Roma, 30 Luglio 2000
Saranno forse le nove e il sole è appena tramontato. Luca infila le chiavi nella serratura della porta di casa sua e la apre, per l'ultima volta. A quel pensiero un moto di disperazione gli ferma il cuore. L'aria immota della sera gli porta solo rumori ovattati.
Avanza trascinando i piedi verso il divano. Il caldo afoso non sembra dare tregua alla città nemmeno a quell'ora. L'appartamento, che già era solito sembrare spoglio e trasandato ai rari visitatori, adesso ha un'aria spettrale: niente più lampada, né orologi e nemmeno piatti.
L'avviso di sfratto è arrivato da un mese. Luca ha risposto alla chiamata del proprietario di casa che lo esortava a pagare l'affitto e gli ha comunicato che era stato licenziato e che non aveva finito i soldi.
Era una mezza verità. Non aveva più un lavoro e aveva speso tutti i suoi ultimi risparmi per pagare la clinica nella quale aveva mandato la madre per i suoi ultimi undici giorni di vita, sperando che i medici riuscissero a salvargliela. Non ce l'avevano fatta: la vecchietta si era spenta il 22 di Giugno.
Eppure Luca ce li avrebbe avuti, i soldi da dare al proprietario di casa. Anche adesso sono raccolti in un cilindro di banconote e giacciono in una cassetta chiusa a chiave, di là, in camera da letto.
Solo che quei soldi non sono suoi.
Appartengono a Eddie, perché è stato lui a guadagnarli. E servono a farlo scappare.Luca sa che non li utilizzerà mai. Non riuscirà mai a mettere insieme la cifra che doveva servire ad attuare il loro piano. Non da solo. Non riesce nemmeno a trovare un altro lavoro!
Sono settimane che lo cerca, eppure nessuna impresa sembra avere bisogno di lui. È completamente inutile, come lo è stato per sua madre. E per Eddie.
Si rannicchia sul divano, mentre cerca di scacciare via il pensiero del ragazzo. Non può smettere di sentire nelle orecchie le sue altissime urla e le preghiere che rivolgeva al pezzo di merda per farlo smettere. Da quel giorno non riesce a dormire.
E cosa è successo, dopo? I bastardi continuano a fargli del male? Continueranno per sempre? Oppure lo hanno ammazzato?
Forse per il ragazzo sarebbe stato meglio morire che vivere una vita di torture e abusi. Quanto è stato stupido, da parte sua, accettare di andarsene!
Luca è appena stato dalla polizia. O meglio, ha passeggiato per un'ora davanti alla centrale di polizia, come fa spesso da quando ha dovuto lasciare Eddie. Si è abbronzato a furia di camminare avanti e indietro nella via assolata nelle ore più calde di quei pomeriggi estivi. Sente le bruciature sul collo e i piedi che gli dolgono.
Avrebbe voluto denunciare tutto. Adesso starebbero arrestando quegli stronzi.
Ma ogni volta che ha provato ad entrare nella centrale gli è tornato in mente il volto di Sam che lo minaccia di ammazzare il suo Eddie, se avesse chiamato le forze dell'ordine. E quello di Edoardo che gli confessa di non voler morire.
Chissà se è vero, che non vuole morire. Come può desiderare di vivere così? Deve averlo detto per far andare via Luca, per metterlo in salvo. L'uomo doveva saperlo, l'ha preso in giro! Eppure...
Luca si alza e si dirige in camera sua. Apre il comò, tira fuori la scatola con i soldi. Li afferra e se li rigira tra le mani. Perché sono ancora lì?
Per lo stesso motivo per cui non ha detto niente alla polizia, per cui ha rifiutato la proposta del suo amico Giuseppe e per cui si è lasciato prendere l'appartamento. La verità è che non riesce a sopprimere la speranza che un giorno un colpo di fortuna volga gli eventi in loro favore, che Eddie lo ricontatti, che mettano su un altro piano. O magari che lui trovi il coraggio di andare da Sam e di ucciderlo, liberando il suo innamorato. Che idea stupida. Eppure...
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Storia di un amore squallido
RomansaContenuti violenti e sessualmente espliciti Roma, 1999 Luca è un uomo triste. Fa l'operaio e vive in un monolocale in periferia da solo, determinato a nascondere a tutti la propria omosessualità, spaventato dai pregiudizi delle persone. La sua unic...