compagna.

Le peur, che fino a quel momento stava ridendo del panico che aveva creato in città, si voltò incuriosito dalle esclamazioni delle persone nascoste dietro alberi e macchine e il suo sguardo celato si scontrò contro quello preoccupato di Ladybug e Chat Noir.
<<Ma guarda guarda chi si vede - beffeggiò tra sé e sé - i due amatissimi eroi...mhmh, oggi sarà la vostra fine! Tutti conosceranno la vostra più grande paura e non sarete più così tanto idolatrati...ma prima che questo avvenga, prenderò i vostri Miraculous>>

La sua voce fredda risuonava come un'eco lungo le vie della città e ogni volta che una parola usciva dal cappuccio luccicante una folata di vento procurava i brividi ai cittadini.

L'akuma iniziò a scagliare bolle in direzione dei due eroi che non ebbero altra scelta se non quella di scappare sopra un tetto, nascosti.
<<L'abbiamo seminato?>>
<<Penso di sì...qualche idea, Chat?>>
<<Sei tu la mente, Milady, io mi limito ad agire>>
Le disse lui avvicinandosi pericolosamente e poggiandole una mano sulla guancia.

Lei lo guardò dritto in quegli occhi verdi maliziosi e le sembrò di star vivendo un deja-vu.

Peccato che non si ricordasse in quale momento aveva già vissuto una scena del genere, quindi si scostò e brontolò qualcosa di impercettibile.
<<Dobbiamo capire dove si trova l'akuma>>
<<Non so come tu voglia fare, Bugaboo, non ha niente in mano e nemmeno in testa>>

Ladybug si fermò pensierosa di spalle a Chat Noir, mentre con l'indice e il pollice si sorreggeva il mento e corrucciava la faccia in quel broncio che il gatto trovava assolutamente adorabile.
<<E se l'akuma si trovasse direttamente nel mantello che indossa?>>
<<Come facciamo a sfilarglielo?>>
<<Mhh...>>

Ladybug si girò verso il compagno, ma non fece in tempo a elaborare nessuna strategia poiché le mani artigliate di Chat Noir la spinsero velocemente dalla parte opposta del tetto e il suo grido acuto si diffuse nel cielo:
<<Attenzione, Ladybug!>>

Le peur li aveva trovati.
Una bolla rosa era stata scagliata verso la ragazza e l'avrebbe anche presa se il ragazzo non fosse stato così agile e pronto da salvarla ed essere colpito lui.

<<Chat!>>
Urlò lei correndogli incontro.
La risata ghiacciata dell'akuma rimbombava nell'aria, ma l'unica cosa che Ladybug riusciva a sentire era il battito incessante del proprio cuore.
Corse incontro al partner riverso a terra e iniziò a scuoterlo, sorreggendogli la testa con una mano.
<<Chat, Chat, ti prego, rispondimi, dimmi qualcosa, Chat...>>
Piccoli frammenti di calde gocce presero a scenderle dagli occhi, e il respiro le si fece sempre più mozzato dai singhiozzi potenti.

Non aveva fatto in tempo a smettere di piangere per il ritorno di Celine che la paura di aver perso il suo fedele compagno - o qualcosa di più - aveva fatto sì che ricominciasse.
<<Chat...t-ti prego...ti...ti scongiuro, Chat...apri gli occhi...Chat>>
Lo strinse al petto, bagnandogli i meravigliosi capelli dorati con le sue lacrime.
<<Avevi ragione, v-va bene? I-io senza...senza te non po-potrei ma-mai farcela, ma...ma ora ti prego, sv-svegliati, ch-chiama...chiamami "Insettina", ti prego, Chat...svegliati>>

Seguendo inconsciamente l'esempio di Adrien di poche ore prima, fece la prima cosa che gli passò per la mente.
Con le lacrime che ancora le scendevano prepotenti dagli occhi, scostò il volto del ragazzo dal suo petto e si avvicinò quel tanto che bastava per premere le sue labbra contro quelle carnose di Chat Noir.

Angolo autrice:

SO CHE L'AKUMIZZATO È SIMILE A SANDBOY, MA QUANDO ME NE SONO RESA CONTO ORMAI L'AVEVO GIÀ SCRITTO E GLI AVVENIMENTI DEL CAPITOLO SONO/SARANNO DIVERSI DA QUELLI DELL'EPISODIO

DANDANDAAAAN
E così la nostra Ladybug ha baciato Chat nel tentativo di salvarlo...
Lo salverà?
A prestooo

Just Another Day To Love YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora