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E quando non ho più
amore, aspetto che torni
a battere sulla pelle questo sole.


Ripensai a quel ragazzo ed ai suoi occhi verdi nei miei. Quasi rischiavo di incantarmi nel guardarli. Come fa una persona, con solo due occhi, prenderti così tanto?

Sospirai e massaggiai le tempie.

" Alessia tutto bene? " La signora Frazzi spuntò alle mie spalle, guardandomi interrogativa.

Le accennai un sorriso e scossi la testa prima di risponderle. " Niente, solo stavo pensando all' appartamento che ho visto oggi. "

E non era solo l'appartamento..

Quando dissi quella frase, potei notare un velo di tristezza negli occhi di quella signora che mi ospitava da due settimane ormai.

" Non andava bene? " Domandò quasi speranzosa di ricevere una risposta positiva, una che gli desse la speranza che io rimanessi ancora lì con lei. Ma i miei fondi economici iniziavano a scarseggiare, ed io non potevo più permettermi quella stanza. Ancora non avevo nemmeno preso il primo stipendio nel mio nuovo lavoro.

" No, non mi piaceva. " Dissi io, sorridendole. Fece lo stesso, contenta. " Era con la stanza in comune. Avrei dovuto dividerla con un ragazzo, se non sbaglio. "

Lei mi guardò ridendo: " E' stata come una coltellata al cuore per te, vero? "

" Assolutamente si! " Esclamai iniziando a ridere.

" Comunque, grazie per aver badato qui. Quasi quasi ti assumo. " Parlò ad alta voce, sul viso aveva un'espressione che lasciasse intendere che stesse riflettendo con se stessa a questa proposta.

" Posso aiutarla quando ha bisogno, lo sa benissimo! " Dissi io. " Però domani le devo parlare di un problema.. " La mia voce si affievolì. Le avrei detto che dalla settimana dopo non potevo più darle i soldi ogni sera, o mattina.

" Dimmi anche adesso, tanto tra poco devo chiudere qui. " Prese le chiavi e le posò sul bancone.

Scossi la testa, indecisa se parlargliene adesso. Magari mi sarei tolta questo peso, e se non fosse stata d'accordo, l'indomani mi sarei rimessa alla ricerca di un nuovo posto, un nuovo appartamento.

Mi sarei fatta andare bene le stanze condivise, in caso negativo..

" Riguarda al pagamento della stanza.. " Mormorai io con voce incerta. " Dalla settimana prossima non potrò darle i soldi puntualmente, ecco perché sto cercando, in prima possibile, un posto dove stare. "

La signora davanti a me mi scrutò per un paio di minuti, come se quella che avessi detto fosse una delle più grandi assurdità del mondo. Lei era buona, gentile, ma anche burbera. Mi ero affezionata a lei dal primo giorno che avevo messo piede qui dentro. Mi aveva accolta, inizialmente con molta indifferenza, un po' come faceva con chiunque varcava la soglia della porta di questa sua attività. Si era abituata alla mia costante presenza. Sapeva a che ora uscissi la mattina, e a che ora staccassi per il pranzo. O, anche, quando mi avviavo per il turno pomeridiano, lasciandomi un bigliettino, e un bicchierino in plastica, sul bancone, con scritto: " Fai attenzione, e prima di tornare a casa ricordati di passare al supermercato. "

Ormai era diventata un'abitudine per entrambe.

" Sai che puoi restare qui tutto il tempo di cui hai bisogno, e per i soldi non ti devi preoccupare. " Disse lei. " Mi piace la tua presenza qui, e poi ho davvero bisogno di qualcuno che possa sostituirmi in quelle poche ore in cui vado dal dottore, o a fare la spesa.. Sbrigarmi anche le mie cose. "

L'abbracciai forte, istintivamente.

Fu il mio modo per dirle grazie. Grazie di questa sua gentilezza, di questo suo avermi accolta così come se fossi una persona della sua famiglia.

