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Roma, Giovedì 4 Novembre 1999
Luca apre gli occhi nella penombra del suo salotto. Il televisore è ancora l'unica fonte di luce della stanza, ma il vecchio film western che l'ha fatto addormentare è finito e adesso, in fascia protetta, mandano in onda una puntata di una serie di documentari sui casi di cronaca nera più macabri degli ultimi mesi. Luca cerca a tentoni il telecomando sul divano e controlla l'ora sulla pagina del televideo: 00.24. Sarebbe il caso di prepararsi per uscire.
Ma non lo fa. Continua a fissare l'ora sul televideo. Forse quel giorno non ci andrà, pensa. Si sente strano. Forse si sta ammalando. I giorni precedenti sono stati segnati da una pioggia sottile, che non gli ha impedito di lavorare ma l'ha inzuppato per bene. Starnutendo forte, Luca stringe a sé ancora di più la sua coperta.
Sarebbe il caso di ammettere che il raffreddore non c'entra niente con la sua poca voglia di uscire. È stato l'aperitivo per il compleanno di Anna, ad avere un influsso negativo sul suo umore. Non che sia successo qualcosa di male, anzi. Anna non si è dichiarata, aspettandosi evidentemente che fosse lui a provarci. Tutti gli invitati presenti alla festa sembravano convinti che sarebbe successo in quei giorni. Luca ha colto gli sguardi che gli lanciavano quando si rivolgeva alla padrona di casa e si è sentito in colpa, ma non è stata questa la cosa peggiore.
Parevano entusiasti. Questo è il vero cruccio di Luca. Gli amici di Anna, le persone del condominio, i suoi cugini sono brave persone, simpatiche e lui non si sarebbe mai aspettato di trovarsi così bene, con loro. Anna, poi, è un tesoro e tutti sembrano benvolerlo. Quanto sarebbe bello poter entrare in quella compagnia! Avere degli amici con i quali uscire il sabato sera, da chiamare se si ha bisogno di un aiuto, invitare ai tuoi compleanni e accanto ai quali invecchiare. Luca non ricordava la sensazione di calore che si prova nello stare con un gremito gruppo di altre persone.
Ancora una volta si trova a pensare quanto sarebbe facile conquistare il cuore di Anna. Quella vita, la vita con Anna, è a portata di mano. L'unica cosa che li separa, riflette, sono quelle due notti del giovedì di ogni mese che passa fuori casa. Quanto sono importanti per lui? Davvero, sforzandosi, non potrebbe farne a meno? Sua madre sarebbe così felice di vederlo con una ragazza! Per un attimo Luca ha una visione di se stesso che mette in braccio all'anziana donna un bambino con le sue stesse fattezze. È convinto che capirebbe, nonostante lei riconosca ormai poche persone oltre a lui e abbia difficolta ad esprimersi. Soffre molto di quella situazione, ma una cosa del genere la renderebbe felice.
Si rende conto che difficilmente potrebbe concepire un'immagine più felice, in effetti. Ma nell'immaginazione, come nel ricordo, siamo sempre più felici che nella realtà. Invece nemmeno tutta quella gioia promessa può cancellare la sensazione di disagio che ha provato quando Anna, nel salutarlo, gli ha scoccato un bacio sulla guancia che non si poteva classificare come gesto di amicizia. Non prova nessuna attrazione per lei. Nemmeno sforzandosi riuscirebbe mai a desiderarla.
Un tuono violentissimo scuote la campagna appena fuori Roma. Luca lancia uno sguardo al vecchio giaccone appoggiato all'appendiabiti accanto alla porta. L'ha preparato per Eddie, perché non tremi più in sua compagnia. Scuote la testa. Non può raccontarsi che non vuole ingannare Anna. Non è per questo che non può stare con lei. Non lo attira, nemmeno un po'. Al contrario sente che se entro due settimane non avrà risparmiato abbastanza soldi per permettersi un rapporto completo con Eddie impazzirà.
Improvvisamente si sente di nuovo eccitato. Sente un forte dolore nel basso ventre. Subito si dice che quello è un motivo di più per non uscire. Oggi sicuramente non potrebbe pagare per nulla di più che sesso orale e questo aumenterebbe il livello della sua frustrazione. Se risparmiasse invece la prossima volta, fra due settimane ...
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Storia di un amore squallido
RomanceContenuti violenti e sessualmente espliciti Roma, 1999 Luca è un uomo triste. Fa l'operaio e vive in un monolocale in periferia da solo, determinato a nascondere a tutti la propria omosessualità, spaventato dai pregiudizi delle persone. La sua unic...