Erano passati svariati minuti da quando Luka si era messo a sedere sulla sedia della scrivania, affiancato da una Marinette concentrata sul problema di fisica. Il ragazzo scrutava ogni singolo movimento della compagna come fosse ipnotizzato dalle striature bluastre dei suoi capelli.
Adesso le guardava le dita che stringevano la penna quasi come se avessero voluto dividerla a metà; poi le fissò le labbra corrucciate, trovandola infinitamente carina.
Marinette era cresciuta molto dall'ultima volta in cui si erano trovati in quella camera, lo ricordava molto bene:Erano sul letto, coperto dal solito piumone rosa, lei giocava con i suoi capelli, e lui le raccontava la giornata.
Le raccontava di lei, quella ragazza che aveva conosciuto pochi giorni prima nel garage del suo amico Jerard, della sua tremenda arroganza e dei suoi capelli biondi come il grano.
Marinette l'aveva guardato offesa, e lui le aveva posato un bacio a fior di labbra mimando con la bocca quattro semplici parole: "Sarai sempre tu, Marinette". Una frase che poteva dire tanto, senza dire una parola.
Lei aveva sorriso e si era posata sul suo petto, esausta, e lui l'aveva stretta a sé.
Per un attimo anche il senso di colpa che lo divorava era sparito.Luka non aveva mai accettato la rottura con la figlia del pasticcere più amato di Parigi, e lei forse non aveva mai superato il duro colpo che lui le aveva inflitto.
Il flusso di pensieri del chitarrista venne interrotto da un sospiro nervoso che era sfuggito dalla bocca di Marinette.
<<Se ti applicassi di più forse ti riuscirebbe, è semplice come problema>>
Le disse lui tirandole una ciocca di capelli ben stretta nell'eleastico rosso.
Lei lo guardò male.
<<È facile dirlo per te, sei un genio in fisica>>
<<Apprezzo il complimento, Preziosa, e dato che mi sento particolarmente buono, ti illustro la soluzione>>
Dicendo così Luka si era avvicinato pericolosamente a Marinette, che si ritrasse spaventata dalle possibili intenzioni del suo ex ragazzo. Quest'ultimo non dette importanza al brusco gesto compiuto dalla sua preziosa, ma si limitò a prendere la penna e scrivere delle formule affiancate da vari calcoli che portarono al risultato finale dell'esercizio.
<<Fatto>>
Disse soddisfatto tornando a guardarla negli occhi blu.<<Oh, beh, grazie, abbiamo finito per oggi, Luka>>
Si affrettò a rispondere lei.
<<Mi mandi via così? Senza nemmeno un ringraziamento speciale?>>
<<E cosa vorresti, sentiamo>>
<<Mhh...per cominciare credo che un gelato vada bene>>
Le rispose ammiccando.
Lei arrossì, ricordando il loro primo appuntamento.
<<Luka...>>
<<Preziosa>>
<<Ouhf, smettila di chiamarmi in quel modo!>>
Sbottò alterata.
<<Allora...che ne dici di Principessa? Sì, direi che ti si addice di più.
Sai, sei bella e graziosa proprio come una di loro.
Intraprendente e coraggiosa proprio come l'animo di una reale.
La tua pelle candida e->>
<<Adesso basta, Luka! Non puoi continuare a far finta di niente. È inutile che provi a far tornare le cose come erano un tempo, indietro non possiamo cambiare, la realtà dei fatti è questa ed è solo colpa tua!>>
Non ce l'aveva fatta. Quella frase era stata l'ennesima goccia che aveva fatto traboccare il vaso.Principessa.
Solo Chat Noir poteva chiamarla in quel modo.
Le venne una fitta al cuore ricordando quando anche Adrien l'aveva chiamata con quell'appellativo, arrossendo violentemente al ricordo di ciò che era successo poche ore prima.
<<Soltanto colpa mia? Tesoro, non credo proprio>>
Rise il chitarrista.Marinette sentì la rabbia andarle dallo stomaco fino in gola, e il voltò le andò a fuoco. Strinse i pugni, mordendosi la lingua.
Il metallico sapore del sangue le arrivò in bocca, forse si stava torturando troppo.
Chiuse gli occhi e sentì una candida vocina nella sua mente: "Sta' calma, Marinette, non permettere a Papillon di akumizzarti, perché se tu fossi la vittima, chi salverebbe Parigi dal caos?"
Era vero; se Papillon l'avesse akumizzata non solo gli avrebbe servito su un piatto d'argento la vera identità di Ladybug, ma nessuno avrebbe salvato la sua amata città dai danni che lei avrebbe potuto recarle.
No, non avrebbe fatto questo favore a Papillon.
Sospirò.
Lasciò la presa dei denti sulla sua lingua, permettendo alla saliva di disinfettarle la ferita sull'interno guancia.
Sciolse i pugni ed aprì gli occhi.<<Luka...abbiamo già affrontato questo discorso, non voglio tornare sui miei passi. Sai benissimo cos'è successo, e sai benissimo che per me eri l'unico, se la nostra storia è finita è stato solo perché...>>
S'interruppe, ingoiando a vuoto.
Gli occhi le pizzicavano.
Non avrebbe pianto. Non per lui. Non di nuovo.
<<Dillo, Marinette, voglio sentirlo dire dalle tue labbra. Se per te è tutto superato come dai a vedere, dillo. Di' cos'è successo>>
<<Esci da casa mia, Luka>>
<<Uhuh allora la tanto forte Marinette non è altro che una bambina che non sa affrontare la realtà.
Bene, ci vediamo dopo domani per continuare il nostro programma di lezione>>Il ragazzo si alzò, aprì la botola e scese le scale.
Marinette rimase immobile fino a che non sentì il rimbombo del portone principale che si chiudeva.
Batté i pugni sulla scrivania e, stanca, si portò le mani sotto la frangetta che le solleticava la fronte, lasciando che la sua rabbia salisse dallo stomaco fino alla gola, e dalla vola fino agli occhi.Tikki le si avvicinò e le posò una zampetta sulla guancia destra, asciugandole una lacrima solitaria.
<<Marinette, quando ti deciderai a raccontarmi cosa è successo fra te e Luka? So solo che ha fatto qualcosa di grave e che tu ci sei rimasta molto male>>
<<Tikki, io-io vorrei dirtelo, ma non...non ce la faccio, non ora>>
<<Vorrei aiutarti, Marinette, non sopporto vederti così>>
La ragazza le sorrise grata e le posò le labbra sulla testolina. Le voleva così bene!Un boato.
Una raffica di vento spalancò la finestra della camera rosa.
Un grido che spezzò la quotidiana routine pomeridiana dei parigini.Marinette guardò il suo kwami.
Tikki fece lo stesso.<<Tikki, c'è bisogno di noi, trasformami!>>
Angolo autrice:
Salve, mi scuso se torno dopo tanto tempo .
A causa di alcuni problemi per la scuola
non ho avuto tempo di aggiornare, anche se avevo questo capitolo pronto da un po'.
Ho un sacco di idee per questa storia, aggiornerò prestoSpero vi sia piaciuto
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Just Another Day To Love You
FanficL'ultimo anno di scuola giunge veloce come un treno che sfreccia in ferrovia. La battaglia finale con Papillon si avvicina sempre di più. Un amore travolgente ed impossibile s'insinua nei cuori di due giovani appena maggiorenni. Ladybug e Chat Noir...