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Il cielo ricamato
come risposta alle tue domande.


Agnese mi aspettava seduta al bar collocato sui Navigli. Da quando mi ero trasferita a Milano non ero riuscita nemmeno una volta a vederli, ed adesso ero lì, con le cuffie alle orecchie, e Maps acceso. Erano appena le 17 in punto. Soffiava una brezza più fresca, tanto che dovetti stringermi nelle spalle. Il tempo era grigio, come sempre. Un po' rimpiangevo il tempo del sud, ma, poi, ricordavo perché ero andata via, e tutto questo mi passava.

Tolleravo quel tempo uggioso.

Avrei dovuto vedere un appartamento insieme a lei, le serviva per l'università, e nel frattempo avrei dato un'occhiata anche io. Guardai per un secondo il cellulare, riprendendo a camminare, fin quando non mi sentì afferrare il braccio.

Mi voltai di scatto, infastidita da quel gesto. Ma quando notai che fosse lui, quasi persi la parola.

" Ma sei impazzito? " Sbottai arrabbiata.

Almeno era ciò che volessi fargli credere.

Lui iniziò a sorridere prima di parlare, guardandomi negli occhi, e poi facendo scendere appena lo sguardo.

" Sei scappata e poi con queste non mi avresti sentito.. "

Accarezzò il filo delle cuffie, sfiorando la pelle sul mio collo. Quel contatto mi provocò un brivido assurdo, tanto che dovetti spingere via la sua mano, e indietreggiare di pochi passi.

" Cosa vuoi? " Dissi sulla difensiva, ed iniziò a fare come ieri, e come stamattina.

Credo si divertisse a farmi essere così, eppure, mi piaceva in un certo senso..

Com'è possibile provare delle sensazioni così con solo 3 volte? Come può una persona prenderti così, farti perdere la testa, senza nemmeno conoscerla.

Ti piace. Ti piace se sorride, se ti guarda, se parla..

" Mi chiamo Mirko. " Disse dopo aver fatto il cascamorto.

Roteai gli occhi e gli dissi che non mi interessava saperlo, ma non servì a nulla; insistette per sapere il mio.

" Alessia. " Dissi stufa e speranzosa che mi lasciasse andare. Ero in ritardo, e Agnese odiava i ritardatari.

Continuò finché non lo chiamò un ragazzo, affacciandosi dalla palestra.

Lui lo liquidò facilmente, tornando a guardare me.

" Ci conto per questo caffè. " Mi disse dopo mentre si voltò per rientrare.

Prima di sparire totalmente dalla sua vista, riuscii a vederlo aspettare che sparissi dalla sua vista.

Sorrisi. Era tutto strano, nuovo.

Troppo nuovo..

Raggiunsi Agnese. Se ne stava appoggiata al muro, con lo sguardo sullo schermo del cellulare, intenta a picchiettare velocemente le dita. Era nervosa, doveva essere successo qualcosa, sicuramente.

Mi avvicinai a lei.

" Agnese! Scusa il ritardo è che ho incontrato una persona.. " Mormorai.

" Ci ha dato buca! " Esclamò lei. Chiuse gli occhi e prese un respiro profondo. " Quello dell'appartamento mi ha detto che non è più disponibile e quindi devo arrangiarmi! Che gente del cazzo.. "

" Non conosci nessuno che possa aiutarti? " Le domandai cercando di aiutarla, in malo modo, ma credo che sia sempre qualcosa..

" Purtroppo No. Avevo trovato questo annuncio su Facebook. Era un'occasione! "

Finché fa giorno - Rkomi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora