Capitolo 33

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Delle feste sappiamo soltanto una cosa, ovvero come iniziano: l'ora a cui avviano, il luogo dove si tengono, gli amici con cui andiamo, cosa indosseremo e tutte le raccomandazioni che facciamo a noi stessi prima di scendere le scale.
Il problema è che non sappiamo come finiscono, nessuno di noi può saperlo, nemmeno un super eroe.

Per questo l'allegria regnava sovrana a Parigi, perché ancora la festa non era nemmeno iniziata.

Il venerdì passò veloce, rapido come una foglia che in autunno si stacca dal ramo e cade a terra misera.
A scuola l'eccitazione per la festa che si sarebbe tenuta a Villa Agreste il giorno dopo era palpabile, i ragazzi non stavano più nella pelle e non facevano altro che parlare di vestiti, di drinks e quant'altro .

Sabato, di primo pomeriggio, precisamente alle quattordici appena scoccate, Marinette Dupain-Cheng camminava per le strade di Parigi tenendosi ben calda nel suo cappotto beige.
Con una mano stringeva le due estremità della stoffa attorno al collo per non prendere fresco alla gola e con l'altra teneva salda la tracolla del borsone nero che le gravava sulla spalla sinistra.

<<È così freddo oggi>>
Mormorò Tikki spuntando da sotto la papalina marrone che indossava la ragazza.
Marinette alzò gli occhi in direzione dell'amica e con l'intenzione di vederla, ma non ci riuscì.
<<Tikki, che fai? Nasconditi!>>
Le ordinò guardandosi intorno e cercando di ripararsi da occhi indiscreti.
<<Ma Marinette! Non c'è nessuno, Parigi è deserta>>
Le fece notare il kwami.
<<È normale ad Halloween. Tutti si rinchiudono in casa a prepararsi per la sera>>
Le disse la corvina aumentando il passo.

<<Beh guarda il lato positivo, anche tu in un certo senso ti stai andando a preparare da Adrien, no?>>
Ammiccò la coccinella.
Marinette sentì un calore propagarsi lungo le guance e si sentì improvvisamente avvampare.

<<N-Non mi sto andando a preparare, sto semplicemente andando ad aiutarlo con i preparativi, tutto qua>>
Si mise sulla difensiva la ragazza svoltando l'angolo e scorgendo la casa dell'amico in lontananza.
<<E allora perché ti sei portata i vestiti e i trucchi?>>
Le fece l'occhiolino la piccola divinità.

Marinette arrossì ancora di più, mentre, come una furia, camminava a passo svelto verso i grandi cancelli d'entrata della villa.
<<Non so che ora farò e...non voglio rischiare di fare tardi alla festa...non per secondi fini, chiaro?>>

<<Se lo dici tu, Marinette...a me è parso di vederti mettere dentro quella borsa un paio di cose in più oltre ai vestiti e ai trucchi, comunque>>
Concluse la coccinella rimpiattandosi sotto
il cappello della portatrice del proprio Miraculous che in quel momento si stava carbonizzando sul posto, capendo benissimo a cosa si riferisse Tikki.

Marinette  suonò il campanello con l'indice della mano. La sua pelle venne a contatto con il metallo dell'apparecchio e un brivido le attraversò il corpo.
Era arrivato freddo all'improvviso, non se ne era nemmeno resa conto da quanto era stata impegnata in quelle settimane.

<<È solo perché non voglio più tenerla io. Se Chat Noir dovesse venire in camera mia e la dovesse vedere per me sarebbe la fine e per quanto riguarda l'altra cosa io->>

Purtroppo il discorso che Marinette stava facendo al suo kwami venne interrotto dalla voce robotica dell'assistente di Adrien.
<<Sì?>>
La ragazza annaspò e cercò di sistemarsi meglio i capelli.
<<S-Sono Ma-Ma-Marinette, Adrien mi h-ha chiesto di aiutarlo con la festa e-e->>
<<Entri>>
La liquidò in fretta la voce di Nathalie.

I cancelli si aprirono meccanicamente e lasciarono libero accesso alla ragazza che, guardandosi intorno, raggiunse il portone d'entrata della casa dove Nathalie e la guardia del corpo di Adrien la stavano aspettando.

Just Another Day To Love YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora