Roma, Giovedì 20 Gennaio 2000
Luca si ritrova per l'ennesima volta a fissare l'orario in sovrimpressione sullo schermo televisivo. Sono le 12.39, tra pochissimo sarà ora di uscire. Lo speaker nella tv continua a sproloquiare con voce lugubre su un caso di omicidio molto sanguinolente risalente al 1998.
Forse Luca non dovrebbe vedere quella trasmissione: si sente già così inquieto ogni volta che sa di dover incontrare Eddie e di dover sfilare davanti a quei capannoni spaventosi, attraverso le finestre dei quali non può spiare cosa accada.
E poi lui è un fifone, è il primo a riconoscerlo, e tutto quel parlare di morte lo spaventa. Però è anche troppo pigro per alzarsi e guardare l'orologio dietro al divano, e quello è l'unico programma che ci tiene a sottolineare che è così tardi con il piccolo orario digitale sul margine basso.
Luca si stiracchia. Odora ancora di shampoo dopo la doccia calda che si è appena fatto. è buono, ma, si ritrova a pensare, mai quanto quello che Eddie avrà quella sera. La pelle del ragazzo sa di fiori e anche il profumo scadente che si spruzza addosso, dolciastro e artificiale, gli dona una fragranza soave. Non vede l'ora di poter respirare nel suo collo. Non vuole più aspettare.
Si alza d'improvviso e, dopo aver recuperato il giubbotto e le ormai regolari bombe calde, infila la porta.
................................Ma quando quella sera arriva davanti al secchio di latta dove di solito Eddie accende il fuoco, sulla sedia di plastica bianca non è seduto nessuno. Accosta lì vicino e si guarda intorno, cercando con lo sguardo il suo amante. Lui è in perfetto orario, gli pare strano che Eddie non si sia fatto trovare.
Riavvia l'automobile, avanza di poco e fa inversione per ripercorrere la strada. Studia le facce curiose ed ammiccanti degli altri ragazzi seduti o in piedi davanti alle loro postazioni. Spera di trovarlo, ma Eddie non c'è. Si ferma.
Si ritrova a darsi dello stupido. Se il ragazzo non è lì, deve essere con un cliente. Quella improvvisa consapevolezza lo colpisce Luca come un pugno in faccia.
Sulle prime si risente, non gli pare giusto che abbia preferito andare con un altro quando sapeva di avere un appuntamento con lui a quell'ora. E magari Eddie ha anche pensato che lui avrebbe aspettato in macchina che si liberasse, che finisse di dare il culo a qualcun altro!
Ma poi ripensa ai sorrisi sempre malinconici del ragazzo, alle sue lacrime silenziose e all'espressione disperata dei suoi occhi. Luca gli ha portato di nuovo i dolci solo perché teme che non abbia i soldi per mangiare, per quanto le sue guance sono scavate. Non può essere dispiaciuto se Eddie mette da parte un po' di denaro in un periodo in cui sembra, almeno da quello che dice, molto richiesto.
Però lo umilia pensare di essere uscito di casa come un amante che va a trovare il suo innamorato e di essersi reso conto, arrivato lì, di essere per Eddie solo uno dei tanti clienti costretti a fare la fila. No, umiliazione non è la parola adatta, il suo orgoglio non è così forte. È tristezza quella che prova. E solitudine.
Un rumore inaspettato lo distrae dalle sue considerazioni. Qualcuno ha bussato al finestrino. Si volta di scatto sperando di vedere il viso pallido di Eddie brillare nella notte.
Ma non è Eddie, è Sam.
Luca esita. È tentato di mettere in moto e ripartire: quel tipo è spaventoso, anche se Eddie lo ha giudicato adatto ad essere il suo protettore. Tuttavia proprio perché lui non si fida di Sam non vuole conoscere la sua reazione ad una sua eventuale fuga.
Apre il finestrino.
"Ehi, che vai cercando qui?", chiede subito il protettore, quasi aggredendolo.
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Storia di un amore squallido
RomanceContenuti violenti e sessualmente espliciti Roma, 1999 Luca è un uomo triste. Fa l'operaio e vive in un monolocale in periferia da solo, determinato a nascondere a tutti la propria omosessualità, spaventato dai pregiudizi delle persone. La sua unic...