Capitolo 3 - Riflessioni domenicali

1K 75 13
                                    


-------- Ciao a tutti! Che cosa pensate della storia? Trovate i capitoli troppo lunghi? Vi piace il titolo? Scrivetelo nei commenti e se vi piace il capitolo lasciatemi una stellina ------

Roma, Domenica 10 Ottobre 1999

Sono le due del pomeriggio di domenica quando Eddie esce dal capannone per trovarsi un buon posto lungo la strada.

Il sole è ancora alto e caldo nel cielo, il che è un bene perché Eddie porta una striminzita maglietta semitrasparente e un paio di pantaloni neri cortissimi che lasciano scoperte gran parte delle natiche. Sospetta che siano indumenti da donna e non è sicuro che questo faccia una grande impressione sui clienti, almeno non su quelli che cercano un ragazzo molto maschile.

Ma non ha altri capi d'abbigliamento adatti e dentro di sé si dice che tanto la maggior parte di loro nemmeno lo guarda più; chiedono il prezzo ai ragazzi più giovani, si lamentano e poi, se proprio non possono scucire una cifra dignitosa, o se ne vanno o si fanno indicare quello che costa di meno, che quasi sempre è lui. Dovrebbe venire in tuta da ginnastica e felpa, almeno non rischierebbe di prendersi una polmonite.

Eddie appoggia la sua sedia poco davanti al capannone, in modo da essere il più visibile dalla strada. Scrupolo inutile visto che è anche l'unico, perché alle due tutti gli altri si stanno riposando. Ma può permettersi di riposare solo chi ha guadagnato abbastanza durante la settimana. Lui è partito bene, quel lunedì, con due clienti, pensa. Poi è andato in bianco per due notti di fila, il giovedì ha beccato quel tipo che cercava Marco, il venerdì è riuscito ad appartarsi con uno che voleva tre ragazzi insieme, ma il sabato non è riuscito a concludere niente.

Se avesse una botta di fortuna e adesso arrivasse qualcuno, sarebbe l'unico a poterlo soddisfare.

Ma si solito nessuno va a puttane all'ora di pranzo della domenica. In quel momento anche gli uomini di mezza età sposati e con bambini, che non aspettano altro per tutta la settimana che fingere di andare a giocare a calcetto per portarsi a letto i ragazzini poco più grandi dei loro figli, ritrovano tutta la loro dignità di padri di famiglia nei pranzi con mogli, genitori, nipoti e suoceri. Alcuni saranno pure andati a messa, pensa Eddie, con un po' di tristezza.

Probabilmente non ci sono andati. Non tutti sono come sua madre, che quando lui e i suoi fratelli erano piccoli li portava in chiesa tutte le domeniche e li faceva confessare. E menomale, pensa con amarezza. Da bambino gli piaceva andarci. C'era tanta calma, la musica e quel buon odore di incenso. Poi andavano a mangiare a casa dei nonni e Eddie era felice. Sente un groppo alla gola per la nostalgia.

Eddie vede arrivare un'automobile. Sporge appena un po' la testa per vedere se si tratti di qualcuno che può essere interessato a lui, ma ne dubita.

La macchina si avvicina ed ecco apparire un ragazzetto in giacca e cravatta dall'aria nervosa. Eddie giurerebbe che si sia perso. Rallenta come per accostarsi, sicuramente per chiedere informazioni, lo guarda per un attimo, ma quando capisce chi è evita il suo sguardo e riaccelera, con una vaga espressione di disgusto sul viso. Eddie sospira. Magari avrebbe saputo dirgli dove doveva andare. Un paio di chilometri più avanti c'è un centro commerciale che si può raggiungere da quella strada, ogni tanto qualche cliente lo porta nel parcheggio, la notte.

Eddie sente una forte risata alle sue spalle. Si gira e vede Andrew, il ragazzo che batte vicino a lui da ormai qualche tempo. Ha visto la scena e si prende gioco di lui. Gli piace fare lo sbruffone e provocare, ma ha diciassette anni e Eddie non riesce ad offendersi: gli fa un po' pena. È un novellino, non sa ancora niente.

Eddie si volta di nuovo. La campagna a quell'ora non è così spaventosa come la notte, pur essendo molto isolata: non ci sono palazzi, non c'è nemmeno una cabina telefonica, lì in giro. Eppure, come un bambino, si sente più al sicuro alla luce, vorrebbe chiudere gli occhi e dormire, ma deve concentrarsi. Le palpebre si abbassano da sole per qualche secondo ma quando le riapre il sole è più basso nel cielo. Sono passate per lo meno due ore. È stato risvegliato dal rumore di una seconda macchina in avvicinamento. Fa un fracasso terribile, e per un attimo Eddie spera di vedere alla guida l'uomo che ha incontrato il giovedì, quello che gli ha chiesto di Marco. Ma no, aveva detto che sarebbe tornato sempre di giovedì fra due settimane.

Eddie avrebbe piacere che venisse veramente. Sarebbe un cliente in più e fisso, poi. Non gliene rimangono molti. C'è solo un viscido uomo di settant'anni che lo viene a prendere tutti i lunedì sera, qualche volta anche durante la settimana, e un ragazzo più o meno coetaneo. Ma a Eddie quello non piace, a volte si nasconde quando lo vede arrivare: è così sporco e Eddie ha l'impressione che sia sempre troppo drogato per farcela, anche se alla fine ci riesce. Ma non può permettersi di perdere altri clienti e quindi deve starci.

Luca è decisamente sopra alla media per lui. Robusto e sano com'è, con grandi occhi castano chiaro e le labbra sottili, risulta un bell'uomo nonostante il fisico non proprio asciutto e l'accenno di stempiatura. Deve essere veramente al verde per prendersi uno come lui, o come Marco. Però è strano. Gli è parso così diffidente. È difficile incontrare qualcuno che non ami essere lusingato, ma Eddie ha già conosciuto uomini a cui piace essere trattati male. Certo che se è quello che Luca vuole deve parlare chiaramente, lui non si metterà certo a insultare uno dei suoi pochi clienti rischiando di non farlo tornare mai più.

Proprio in quel momento Eddie nota una macchina in arrivo. Dalla decisione con la quale rallenta quando vede il capannone capisce che il guidatore deve essere in cerca di compagnia. Ormai sono le sei di pomeriggio. L'automobile si ferma davanti a lui e il ragazzo vede un tipo ammiccante che lo guarda attraverso il finestrino che si sta abbassando. Si alza stancamente dalla sedia.

Storia di un amore squallidoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora