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Sei la promessa che
non faccio
ma leggi tra le righe..

" Ho capito che tu mi piaci davvero, Mirko. Sono stata una stupida a respingerti per tutto questo tempo.. " Milla era seduta sul lato del passeggero della mia panda.

Lasciai che il mio petto prendesse un respiro profondo, per poi lasciarlo libero prima di parlare. Anche se, ad essere sincero, ero rimasto senza parole.

Cosa l'aveva spinta a ciò?

" Lo capisco che ti stai chiedendo come me ne sono accorta. O, per lo meno, come lo abbia capito.. " Un mezzo sorriso contornò le sue labbra carnose. Pioveva quella sera, ed avevamo i finestrini alzati. Il suo era tutto chiuso, il mio solo a metà dell'estremità.

Guardai il vuoto davanti a me. Alla pioggia che batteva sul vetro della macchina.

" Non voglio che sia una finta delle tue solite, Milla. Solo perché ultimamente non siamo più come prima.. " Dissi io, andando al punto. Era l'unico modo per capire se crederle o meno.

Ero lì, insieme alla ragazza che desideravo avere dalla prima volta che l'avevo vista, e, adesso, non ero più convinto. Non mi dava più quelle sensazioni di sicurezza che credevo di avere..

" Vorrei capire cosa ti ha allontanato da me, ad essere sincera.. " Non me lo domandò, lasciò che il tono della sua voce fosse interrogativo, o esclamativo. Stava a me rispondere ad intuito in quella sua frase.

" Ho conosciuto un'altra ragazza.. " Dissi piano, quasi speranzoso che non sentisse. Forse, non era nemmeno il modo, ne il momento, per dirglielo.

Ci fu un silenzio tomba in quella macchina. Il rumore delle nostre parole, fu sostituito da quello della pioggia, e da quello dei nostri pensieri. A ciò che avremmo voluto dire, e a ciò che non volevamo nemmeno pensare.

" Ti piace? " Chiese dopo un po'.

Annuii semplicemente, col le mani poggiate sullo sterzo, e lo sguardo basso.

" E provi qualcosa per lei? Qualcosa come lo provi per me? " Continuò.

" A questo non so risponderti, Milla.. " Dissi con sincerità.

Era riuscita a mettermi con le spalle al muro.

E ancora quel silenzio. Ancora a riempire quell'abitacolo, che mi sembrava troppo stretto. Mi sentii soffocare.

Guardai Milla, lei guardò me.

" Amo te, Milla.. " Mormorai. Ma ero confuso. Ero confuso ed avevo fatto il passo più lungo della gamba.

I suoi occhi si illuminarono, e sul suo volto, che prima era triste, si formò un ampio sorriso. Si gettò fra le mie braccia, sbattendo contro il cambio, e mi strinse. Poco dopo iniziò a riempire il mio viso di baci fino alle labbra. La lasciai fare.

Sospirai e chiusi gli occhi, la mia mente era un mix di emozioni non positive, emozioni che mi sarebbero andate contro. Non avrei più rivisto Alessia, e, magari, anche le cose con Mario si sarebbero sistemate dopo questa mia scelta..

***

" Dai amore! Colpiscilo! " Milla era fuori dalla recensione usata per quell'incontro. Era lì con Mario, ed era venuto a vedermi anche Andrea.

Erano passati tre giorni da quella sera con lei, e non avevo nemmeno avuto il coraggio di scriverle. Non l'avevo più vista in giro, ed era meglio così.

" Mirko, attento! " Stavolta fu Giorgio ad urlare, il mio allenatore.

Caddi per terra a causa di un pugno sul viso. Mi asciugai il sangue che stava colando velocemente sulla mia guancia. Mi misi in piedi ed iniziai a sferrare pugni, non prestando attenzione a dove colpissi, se fosse il viso, le spalle, o la pancia. Colpivo. Colpivo più forte che potevo. Colpivo perché ne avevo bisogno. Colpivo così forte pensando che quel tipo fosse un altro me. Gliela facevo pagare per le sue scelte sbagliate. Per le scelte prese senza rifletterci sopra.

Come la maggior parte delle volte.

Stupido, stupido, Mirko!

Il rumore della campanella che segnò la fine dell'incontro. Mi misi dritto, guardai quel ragazzo steso a terra, con gli occhi chiusi. Com'è che adesso sentivo solo un vuoto nel petto?

Aprì la porticina del ring e mi diressi a passo svelto nello spogliatoio, sotto lo sguardo incredulo di tutti. C'erano persone che ancora urlavano, acclamando. Chi si metteva a farmi un complimento, e chi mi chiamava ripetutamente.

Erano solo delle voci fastidiose. Le stesse che avevo in testa.

" Amore, sei qui? " Milla comparve dall' uscio della porta, guardandomi con un sorriso dolce.

Alzai lo sguardo verso di lei. Il suo sorriso si spense quando vide i miei occhi rossi, e le lacrime scendere sulle mie guance.

Anche i più duri piangono.

Rimasi seduto sulla panca, ancora a petto nudo, sporco di sangue. Le fasce alle mani, ed i pantaloncini. La bionda si avvicinò a me, sedendosi accanto. Accarezzando i miei capelli.

" Che cosa ti prende? " Domandò preoccupata.

" Non lo so. So solo che ho bisogno di prendermi una pausa da tutto questo, di chiarire le idee.. " Dissi io.

" E' stata una settimana pesante, Mir.. Torniamo a casa? "

Annuii e mi alzai. " Devo prima farmi una doccia.. "

" La facciamo insieme a casa, amore mio.. " Mi diede dei baci sulle labbra, con le mani sul mio viso, e le mie sui suoi fianchi, ricambiando quel gioco di lingue.

" La faccio qui, Milla.. " sussurrai staccandomi dalle sue labbra.

Acconsentì ed io andai a farmi una doccia.

Eravamo tutti insieme in pizzeria. Quella stessa sera in cui Mario voleva festeggiare il fatto che avessi vinto, e della mia relazione definitiva con Milla. Era diverso, più tranquillo, e non mi stava più addosso, senza pressioni.

Era solo questo che dovevo fare per non sentirmi più con il fiato sul collo? A volte credevo che contasse su di me solo per le vittorie dei miei incontri.

Milla strinse la sua mano con la mia, intrecciando le nostre dita. Ci guardammo e mi sorrise, per poi appoggiare il viso sulla mia spalla.

Ed io, mi sentivo vivo fuori, e morto dentro.

Mi convinsi che fosse solo quel periodo No. Quel periodo in cui tutto sembrava sbagliato, ma, in realtà, era la strada giusta da prendere.

La mia vita era questa prima dell'arrivo di Alessia; avere Milla con me, le serate passate tutti insieme a scherzare, ad essere spensierati per poche ore, prima di tornare a casa ed avere di nuovo la paura che potessero tagliarci la luce, o l'acqua. Di restare senza alimenti nel frigo, e la paura di essere sfrattati.

La mia vita era già un casino prima, però, adesso, era diventata come una pietra al collo..

Dovevo riprendermi. Riprendere tutto e rimettermi in piedi.

Come sempre.

Non è facile accettare la fine di qualcosa che, anche se per poco, ci ha dato modo di vivere bene, di vivere a pieno sensazioni sconosciute. Ma le cose belle hanno anche una fine, ne hanno bisogno solo quando capitano in certi istanti in cui hai già il cuore e la mente da altre parti. 

Rialzarsi è l'unico modo per affrontare tutto. Non c'erano altre scelte.. 




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