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Pensami come non mi hai mai pensato fino ad ora,
pensami forte.

Guardavo il cielo sopra la mia testa, era contornato da nuvole grigie, di un grigio tendente allo scuro, e l'aria fresca faceva da complice in quella prima sera di Settembre. L'estate era finita presto, ed ormai sembrava che il sole avesse preso la vacanza dopo questi 3 mesi di caldo, lasciando spazio al grigio, e alla sera, scendere prima. Sospirai mentre recuperavo dalla borsa la felpa che avevo portato con me stamattina. Finalmente il mio turno era finito, e l'indomani avrei potuto dedicarmi al mio riposo settimanale, ed alla ricerca di un appartamento in affitto.

Come cambia in fretta la vita di una persona: il giorno prima avevi il tetto sulla testa, quello che ti aveva cresciuta, quello che aveva visto con te ogni cosa, ed il giorno dopo tornavo da un tetto che di me non sapeva niente!

" Buonasera signora Frazzi, le serve aiuto? " sistemai la borsa nella mia spalla mentre varcavo la soglia del b&b in cui alloggiavo da due settimane. Per fortuna potevo permettermelo grazie al lavoro, ed ormai, anche l'anziana signora davanti a me, seduta dietro il bancone con la sua solita settimana egnimistica, si era abituata alla mia presenza.

Alzò lo sguardo per una manciata di secondi, portando gli occhiali da vista sui capelli corti:

" Non ti avevo sentita arrivare. Hai finito prima oggi? " Mi chiese mentre sistemava il bancone togliendo quelle poche scartoffie. " Comunque, tranquilla. Ha già fatto tutto Agnese. " Mi regalò un sorriso confortevole.

Annuii. " Si, oggi ho fatto l'apertura e Carlo mi ha lasciata andare via prima. Scusami se a volte entro silenziosamente. "

Lei scosse la testa, accennando un piccolo sorriso: " Anche mio marito era come te. Spesso me lo ritrovavo di fronte il bancone ed io continuavo senza accorgermi che fosse lì, fermo a fissarmi. "

Mi avvicinai a lei, riuscendo a scorgere della malinconia nei suoi occhi azzurri, ormai stanchi per l'età avanzata. Pensai a come fosse stato bello avere dei nonni su cui contare. Dei nonni come la signora Frazzi: fredda solo apparentemente, ma con un cuore capace di sciogliere i ghiacciai. E' questo il bello delle persone come lei. Persone dal carattere freddo, duro; sanno prenderti il cuore. In un certo senso, sanno cose di te a cui tu non pensavi nemmeno. Le persone come lei, rimaste sole, si fanno compagnia con gli oggetti che hanno intorno: lei impara a conoscere loro, e loro imparano a conoscere lei.

" Le va se questa sera ceniamo insieme? " Domandai per non lasciarla sola più di quanto non lo fosse già. " Vado a comprare qualcosa nella gastronomia qui vicino! " Proposi sperando che accettasse.

" Sei l'unica, oltre ad Agnese, a cui voglio un gran bene. Peccato che questa sia un'attività, ti avrei lasciata vivere qui con me. " Mormorò piano, quasi con la speranza che non sentissi il suo esprimere i sentimenti. Perché è difficile farlo, no?

Sembrò diffidente mentre mi osservava valutando il mio invito. Poi un ampio sorriso comparve sul suo volto: " Ci sto! Non dimenticare che mi piacciono le patate prezzemolate! "

Iniziai a ridere e andai verso la porta d'ingresso. Misi la felpa e mi imbattei nuovamente nell' aria fredda che alloggiava su Milano.

***

Presi le cuffie dalla mia borsa e attaccai lo spinotto, aprendo spotify. Le prime cartelle che comparvero sullo schermo, furono le mie playlist. Rimasi con la testa sullo schermo impegnata a scorrere per scegliere la canzone, mentre la maniglia della borsa minacciava di scivolarmi. Ero distratta, come sempre, tanto che mi ritrovavo sempre ad armeggiare stranamente per sistemare il tutto sulla spalla, rischiando di perdere un auricolare, o incastrare i miei capelli fra il manico della borsa e la spalla.

Trasferirmi a Milano era stata una scelta ardua, di certo non l'avevo pensata, o programmata, così da un momento all'altro. Ero stanca di vedere sempre le stesse facce, le stesse persone, gli stessi posti. Si diceva spesso che si rischiava di impazzire vedendo sempre le stesse identiche cose, ogni giorno. Si invecchiava con l'immagine ferma ai momenti vissuti e vissuti ancora, per minuti, giorni, ed ore!

Spesso si è intrappolati nel posto in cui si nasce. Si ha sempre paura di ciò che possa apparire nuovo, ed il primo pensiero è sempre: " Magari va male.. "

Avevo paura di partire. Avevo paura di non poter trovare nulla che rispecchiasse quel poco che desideravo avere; un tetto sulla testa che riuscivo a mantenere io. La cosa che riuscii a conquistare subito fu la tranquillità che mi mancava! Avevo abbandonato quel senso di stress e pesantezza che mi ero portata dietro per quasi 22 anni della mia vita. Quando le cose cambiano, i posti, le emozioni, le persone, cambi un po' anche tu. Cambi il modo di vedere le cose, il modo in cui inizi le giornate, e la voglia che si ha di esplorare quel posto nuovo che ti aveva accolta, e raccolta, come si fa quando si trova un piccolo animaletto in mezzo alla strada.

O lo salvi, o lo lasci a quel destino in cui dovrà imparare da sé a cavarsela!

Ed io avevo avuto entrambe le cose, in questo caso: ero stata salvata, ed adesso stavo imparando a cavarmela da me, sul serio.

Ero felice di tutto questo! Ero felice di aver lasciato alle spalle i miei genitori, quei lavori che mi avevano insoddisfatta, ma almeno avevo imparato a conoscere ogni mia capacità. Dovevo solo metterle in atto.

Ripartire da me è stato come rinascere, prendere il mondo in mano, la mia vita in mano, e far capire che fossi io l'artefice di ciò che volevo per me, per mantenere quel poco che stavo costruendo con le mie capacità. Avevo trovato qualcuno che mi aveva accolta, che mi dava un posto letto, dell'acqua calda, ed anche qualche pasto i primi giorni che arrivai.

Non tutte le persone che si incontrano fanno del male.

Avevo imparato anche questo!

Milano era contornata dalla voce dei miei artisti preferiti, che traccia dopo traccia, mi accompagnavano verso il b&b. Avevo preso della pasta, e le patate per la signora Frazzi. Mi strinsi nelle spalle per la sensazione di freddo che provai in quell'istante. Le temperature si erano abbassate più di prima, ed era strano vedere gente con felpe pesanti, ma il nord era questo. Era così.

Qualcuno mi venne addosso, quasi rischiai che la cena mi scivolasse per terra. Alzai lo sguardo per vedere se quel tizio si fosse fermato, ma camminava coperto dal cappuccio della felpa, e dei guantoni sulla schiena, penzolanti.

" Certo che tu sei educato! " Sbottai, sistemando le buste per controllare se non si fosse aperto nulla: " Non ho ancora trovato qualcuno che sappia chiedere scusa qui! "

Continuai a parlare sola, con quella sagoma che, via via, si allontanava.

" Ah, fanculo! " Esclamai dopo essermi arresa.

Mi affrettai per tornare nel b&b per cenare, e poi andare a dormire.








Spazio autrice:

Ho iniziato a scrivere questa storia per sbloccarmi, e ci sto lavorando duramente purché venga bene.

Mi dissero che le mie storie annoiavano perché formate da capitoli lunghi, e questo mi ha un po bloccata..

Spero che possa piacervi..
Ho voluto prendere un po spunto da " Come fuoco sulla pelle. "
Buona lettura
E buon viaggio fra queste nuove righe.
Spero di lasciarvi un po di me..❤

Finché fa giorno - Rkomi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora