----------- Ciao a tutti, sono nuova e spero che la mia prima storia vi piaccia (se vi piace votatela, mi raccomando, e se avete consigli da darmi commentate)----------------------Roma, Giovedì 7 Ottobre 1999
La vecchia auto, una Fiat Duna squadrata, è molto rumorosa e Luca la detesta. L'avrà comprata usata circa sette anni prima ma la prende quasi solo per andare al lavoro e solo quando non può raggiungerlo a piedi. Di solito la ditta nella quale fa l'operaio edile si occupa dei cantieri dei futuri condomini nei quartieri residenziali della periferia romana, simili a quello dove lui ha affittato il suo appartamento dieci anni prima.
Quando Luca esce di casa all'una di notte, sale le scale che portano dal suo seminterrato al piano terra con passo felpato e, scivolando silenzioso nella strada dissestata, recupera la sua macchina, tutto vorrebbe meno che sentirla accendersi con un assordante clangore metallico.
Ma d'altronde Luca si è convinto che a quell'ora la maggior parte degĺi abitanti del suo palazzo dormano e chi non dorme non sta certo a far caso al rumore di una macchina che si accende a cento metri di distanza. E poi, anche se se ne accorgesse, nessuno potrebbe avere sospetto su dove stia andando.
Luca stringe le dita attorno al volante, nervoso e concentrato sulla sua destinazione. La notte scura e silenziosa favorisce la riflessione.
Una volta non le faceva, queste cose. Da giovane era un bravo ragazzo, un romantico. Ma poi, circa alla fine degli anni ottanta, un suo presunto amico l'aveva beccato nel suo precedente appartamento con un altro operaio del cantiere. Senza starci a pensare un attimo era andato a spifferare tutto al loro datore di lavoro per farli licenziare entrambi e far assumere i suoi figli al posto loro. Aveva ottenuto ciò che voleva perché in quegli anni l'omosessualità era sinonimo di Aids e nell'opinione del suo capo, come in quella della maggior parte delle persone, l'Aids si poteva attaccare anche con una semplice stretta di mano. E alle soglie del nuovo millennio c'è gente, riflette Luca, che continua a crederci, nonostante l'Hiv, grazie alle cure, non sia più mortale già da qualche anno.
All'epoca lavorava ancora in nero, non aveva potuto sporgere nessuna denuncia, ma, anche se adesso ha un contratto, Luca sa come vanno queste cose e non vuole più rischiare. Da quando si è lasciato alle spalle quel tradimento non si è mai azzardato a cercare altro che ragazzi a pagamento.
Svolta in una strada costeggiata da capannoni industriali abbandonati. Attraverso finestre sfondate o rese opache dalla sporcizia si intuiscono le luci dei fuochi accesi dalle prostitute, che ogni tanto abbandonano le loro postazioni per andarsi a riscaldare; è appena ottobre, ma la notte è fredda.
Luca supera i primi quattro capannoni velocemente, gettando alle ragazze uno sguardo poco interessato. Punta al quinto, quello separato dagli altri da almeno un chilometro e mezzo di strada, disperso nella campagna in una stradina laterale dimenticata perfino dall'amministrazione comunale e per questo non segnata sulle mappe.
Lì ci sono i ragazzi.
Luca ci viene due volte al mese. Non ama cambiare, aumenta il rischio di trovarsi di fronte qualcuno di poco raccomandabile o malato. Sceglie un ragazzo e finché tutto va bene torna sempre da lui. Raramente si può permettere rapporti sessuali completi ma a volte finisce per fare amicizia con quelle persone, che, si dice Luca ogni tanto, sono le uniche sue conoscenze che somigliano a lui.
Ha trovato questo tipo che si fa chiamare Marco, sui ventotto anni, e che è quasi sempre libero il giovedì sera. Lo vede da un anno e mezzo e non gli dispiace. È pulito anche se non di tante parole, anzi, forse proprio per questo Luca c'è in qualche modo affezionato: Marco lo sta ad ascoltare. In più lo conosce, pensa con un sorriso compiaciuto.
Il capannone adesso emerge dalle ombre della campagna lì attorno. Luca ha gli abbaglianti accesi e mentre passa in mezzo ai ragazzi disposti ai lati della strada -in bella vista e mezzi nudi nonostante il freddo- può guardarli in faccia. Marco di solito è abbastanza vicino al capannone, ma Luca quella sera non lo vede. Perplesso passa più avanti, ma gli uomini sembrano tutti sconosciuti. Percorre tutto il viale fino a quando non arriva all'ultimo ragazzo della strada, un tipo che Luca spera abbia almeno diciott'anni.
Si ferma e apre il finestrino. "Ciao"
"Ciao bello, cerchi compagnia?", il ragazzo infila la testa dentro il finestrino e starebbe per snocciolare i prezzi se Luca non lo fermasse.
"Sì, ma io di solito vado con Marco, sai dov'è?".
Il ragazzo pare offeso. "Non lo so dove sta quella bagascia. Io non ti vado bene?".
Luca sta pensando se caricarsi in macchina quel ragazzo, che sembra però un po' troppo giovane -i minorenni possono portare guai, pensa - quando vede una sagoma seduta su una vecchia sedia di plastica cinquanta metri più avanti, defilata rispetto agli altri.
"Mi spiace, ragazzino. Continuo a cercare".
Bestemmiando il tipo tira fuori la testa del finestrino e Luca si sente mandare affanculo.Si dirige verso il ragazzo sulla sedia, pensando che si debba trattare di Marco, il quale raramente manca al loro appuntamento. Quello sembra avere i capelli scuri e ingrigiti qua e là come quelli del suo amante, ma quando Luca ci si ferma davanti si accorge che non è lui.
Questo ragazzo ha l'aria sbattuta e le occhiaie. Deve aver passato da un po' i trentacinque, si dice Luca. Quando si alza in piedi per bussare alla sua macchina, l'uomo pensa che deve essere alto meno di un metro e settantacinque, e il modo di muoversi, nervoso e goffo, lo fa sembrare ancora più piccolo. Abbassa il finestrino.
"Ehi, cerchi compagnia?", chiede l'uomo, meno spavaldo del primo.
"Sì, ma sto cercando un ragazzo che si chiama Marco, sai dov'e?"
Il tipo lo guarda e un lampo di desolazione passa nei suoi occhi neri.
"Marco ... lui non verrà più. Noi ... noi siamo amici. Ha smesso con questo lavoro".
Luca rimane molto sorpreso e si chiede se da buona mignotta non gli stia mentendo per rubare i clienti al suo amante. Ma questo non sembra davvero essere da nessuna parte.
"Non me l'ha detto".
"Decisione improvvisa", scrolla le spalle il ragazzo che sembra essere assente e avere una grande tristezza nello sguardo. Forse lui e Marco sono stati amanti, riflette Luca."Se ... se vuoi io sono disponibile. I prezzi sono gli stessi. Cinquantamila per ... beh, lo sai", aggiunge poi. Non sembra molto speranzoso. Deve rendersi conto del fatto che non è più tanto giovane. Ma nessuno è tanto giovane o tanto bello su quella strada di periferia.
"Sali", dice Luca.Il ragazzo apre la portiera e, mentre quello si siede, Luca si accorge che trema dal freddo. Vorrebbe accendere il riscalmento, ma non funziona. Mette in moto.
"Come ti chiami?"
"Io sono Eddie".
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Storia di un amore squallido
RomanceContenuti violenti e sessualmente espliciti Roma, 1999 Luca è un uomo triste. Fa l'operaio e vive in un monolocale in periferia da solo, determinato a nascondere a tutti la propria omosessualità, spaventato dai pregiudizi delle persone. La sua unic...