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Soltanto tu mi puoi
salvare
quando la vita non gira bene.

La giornata al bar sembrava non finire mai. Con la testa ero altrove, pensando a quel discorso con Alessia. Riflettendoci a mente lucida, era vero che fosse successo tutto così velocemente, ed un po' mi spaventava. E se avrei commesso qualche sbaglio a lungo andare? Nella nostra conoscenza?

Magari avrei dovuto soffermarmi a sapere più della sua vita, di lei, del suo modo di essere, eppure, quando stavamo insieme, tutto questo perdeva la sua importanza! Con i suoi gesti, i suoi sguardi, capivo ciò che non mi diceva. Ciò che voleva tenere nell'angolo più profondo del suo cuore.

Un po' come facevo io quando volevo scappare da quello che ero in passato, dai miei sbagli, dall'essere diventato quello che sono adesso, da solo.

A volte, chi non dice niente di se, nasconde una ferita incapace di rimarginarsi.

" Mirko, c'è una donna che ti cerca! " Laura mi risvegliò dai miei pensieri, e la guardai stranito.

" Una donna? " Le chiesi.

Chi poteva mai essere?

Lei annuì. " Si. Mi ha chiesto se puoi uscire. Deve parlarti. "

Aspirai un'ultima volta e poi schiacciai la sigaretta nel posacenere che avevamo in magazzino, dove ci prendevamo i nostri 5 minuti di pausa. Mi alzai dalla sedia e mi sistemai la camicia dentro i pantaloni, abbottonando i primi due bottoni che avevo lasciato aperti quando mi sedetti. Mi rilassava stare in questo magazzino quando volevo, per poco, staccare la spina.

Andai nel corridoio del bar e vidi mia madre davanti alla porta, che si guardava intorno. I soliti occhiali da sole a coprire i suoi occhi azzurri. Da bambino la chiamavo ' la mia regina dagli occhi di ghiaccio '. Amavo quella donna più della mia stessa vita, per tutto quello che aveva fatto per portarmi avanti, per crescermi, rinunciando un po' alla sua vita per stare dietro me, per rimettermi in riga. Sul suo viso aleggiano ancora i ricordi di quelle notti passate sveglia ad aspettarmi rientrare, ed io, con la testa sballata, puzzando di alcol, me la prendevo con lei per quello che non avevamo. Ero solo un ragazzino, senza un padre, solo con una donna a prendersi cura di me, la casa, il lavoro, evitando che potessi finire in guai seri. Adesso, avendola davanti, capivo quanti sacrifici possa fare una persona per un'altra. Quanti sacrifici che fanno le persone che amano. Soprattutto, quelle che amano immensamente il loro stesso sangue.

" Mamma! " Esclamai andandole incontro, e stringendola forte.

Sapevo che non se lo aspettasse questo mio abbraccio, d'altronde evitavo di vederla da 4 mesi. Mi mancava il suo profumo, e la sensazione di stare fra le braccia di chi ti ha messo al mondo.

Inizialmente fu titubante, infatti esitò. Poi mi strinse anche lei, passando la mano sulla mia schiena e accoccolandosi.

" Mi sei mancato, Mirko.. " Sussurrò con voce rotta.

" Anche tu, mamma. Aspetta che stacco e andiamo a prenderci qualcosa, ti va? " Le chiesi con un sorriso.

Lei annuì, aspettandomi davanti alla porta, come prima. Dissi a Laura che avrei staccato quei 15 minuti, e che avrei recuperato al prossimo turno che avevo.

Tolsi la camicia e la posai dentro il mio zaino, che misi in spalla e raggiunsi mia madre. Andammo nel mio appartamento, volevo che lo vedesse. Volevo che iniziasse ad essere orgogliosa di me, che capisse che avevo, finalmente, messo la testa sulle spalle e pensavo a costruirmi un futuro, dove lei, la prima donna, fosse fiera di me.

Il Mirko di 3 anni fa non esisteva più!

Salimmo con l'ascensore, e lei era ansiosa di vedere la mia nuova casa. Mi sorrise più volte durante la strada. Mi raccontò di come fosse felice di essere nonna per la seconda volta, e che aspettava che anche io mi dessi una mossa in questo campo. Iniziai a ridere, un po' imbarazzato dal discorso. Mia madre era abituata a vedermi arrossire fin da bambino, come quando le mie cugine mi lasciavano dei bacini sulla guancia per salutarci. Mi diceva spesso, mia nonna, che io sarei stato il don Giovanni con questo mio carattere, assicurandomi che tutte le donne sarebbero cadute ai miei piedi: 'Nonna, hai sbagliato! Sono io che cado ai piedi di una donna. ', era ciò che avrei voluto dirle.

Finché fa giorno - Rkomi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora