--------------- Ciao a tutti, ecco a voi un lunho capitolo pieno di rivelazioni. Spero vi piaccia. Fatemelo sapere con un commento o lascianfo una stellina --------------Roma, Lunedì 15 Novembre 1999
Ha un aspetto spaventoso. Tutte le macchine che sono passate hanno deciso di girare alla larga da lui, quella sera, e ora Eddie, guardandosi nello specchio sporco del salotto, capisce perché.
È stato male per una settimana e la sua pelle adesso è pallida e secca. È sempre stato mingherlino e l'influenza intestinale deve avergli fatto perdere vari chili, perché le sue braccia sono scheletriche. Sembra un fantasma, con quelle occhiaie violacee e gli occhi ancora rossi per il raffreddore. Recupera la felpa che ha lasciato qualche ora prima sulla poltrona e la indossa.
Sente delle voci concitate provenire dal piano di sopra. Rudy deve essere già tornato, dopo aver recuperato gli altri. Eddie coglie, attraverso lo specchio, un filo di apprensione passare nei suoi occhi. Ci sono stati problemi. Ce ne sono ogni tanto, inutile intromettersi. Meglio non salire al piano di sopra, ora.
Prende la sua coperta dalla poltrona e ci si rannicchia. La luce dell'alba filtra dalle finestre socchiuse, riflettendosi sullo schermo del piccolo televisore e sul metallo del vecchio lettore delle cassette. L'ombra ha nascosto il disordine del salottino, il divano pieno di indumenti, il pavimento incrostato, la pila di piatti non lavati nel lavandino della cucina. Il frigorifero in un angolo fa un rumore infernale.
La prima volta che Eddie ha visto quella casa aveva un aspetto più ordinato, ma non poi tanto diverso. Adesso sicuramente non gli farebbe la buona impressione che gli ha fatto all'inizio. O forse il suo giudizio è falsato dal numero di persone che ci ha visto morire dentro, stroncate soprattutto dall'Aids, negli anni precedenti.
Il palazzo doveva essere stato una proprietà multifamiliare: in ognuno dei due piani ci sono due appartamenti, arredati ciascuno con un gusto diverso, ma c'è un cortile unico e un gazebo con un tavolo che sembra pensato per una grande famiglia. Tanto tempo prima ha avuto un aspetto borghese e rassicurante.
Mentre Eddie si abbandona pigramente a queste riflessioni, Andrew fa irruzione dalla porta, avvinghiato ad un ragazzo poco più grande di lui pesantemente truccato e in bilico su dei tacchi altissimi. I due si sdraiano sul divano fra i gemiti e iniziano a spogliarsi dei pochi indumenti che indossano, incuranti di lui.
Eddie continua a fissare un punto imprecisato davanti a lui, ma non riesce ad ignorarli. Hanno iniziato da poco a fare quel mestiere, per loro il sesso è ancora un piacere. Ma come fanno a non averne abbastanza? Tutto sommato sono belli insieme, giovani e appassionati, però nemmeno sentendoli raggiungere il culmine Eddie riesce ad eccitarsi, anzi prova un leggero senso di disgusto. Si rannicchia ancora di più nella coperta.
Ora che i gemiti si sono placati, Eddie si accorge che le urla al piano di sopra sono state sostituite da singhiozzi disperati. A Eddie pare di riconoscerli e subito si rimette in allerta.
“Andrew?”, chiama, agitato.
“Ma che cazzo vuoi? Non vedi che stiamo trombando?”
Eddie lo ignora, seccato. “Avete finito, dai! Chi è che piange?”
Andrew risponde scocciato. “Ma io che minchia ne so? Sono arrivato adesso. E comunque fatti i cazzi tuoi”.
Eddie si alza dalla poltrona e, senza rispondere a Andrew, si dirige verso la prima porta del corridoio e bussa.
“Said, sei qui dentro?”. Attende qualche secondo la risposta. Said era con l'altro gruppo, quindi deve sapere che è successo.
“Sì, entra”. Nella piccola stanza ci sono due brandine, illuminate solo da qualche candela accesa sul comodino, davanti ad un immagine sacra della Madonna col Bambino. Said è inginocchiato davanti a quell'altare improvvisato in atteggiamento di preghiera.
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Storia di un amore squallido
RomanceContenuti violenti e sessualmente espliciti Roma, 1999 Luca è un uomo triste. Fa l'operaio e vive in un monolocale in periferia da solo, determinato a nascondere a tutti la propria omosessualità, spaventato dai pregiudizi delle persone. La sua unic...