Ricambiò l'abbraccio accarezzando la mia schiena.

Andai verso la mia camera per andare a dormire. Passai vicino alla stanza in cui c'era quella ragazza con quel tipo, e riuscì a sentire dei gemiti, dei sussurri. Quindi era la sua ragazza..

Chiusi la porta alle mie spalle, e mi buttai sul letto.

***

Il mattino seguente aiutai la signora Frazzi a pulire l'entrata. Quel giorno, fortunatamente, avrei lavorato di pomeriggio. Non sarei riuscita a reggere la mattinata, anche perché non avevo preso facilmente sonno. Continuai a pensare allo sguardo di quel ragazzo, alla sua voce..

Era da tanto tempo che non sentivo certe sensazioni, o meglio, non credo di averle mai provate. Nemmeno Matteo mi aveva fatto quest'effetto alla prima volta che ci siamo visti.

Spostai le ultime cose, rimettendole al loro posto, e presi una rivista gettandomi a peso morto sul divanetto posizionato a pochi centimetri di distanza dalla reception. La signora Frazzi stava sistemando gli ultimi registri, facendosi un primo conto mensile sul suo guadagno.

" Scusatemi.. Buongiorno! "

Alzai lo sguardo ed era lui. Lanciò velocemente un'occhiata verso di me prima di dirigersi verso il bancone. La signora Frazzi lo osservò anche, scrutandolo.

Rimasi a fissarlo mentre mi dava le spalle per parlare con Nina. Sentivo ciò che dicesse, quindi ne approfittai per ascoltare:

" Volevo delle informazioni riguardo alla mia amica che ieri sera ha passato la notte qui.. Milena Molinari.. " Disse.

Amica.. Si, certo..

" Mi sembra che c'era anche lei qui ieri sera, o ricordo male? " Chiese Nina.

Lui annuì. " Si. Mi sa dire se, per caso, ha preso anche la stanza per questa notte? "

Nina acconsentì con la testa, e si girò per andare verso lo sgabuzzino dove aveva posato gli ultimi registri, di cui dove aveva segnato le prenotazioni della sera prima.

Lui si girò verso di me, alzai la rivista sul viso e feci finta di niente.

Lo sentii avvicinarsi e si sedette sul divanetto di fronte al mio. Riuscii a scorgere un ghigno sul suo viso. Sentivo il cuore battermi all'impazzata, non  capendone il motivo. Mi sentivo tremendamente imbarazzata.

Non dovevo sembrare un' adolescente alla prima cotta!

Chiusi gli occhi un secondo, poi chiusi appena la rivista, puntando lo sguardo sul suo viso. Era bello, ed i suoi occhi indescrivibili.

" Hai ancora tanto da guardare? " Chiesi acida.

Lui iniziò a ridere e si sporse in avanti. " Ti metto in imbarazzo, baby? "

" Chi, tu? Ma fammi il piacere! " Esclamai, aprendo nuovamente la rivista e coprendomi il viso. Mi morsi il labbro inferiore e respirai profondamente, in silenzio.

" No, nessuna prenotazione a questo nome per questa sera! " Nina tornò e mi salvò da questo imbarazzo creatosi per me.

" Perfetto! " Si alzò dal divanetto. " La ringrazio per la sua gentilezza, signora. " Sorrise.

Poi mi lanciò un'occhiata, strizzando l'occhio e poi uscendo da lì.

Chiusi tutto e poggiai la rivista sulle gambe, prendendo un respiro a pieni polmoni.

Come aveva fatto?

" Ma lo conosci, Ale? " Chiese Nina.

Guardai la signora davanti a me. " No, l'ho solo visto ieri con quella tipa che cercava.. "

Lei non sembrò convinta, e con un accenno di un ghigno sulle labbra, tornò a finire di sistemare quei fogli che aveva preso.

Tornai in camera per fare una doccia e prepararmi per il turno di lavoro, con in testa la sua voce ed i suoi occhi. 


Spazio autrice:

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