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Non credo più a niente,
Perché non lo voglio più il senso di colpa.

I giorni passavano, ed il mio rapporto con Mirko si era fortificato. Mi piaceva quando la notte restava da me al b&b, oppure andavamo nel suo appartamento; cucinavamo, mettevamo in ordine, e poi facevamo l'amore. Perché quando due corpi sono così pieni di desiderio, non possono stare l'uno senza l'altro; ed io e Mirko eravamo così!

Avevamo scelto il mobilio per la stanza da letto, aveva deciso che dovessi essere io a prendere quello più bello, a lui sarebbe andato bene anche un letto soltanto, due comodini, e me fra le lenzuola. Mi piaceva quando lo sussurrava, mentre il suo braccio era attorno alle mie spalle, e le mie dita intrecciate alle sue. Si perdeva fra i miei capelli ricci, e in sussurri che amavo, e che mi provocavano dei brividi sulla pelle.

3 mesi di amore per me, da parte mia. 3 mesi in cui potevo davvero dire che la mia vita, finalmente, aveva preso una piega diversa, mite, e tranquilla. Una piega fatta di amore e attenzione. Era ciò che ci voleva, infondo.

Eravamo seduti in salotto, quando mi azzardai a fargli quella domanda che mi torturava la testa:

" Fai anche l'amore con Milla? "

Lo guardai in viso, cercando di precedere la sua risposta valutando l'espressione che aveva assunto.

" Cristo, no! Come ti passa per la testa? " Rispose lui. Era sincero, me lo sentivo.

" Non l'hai ancora lasciata, e noi dobbiamo ancora nasconderci.. " Sospirai. " Sai, l'altro giorno si è aperta con me, e detto fra noi, mi sono sentita una vigliacca.. " Sorseggiai un po' d'acqua.

" Cosa ti ha detto? " Chiese curioso, continuando a picchettare le bacchette del sushi contro lo scatolino, non riuscendo ad afferrare ciò che voleva. Era bello da maldestro, sorrisi appena.

" Sa dell'appartamento.. " Mormorai piano. " Mi ha detto che Mario le ha raccontato tutto, ed hanno trovato un paio di chiavi nella tua vecchia stanza. Una copia.. Forse quella che volevi dare a me. " Continuai a guardarlo, ma lui sembrava non dare peso alle ultime parole. " Mirko, credo che lei ti ami davvero. "

" Le passerà. "

" Mirko? "

" Dimmi.. " Alzò lo sguardo verso di me.

" Io mi sento ingiusta nei suoi confronti, capisci? Mi ha parlato di te, di tutto quello che tu hai fatto per lei, e che ora ha come la sensazione che tu le nascondi qualcosa, e quel qualcosa sono io.. "

Sentirsi in colpa per amare qualcuno, è la peggior sensazione al mondo, pensai.

Mirko sbuffò, lanciando il contenitore sul tavolo, facendolo scivolare in avanti. Lo guardai stranita da quel gesto, era parecchio nervoso. Magari non avrei dovuto uscire quel discorso..

" Sai cosa? Per una volta che sto cercando di essere felice io, non va bene. Mirko è egoista se prova a trovare la sua strada! Nessuno di loro si è mai preoccupato di chiedermi se qualcosa andasse bene o meno. Se fossi d'accordo o meno con le loro stupide idee. Milla non è stata da meno in queste cose, credimi. Il fatto che lei ora voglia fare tutta l'innamorata e l'insicura, non mi va giù. " Era infastidito, lo si capiva dal tono di voce che aveva assunto. Abbassai lo sguardo sul mio piatto, diverso dal suo dovuto alle mie intolleranze.

Riprese poco dopo:

" Ho aspettato tanto per lei. Ho cercato di dimostrarle che mi piaceva ma, non ero innamorato come credevo, e adesso le conseguenze sono queste! Devo solo trovare il modo di poterle dire che è finita, che non provo nulla, e che non ho mai provato nulla di davvero forte come credevo! Spesso la nostra mente ci convince di qualcosa, solo perché non ha nient' altro a cui credere o aggrapparsi. "

Rimasi con lo sguardo perso nel piatto, rigirando la forchetta talmente piano, che riuscii a non farle emettere nessun suono, nessun rumore stridente. Nella mia mente iniziavano le paure, in cui mi chiesi se avesse fatto così con me quando si sarebbe stufato della nostra relazione. Alla fine, ancora non eravamo chissà cosa. Non sapevo nemmeno dare una definizione a tutto ciò che avevamo: conoscenti? No. Amici? Non credo! Amanti? Si, quello lo eravamo sicuramente.

Amanti..

Gli avevo detto più volte di amarlo, esplicitamente, dopo aver finito di farlo, mentre si sdraiava sul mio petto. Ma da parte sua, non mi ero mai sentita dire che fosse ricambiato, e spesso pensavo che non badasse a quella frase.

Magari io ero solo il momento. Quel momento esatto, facile, accaduto nel momento in cui voleva solo cambiare aria, modo, e liberarsi da ciò che lo incatenava, e poi, probabilmente, si sarebbe liberato anche di me..

D'un tratto sentì quel rumore assordante di mani sbattute contro il tavolo, il rumore dei piatti e di ogni cosa che fosse posata lì, rimbalzare. Alzai lo sguardo e mi si spezzò il cuore nel vederlo in quello stato. Non mi ero accorta che avesse gli occhi rossi e lucidi.

Si tratteneva. Lottava contro se stesso per non crollare, e forse, fra i due, quello più fragile era lui.

" Sai perché spesso non esprimo a pieno i miei sentimenti? Perché non sono abituato a farlo, cazzo! Non mi è mai successo di provarlo e sentirlo allo stesso tempo, e questo mi ha messo paura, infondo sono umano anche io, no? Però, a te, ti amo. Ti amo così tanto che se non ci sei la notte, mi sento sprofondare. Sai, non solo voi ragazze avete bisogno di sicurezze o certezze, ma anche noi, anche io ne ho bisogno! " Ecco che le prime lacrime iniziarono a rigare il suo viso, cadendo sulle sue mani impuntate ancora sul tavolo. Rimasi sbalordita. Avevo come la sensazione che il mondo si fosse fermato.

" Ti amo. Ti amo sul serio, tremendamente tanto. " Ed abbassò lo sguardo, rintanandosi in se stesso, le spalle incurvate, ed il silenzio a riprendere vita intorno a noi. Quel silenzio che, piano piano, accarezzava quelle paure che non erano ancora state sfiorate con le dita.

D'altronde, siamo umani, no?

Mi alzai da tavola e lo abbracciai forte. Si accoccolò alla mia spalla, nella parte attaccata al collo, piangendo in silenzio. Le sue lacrime bagnarono il lembo di pelle scoperta, ed io lo strinsi più forte che riuscivo.

Lo amavo incondizionatamente. Amavo quella piccola nota di fragilità che era uscita in lui. Amavo quel suo rintanarsi, nel suo bisogno di avere qualcuno che lo amasse davvero.

" Ti amo, amore mio.. " Gli sussurrai, cercando il suo viso e poi baciarlo.

Baciarlo per fargli capire quanto sarei stata disposta a dargli, e a quanto amore ancora dovevo fargli scoprire di me, di noi, e di quello che saremo stati quando, finalmente, tutto sarebbe andato nel posto giusto.

***

Quel pomeriggio andai a lavoro con la convinzione che, forse, avrei dovuto dire io a Milla la verità. Mirko era andato agli allenamenti, e aveva lasciato le chiavi a me, dicendomi che lui avrebbe ritardato nel rientrare in casa. Mi aveva detto che avrei dovuto fargli trovare una bella cena pronta, degna di moglie che aspetta marito. Avevamo riso come due bambini dopo quello sfogo, e mi sentivo più bene che mai!

Andai nella nostra camera, dove stavo iniziando a posare e sistemare i miei vestiti. Mi guardai intorno, felice di aver costruito qualcosa, finalmente. Che con l'ordine del tempo, stava prendendo forma, dando un sapore diverso alle cose.

Avrei detto a Nina, a giorni, che avrei lasciato la stanza e che mi sarei trasferita qui con Mirko. Denise mi scriveva spesso, iniziava davvero a starmi simpatica, ed avere qualche amica in più, anche se più piccola, non faceva affatto male, al contrario!

Spesso mi ricordava me 5 anni prima.

Mi cambiai e mi sistemai i capelli in una treccia che scendeva sulle spalle.

Andai in cucina a sistemare i piatti che avevo lavato poco prima. Riordinai ogni cosa, fino a quando non sentì la serratura della porta, scattare. Pensai che Mirko fosse tornato, e avesse preso le chiavi, ma, invece, mi ritrovai Milla davanti a me.

L'unica cosa che potei fare, fu starmene in silenzio.

" E tu che cazzo ci fai qui? " Tuonò lei, furiosa.

Fui travolta da un mix di emozioni e sensazioni, restando incapace di proferire parola sotto il suo sguardo fulmineo.
E adesso cosa avrei dovuto fare?

Finché fa giorno - Rkomi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora