Roma, Giovedì 11 Maggio 2000
"Ma che cazzo!", pensa Eddie quando alla fine vede sorgere il sole sulla campagna e il cielo saturarsi velocemente di luce dipingendo striature colorate lungo l'orizzonte. È un incantevole giovedì mattina di primavera inoltrata. Fra poco Rodolfo arriverà in camion e li riporterà nella prigione. Dov'è finito Luca?
La prima reazione nel non vederlo arrivare è stata la rabbia: possibile che dopo tutto quello che Luca gli aveva promesso avesse deciso di ascoltare il suo consiglio di allontanarsi da quel posto pericoloso e che fosse scappato? Non poteva davvero crederci. Non può sopportare il pensiero che Luca ci tenga davvero così poco a lui, non dopo tutte le belle parole che gli ha detto. è tornato per lui solo per darsi alla fuga due settimane dopo?
Eddie si costringe ad ammettere che Luca avrebbe avuto le sue buone ragioni: fino a quel momento non si era reso conto di rischiare la vita, ma adesso che conosce la spirale di orrore che ha risucchiato Eddie è comprensibile che voglia tirarsene fuori. Il ragazzo non potrebbe biasimarlo, ma la delusione sarebbe forse così forte da ucciderlo.
Ma solo con il sorgere del sole Eddie si rende conto che quella non è l'unica spiegazione possibile per l'assenza di Luca. È solo quella più rassicurante. L'uomo potrebbe non essere nel suo letto, addormentato.
E se fosse andato dalla polizia a denunciare tutto, dopo il loro ultimo colloquio? Eddie lo ha avvisato, lo ha pregato di non farlo. Ma sa che le persone abituate a vivere nella legalità e alla luce del sole nutrono una fiducia, a suo avviso malriposta, nei confronti della polizia o delle autorità. Ricorda che da piccolo la mamma gli diceva di cercare un poliziotto nel caso si fosse perso e lui si sentiva sempre rassicurato dalle divise. Ma all'epoca non sapeva di che genere di abusi sono capaci i rappresentati della legge, soprattutto sugli esclusi e gli sbandati come Eddie. Immagina la pietà che uno sbirro avrebbe usare nei confronti di un "invertito" puttaniere che si autodenuncia per sgominare una banda di criminali che tiene prigioniera la sua puttanella. Eddie è certo che lo avrebbero ignorato.
Ma questa ipotesi ancora non spiega la sua assenza. Se le cose fossero andate così, magari lo avrebbero ignorato o gli avrebbero dato del pazzo, ma era improbabile che lo avrebbero buttato dentro per più di una notte.
Le cose devono essere andate diversamente. Eddie sente un brivido lungo la schiena. Forse qualcuno è riuscito ad arrivare a lui prima che sporgesse denuncia. Sam e Rodolfo non si sarebbero fatti fregare così dal primo venuto. Forse adesso Luca è nello stesso posto dove si trova Marco.
Il ragazzo sa che è l'ipotesi più probabile, ma davvero non riesce ad ammetterlo. Rivede nella mente le immagini del ragazzo ritrovato in fondo al Tevere e sente il cuore accelerare al punto che teme gli stia venendo un infarto. La sua mente è ora annebbiata, invasa da terribili immagini che scorrono troppo in fretta per concretizzarsi.
Un soffio d'aria gelida gli colpisce il collo. Il freddo sembra, al termine della notte, avergli penetrato tutte le membra. Non ha nemmeno la forza di realizzare la terribile verità. Ha solo voglia di rintanarsi nel suo letto e di ascoltare il respiro di Jacky farsi sempre più lento e profondo. Si addormenterà sperando al risveglio di scoprire che è stato tutto un sogno, che il giovedì deve ancora arrivare e portare con sé la visita di Luca.
O magari... per un attimo i deliri di Eddie lo portano più lontano. Magari potrebbe risvegliarsi diciassettenne, nel letto di casa dei suoi genitori. Potrebbe realizzare che è stato tutto un terribile incubo e potrebbe rassicurarsi del fatto che non poteva andare a finire davvero così. Che se glielo avesse detto i suoi genitori si sarebbero lamentati, sì, ma avrebbero infine accettato quello che era.
E Luca? Lui sarebbe solo un sogno, di quelli vividi e perfetti che si visualizzano ad occhi chiusi nel caldo del proprio letto, accompagnati dalla sensazione tattile delle lenzuola morbide e sensuali, quando si è adolescenti.
Eddie si sentirebbe triste per la perdita di quel fantasma ma forse spererebbe ancora di incontrare una persona così, un giorno.Che inutile, stupido delirio! Quante volte gli era capitato di perdersi in quelle stesse illazioni? Da quando ha rievocato la sua storia ad alta voce gli capita sempre più spesso. Eppure quella mattina Eddie si concede il lusso di perdercisi, mentre cerca un rifugio per la sua mente spaventata.
L'alba sulla campagna romana, d'altronde, ispira i più dolci pensieri e Eddie è troppo stanco per non cedere al fascino di quella bellezza. Non vuole abbandonarsi alle ipotesi più cupe. Tutto è silenzioso, a parte una solitaria ape che si posa sui fiori di campo che sono sbocciati alle sue spalle nei giorni precedenti. Il loro profumo gli arriva al naso e Eddie cerca di goderne.
Ma i suoi muscoli non si rilassano e una lugubre sensazione di morte lo coglie quasi impreparato. Il battito del cuore gli rimbomba nelle orecchie, ma adesso lui lo ignora.
Davanti agli occhi non ha più la strada che costeggia la campagna invasa dalle farfalle. Gli sovviene prepotente l'immagine di Luca, pallido e inerte in un fosso di terra umida, con un profondo taglio all'altezza della gola e il petto incrostato di sangue. Lo guarda con occhi sbarrati ma persi nell'abisso. Questa la visione che gli ossessiona i sogni.
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Storia di un amore squallido
RomanceContenuti violenti e sessualmente espliciti Roma, 1999 Luca è un uomo triste. Fa l'operaio e vive in un monolocale in periferia da solo, determinato a nascondere a tutti la propria omosessualità, spaventato dai pregiudizi delle persone. La sua unic...