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Sento una musica
ogni volta che ti sto accanto
Quando ti perdo e poi ci ripenso
come se fosse la fine del mondo.


Avevo preso un appartamento in affitto da pochi giorni, e l'unico a saperlo era Andrea. Con l'arrivo di Diego, avevano bisogno di una delle stanze, ed io avevo deciso così, in modo da dare un letto al mio amico.

Dovevo ultimare gli ultimi lavori di pittura in salotto, e montare alcuni mobili. Ero felice di avere un posto tutto mio, la mia pace, il mio silenzio. Mi dispiaceva dover lasciare i ragazzi dopo tanti anni di convivenza, di feste, di erba, e la cocaina che passava fra le stanze per portare avanti la casa, la spesa, e poter stare dignitosamente. Quella casa aveva visto il peggio e il meglio di noi, della nostra amicizia. Del ritrovarci tutti in salone a dormire dopo esserci ubriacati terribilmente alla notte di capodanno, o alla vigilia di Natale, dopo aver aperto quei piccoli regali che potevamo permetterci, solo per non deluderci. Ricordo quando Diego mi regalò il pacco di preservativi da usare con la nuova ragazza che avevo conosciuto. Era più piccola di me, ricordo avesse più o meno 16 anni, ed io 20. L'imbarazzo era alle stelle, ma la prendemmo a ridere. Eravamo come fratelli.

Ricordo il regalo che facemmo a Mario per farlo arrabbiare; un paio di boxer con un buco di cui, all'acquisto fatto, non ci accorgemmo che fosse lì. Era contento di quel regalo, solo che poi si accorse del piccolo inconveniente, iniziando a riempirci di parolacce.

E Andrea, il regalo fatto ad Andrea fu una bambola gonfiabile, per tutte le volte che lo sentivamo vedere dei film porno, steso sul suo letto, una birra in mano, e l'altra sulla pancia. Si giustificava con: " Così imparo meglio le posizioni che piacciono più ad una donna. " , soffriva per la mancanza di amore.

O quando, a Diego, regalammo dei dolcetti. Incazzato, iniziò a tirarceli addosso, e poi, raccoglierli e mangiucchiare un pezzo per ogni dolcetto, dicendo che quello sarebbe stato il suo ultimo Natale, e che la befana avrebbe portato del carbone a noi per la nostra cattiveria nei suoi confronti.

Ma c'era un punto, nella vita, in cui era ora di cominciare a pensare a realizzarsi. A pensare di costruire qualcosa di concreto. Non avremmo vissuto insieme per sempre, ed io ero stato il primo a comprare casa, e pagarla come fosse un affitto. Andrea era contento, mentre Mario, ero sicuro che non l'avrebbe presa bene. Mi dispiaceva che la nostra amicizia avesse preso questa piega strana. Ma non sarebbe stato sempre col fiato sul mio collo.

Abbiamo passato dei bei momenti. Abbiamo sbagliato ed imparato, ed era ora di mettere in pratica tutto questo, per sbagliare ancora, e imparare ancora, ma da soli. Bisognava spararci la vera vita in faccia, affrontandola da adulti, e non come adolescenti!

Guardai ogni angolo della mia nuova casa, e sperai che tutto fosse in ordine.

Quel poco che c'era a disposizione..

Sorrisi e andai a prendere Alessia al b&b, comprare qualcosa da mangiare, e poi tornare in questa casa.

***

" Piccola! " La chiamai, suonando il clacson.

Digitò qualcosa sul cellulare mentre si avvicinava alla mia auto. Aveva la borsa sulla spalla. Indossava un paio di jeans con le caviglie scoperte, delle scarpe bianche, ed una maglia con lo scollo a V, dello stesso colore delle scarpe, e la mia camicia.

Posò il cellulare in borsa, e si avvicinò per lasciarmi dei baci sulle labbra. Era bello così, sentirsi desiderato davvero!

L'abbracciai prima di mettere in moto l'auto, e dirigermi verso il supermercato aperto 24H. Lei ridacchiò e mi accarezzò i capelli.

Finché fa giorno - Rkomi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora