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Sei così bella che spesso
vorresti morire.

Ci sono sempre stati dei momenti in cui restavo per le mie. Momenti in cui il silenzio non regnava solo dentro di me, ma anche al di fuori. Mi lascio circondare e questo mi rilassa. Riesco a concentrarmi su delle voci che sembravano essere nella mia testa, quasi volessero far rumore, incapaci di sopportare quel silenzio che cercava di scacciarle via. Ogni paura, ha paura di un silenzio usato come arma contro essa. Una paura resa vulnerabile da delle parole, o rumori, che non archeggiano intorno a lei.

Anche le paure sono come noi umani; indifese contro le armi per scacciarle via..

Io e la signora Frazzi avevamo finito di cenare da 10 minuti, e dopo aver sistemato la spazzatura nella busta, decisi di andarla a buttare, e poi ritirarmi in camera mia. Sospirai mentre pensavo a cosa stessero facendo i miei adesso che io ero andata via da casa. Spesso credevo che si aggrappassero a me per non crollare loro. Mio padre non aveva preso bene la mia partenza, quando andammo in aeroporto non mi degnò di uno sguardo, non scese dall' auto per salutarmi, mentre mia madre mi lasciò andare con un solo abbraccio, voltandomi le spalle e andando via. Non mi avevano chiamata in queste due settimane per accettarsi se stessi bene, nessun messaggio, e da questo capii che l'amore famigliare ti viene dato solo in quei momenti in cui devi crescere, perché sei piccolo ed incapace di affrontare le cose, ma, una volta arrivata l'adolescenza, tutto inizia a prendere una forma diversa: sei solo un figlio e basta!

Gettai la busta nell' indifferenziata e guardai il cellulare mentre tornavo verso l'ingresso del b&b.

Aprì la chat di whatsapp e trovai un messaggio da Matteo:

- Che dici se ci vediamo questa sera?

Ti offro una coca - cola.
Niente alcol, promesso.

Sorrisi.

Avevo conosciuto Matteo lo stesso giorno che ero arrivata qui, in aeroporto. Si era subito mostrato simpatico, aiutandomi, persino, con le valigie. Da lì avevamo iniziato a parlare, e vederci due volte.

La prima era andata in modo tranquillo; mi aveva portata a fare un giro al parco. Mi aveva parlato un po' di se, confessandomi di essere uno di buona famiglia, ma, che, lui di buono avesse solo la lingua. Quando lo disse il mio viso assunse un'espressione mista al ' non pensare male, non intendeva quello ', e al: ' scusami?'

Lui lo capii subito, iniziando a ridere per la faccia che avevo fatto in quel momento:

" Non è quello che intendevo! " Rideva di gusto, mentre io mi stavo imbarazzando sempre di più!"

" Non stavo affatto pensando male, Matteo! " Risposi io, sulla difensiva, e piena di vergogna per aver capito un doppio senso inesistente, col primo ragazzo conosciuto nella nuova città! 
Ero fantastica, no? 
No.

Invece, la seconda uscita fu diversa. Ci incontrammo dopo due sere, venne a prendermi al b&b, portandomi a mangiare una pizza, e poi qualche giro in qualche bar aperto in zona. Era bello passare la serata in sua compagnia, era un ragazzo molto socievole, anche se, dal suo modo di porsi, sembrava dare l'impressione del contrario. Mi piaceva.

Ma avevo paura di fidarmi, e questo un po' mi frenava. Quando lo vedevo avvicinarsi, automaticamente, scattavo per spostarmi. Non mi piaceva quando qualcuno si avvicinava più dei limiti che, io stessa, davo.

Al secondo appuntamento mi lasciai andare con le birre, e la serata proseguì bene. Al ritorno a casa, si era, poi, lasciato andare lui, iniziando a baciarmi, e con le mani a sfiorare la mia pelle sotto la maglia. Inizialmente mi piacque, quasi mi stavo per convincere di lasciarmi andare; tanto che male ci sarebbe stato?

Finché fa giorno - Rkomi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora