12.

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Non so pensarti piano,
amore,
non svegliarti.


Iniziai a muovermi intorpidito stendendo le braccia. Cercai di mettere a fuoco la stanza in cui mi trovavo con un po' di difficoltà vista la scarsa luce. Presi il cellulare e notai che fossero appena passate le 3:00. Mi misi a sedere su quel letto e capii subito dove fossi: Alessia dormiva sulla scrivania, accoccolata a se stessa, piegata in avanti sul tavolo. Mi alzai e andai verso la sua figura dormiente, e la presi in braccio.

La vidi muoversi appena, il giusto per vederla accoccolarsi al mio petto, stringendo la mia felpa fra le sue dita.

Fu istintivo per me stringerla al più al petto, lasciandole un bacio sulla fronte.

L'adagiai sul letto e mi distesi nuovamente accanto a lei, prendendola fra le braccia. Le accarezzai i ricci, sorridendo. Rimasi a guardarla mentre respirava piano, accanto a me. Prima d'ora non mi era capitato di stare a guardare qualcuno mentre dorme, soprattutto alle ragazze con cui stavo un due o tre notti. Andavano a casa loro il mattino seguente senza svegliarmi. O, a volte, mi capitava di alzarmi dal letto e andare a dormire sul divano dopo essere stato seduto sul mio letto a pensare a Milla, e del perché non mi notava. Adesso, però, lo sentivo a pelle e nell'aria che fosse diverso. Sentivo quanta delicatezza possa avere quella figura che riposava fra le mie braccia. Quanta dolcezza e fragilità riuscissi a scorgere dai suoi lineamenti, comunque rigidi anche nel sonno.

Come se avesse paura..

Ma paura di cosa?

Passai le dita sulla sua guancia, scendendo sull'incavo del collo. La vidi mentre assumeva un'espressione strana, infastidita. Si mosse avvicinandosi più a me.

Piano piano, anche le mie palpebre iniziarono ad appesantirsi, e caddi, nuovamente, in un sonno profondo..

Ero accanto a lei, alle sue mani appoggiate al mio petto, come la mia fronte sulla sua. I nostri respiri si fondevano l'uno con l'altra; non c'è sensazione più bella dell'amare qualcuno di cui non sai niente, ne una parola, ne un gesto, ne una cosa passata che ha segnato il suo cuore. Perché quando hai qualcuno accanto di cui non sai niente, ti spingi ad amarlo di più. Ti spingi ad amare il suo mistero, i suoi segreti. Ami quel poter scoprire tutto di quella persona, con il giusto tempo. E forse, se mi sarei innamorato di lei, l'avrei amata ogni giorno come il primo. Come il primo giorno che mi ha permesso di toccare il suo cuore.

***

Mi svegliai a causa del cellulare che vibrava nella tasca della mia felpa. Borbottai qualcosa di indecifrabile mettendo la mano dentro, ed afferrandolo. Lo spensi direttamente: non volevo che nessuno mi assillasse ancora. Avrei risposto a tutti a tempo debito!

Aprì completamente gli occhi, puntandoli verso di lei. Era già sveglia e mi stava guardando.

" Hai gli occhi verdissimi.. " Mormorò con voce roca. Sicuramente si era svegliata per il mio maledettissimo telefono.

" Ti piacciono? " Domandai.

Lei annuì e si rintanò fra le mie braccia, chiudendo nuovamente gli occhi. L'avvolsi con le braccia, in modo che stesse comoda. Poi, con la mano libera, afferrai le coperte stendendole su entrambi i nostri corpi.

Ogni tanto la sentivo tremare per il freddo.

" Cosa c'è di sbagliato in questo? " Domandò, continuando a tenere gli occhi chiusi.

" Nulla, piccola.. " Sussurrai io. " Potrei tenerti fra le mie braccia tutte le volte che vuoi.. "

La sentii ridere dopo ciò. " Certo che sei un furbo pazzesco.. " Poi alzò il viso aprendo un occhio: " A quante lo hai detto? "

Finché fa giorno - Rkomi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora