28.
Sembra niente ma il cuore
era il mio,
poi c'eri tu..Era strano aver avuto quel senso di liberazione prima. Mi sentivo il petto più leggero, e la mente meno immersa da paure, insicurezze, e paranoie. Era da tempo che non piangevo. Non ricordavo l'ultima volta che lo avessi fatto, o, meglio, se lo avessi mai fatto. Ero arrivato in palestra, stavo cercando un posto per la mia macchina, quando inizio a sentire il cellulare vibrarmi sul cruscotto. Lo afferrai:
" Mario che.. "
" Vieni immediatamente nel tuo appartamento. Non me ne frega un cazzo se salti l'allenamento per il tuo incontro. " La sua voce era fredda, glaciale come non l'avevo mai sentita. Nemmeno dopo una discussione.
Ero certo che quella sensazione fosse solo di passaggio per quel giorno, non badando all'altra faccia della medaglia. Chiusi gli occhi e poggiai la testa sullo schienale del sedile. Era giunto il momento di affrontare quella situazione, me lo dovevo, no?
" Mirko! Stai ancora meditando o scendi? "
Giorgio era di fronte allo sportello, con una sigaretta fra le dita. Aveva detto che avrebbe smesso ma, a quanto pare, il lupo perde il pelo ma non il vizio!
" Giorgio, torno dopo.. Ho un problema con la casa nuova. " Avviai il motore e feci un cenno con la mano al mio allenatore.
Speravo che non fosse quello che pensavo, infondo. Cercai di convincermi che Mario volesse chiarire con me. Che si fosse accorto dei suoi modi egoistici verso di me, dandomi una mano per gestire quella situazione in cui mi ero cacciato. Una mano non avrebbe mai fatto male, soprattutto una mano amica. Però, sentivo che il motivo non era un chiarimento, e pensai ad Alessia.
Decisi di scriverle un messaggio:
- Piccola, che succede?
Ale: Amore, Milla è qui insieme a Mario.
Ti prego, fai presto..
- Arrivo, tranquilla.. Ti amo.
Ale: Ti amo anche io, tanto..
Sospirai.
E cercai di andare più in fretta possibile verso casa. Sapevo cosa volevo, ed era l'unica cosa che mi ripetevo in testa in quel momento! Avrei affrontato tutto, e avrei fatto andare avanti il mio amore, quello che mi mancava.
Parcheggiai l'auto e presi un respiro profondo, scendendo e chiudendola. Lasciai il borsone sul retro dei sedili, e con esso anche la felpa che avevo tolto.
Entrai dopo aver preso l'ascensore, e c'era il tipico silenzio tomba: Mario aveva lo sguardo basso, Milla stava accanto al cugino, in lacrime, mentre lei era in cucina. Le sue dita stringevano il marmo, ed il suo sguardo era perso nella portafinestra con le tende scostate. Le sue spalle incurvate, era tesa.
" Sono qui.. " Mormorai, chiudendo la porta alle mie spalle.
Mario alzò la testa verso di me. " Siediti. " Disse ancora con quel tono.
Non risposi e andai a sedermi. Scambiai un'occhiata veloce con Alessia, sorridendole appena. Non ricambiò. Si mise di spalle, stringendosi in se stessa, mentre passava le dita sul braccio.
" Ormai sono stanco di vivere questa situazione di merda in cui litighiamo, discutiamo, e tutto il resto. Voglio solo sapere perché hai fatto questa cazzata.. " Continuò Mario, riportando la mia attenzione su di se. Milla continuava a piangere in silenzio, scacciando via le lacrime.
" Quale cazzata? " Dissi io, inarcando un sopracciglio.
Milla alzò la testa, fulminandomi con lo sguardo, per poi rispondermi: " Stavi con me e mi tradivi con quella! " Esclamò, quasi urlando.
Alessia girò di poco lo sguardo, e poi tornò alla posizione di prima. Mi si stringeva il cuore a vederla in quel modo. Sapevo stesse piangendo in silenzio. Sapevo che si sentiva piccola, quasi come se fosse di troppo. Ormai, avevo imparato a conoscere ogni suo gesto o postura.
" Milla.. " Sospirai. " Credevo di amarti, e ne ero convinto fin quando non ho capito che mi ero solo abituato all'idea. Ma non ho mai provato ciò che dicevo di provare, capisci? " La guardai negli occhi. Sul suo viso comparve un'espressione totalmente incattivita, piena di rabbia ed odio. Mario, al contrario, rimase in silenzio, piegato in avanti e le dita intrecciate fra di loro, stese sulle ginocchia. Ascoltava, era questo che faceva quando voleva capire a pieno la situazione in cui si trovasse come terzo.
" Insomma, mi dispiace averti mentito. Credimi, non sapevo come dirti che piega avesse preso questa situazione, e sono stato un vigliacco. Preferisco sia andata così! Non ti amo, Milla. " Dissi, infine.
" Sei solo un bugiardo, uno stronzo che si è solo preso gioco di me! Ed io stupida che credevo di potermi innamorare di te. " Tirò su col naso, alzandosi. Lanciai un'occhiata furtiva a Mario: lui teneva lo sguardo fisso su Alessia, per poi spostarlo su di me.
Sentirsi liberi lentamente, in grado di avere il mondo fra le mani anche con poco.
Chiusi gli occhi e sospirai.
" Quante volte ho cercato di dimostrarti che volevo qualcosa con te, e tu hai sempre fatto finta di niente? Tante. Milla, hai fatto in modo che io vedessi solo te, che fossi convinto di non poter amare nessuno perché c'eri tu. Ero convinto di questo, ma la realtà mi si è parata davanti, e non sei tu! " Esclamai. Stava per rispondere, ma ripresi a parlare prima che potesse farlo: " Ho sempre cercato di renderti felice, e di non deludere te, Mario.. " Scambiai uno sguardo veloce con il mio migliore amico, o quello che era. Rimase in silenzio, senza ribattere. " Adesso ho bisogno io di capire quale sia la mia felicità. Ho bisogno di ritornare a capire cosa il mondo ha da offrirmi, e di quello che ho da offrire a lui, rendendomi felice per ciò che amo davvero, e non per convincermi. "
" Tu non sai di cosa stai parlando, Mirko! Non lo sai! Tu hai bisogno di me, di stare con me. " Tirò su col naso.
" Adesso basta! " Esclamò Alessia, entrando in salotto con noi. I suoi occhi erano rossi per le lacrime, insieme alle sue labbra. Volevo solo abbracciarla..
" Milla devi accettare come sono andate le cose! Tu sai quanto ha sofferto Mirko? No. No, non lo sai. E sai perché non lo puoi sapere? Perché sei sempre stata troppo impegnata su te stessa! Si, magari hai vissuto con lui i suoi periodi bui, ma questo non ti da la certezza di essere convinta di essere l'unica per lui. L'unica che l'ha lasciato solo quando ne aveva davvero bisogno. " Poi spostò lo sguardo verso Mario: " E tu.. Se tu davvero tenevi alla felicità di tua cugina, dovevi accorgerti che lei non poteva essere davvero quella di Mirko. Sei stato tu l'egoista! "
Nessuno mai mi aveva difeso a spada tratta come stava facendo Alessia in questo momento. Ero senza parole, e notai che anche Mario aveva cambiato espressione.
" Ah.. Milla.. Sappi che Carlo mi ha detto del vostro bacio, quindi dimmi tu di cosa sei venuta a parlare, adesso. " Alessia la guardò con sfida. Milla non rispose; mi guardò e poi guardò Mario, che chiuse gli occhi e si voltò per non osservarla.
Se ne andò da sola, mentre io mi alzavo dalla poltroncina e stringevo a me Alessia.
" Ti amo, Ale.. " Mormorai al suo orecchio, per poi baciarla sulla fronte. Chiuse gli occhi e si strinse a me, col mento sul mio petto.
" Mirko.. "
Mario parlò piano. Lo guardai, aspettando che continuassi a parlare.
" Mi dispiace se siamo arrivati a questo punto. Mi dispiace se non ho capito cosa passava per la tua testa, e forse, è vero che sono stato egoista con te. "
Lasciai Alessia, e mi avvicinai a Mario, abbracciandolo come ai vecchi tempi. Uno di quegli abbracci che ci davamo quando avevamo bisogno di rassicurarci di esserci l'uno per l'altro.
E sapevo che Mario c'era, che non se ne fosse mai andato. Era solo accecato da chi voleva solo prendersi la mente di chiunque la circondasse, lasciando che il suo ego regnasse su di noi.
Mi diede una pacca sulla spalla.
" Andiamo a vincere quest'incontro? " Sorrise.
Annuì e presi per mano Alessia:
" Andiamo! "
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Finché fa giorno - Rkomi.
FanfictionCapita poche volte nella vita di incontrare persone capaci di cambiartela, ma solo una cambia ogni cosa; dal modo che hai di vedere le cose, fino ad arrivare a migliorare il tuo modo di essere. L'amore arriva sempre quando meno ci si aspetta. E for...