Capitolo 46 - Cruda verità

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Roma, Giovedì 27 Aprile 2000

L'espressione di Luca si fa  seria, mentre l'ultima lacrima gli scorre ancora lungo una gota, rilasciando un breve bagliore nella notte.

"Cosa?", chiede. Il suo cervello non riesce davvero a rielaborare le informazioni che il ragazzo gli ha appena rivelato.

"È così", replica Eddie, stringendosi nelle spalle e distogliendo lo sguardo. Non credeva che quella confessione lo avrebbe umiliato a tal punto, non dopo tutti quegli anni trascorsi nella mancanza di dignità.

"Cosa significa che... cosa significa che non sei libero?", domanda ancora Luca, dopo qualche attimo di sconcertato silenzio.


Eddie non ricorda che ci sia mai stata una tale tensione tra loro, nemmeno la prima volta che si sono visti, né quando ha dovuto lasciarlo. Si è già pentito della confessione. Quello è il punto di non ritorno. Metterà, ne è certo, in pericolo entrambi. Ma non si può tornare indietro.

"Io non abito in un appartamento in affitto. Io e gli altri ragazzi viviamo in una vecchia villa dispersa nelle campagne. Le finestre hanno le grate e le porte sono blindate. Come in una prigione. Non possiamo uscire se non per venire a battere." Adesso Eddie lancia a Luca una triste occhiata di sbieco, per cogliere la reazione sul volto dell'amante. Quella tarda ancora a venire.

Eddie è costretto a continuare. "Io non posso decidere di venire ad abitare con te, né di frequentarti al di fuori di questa stupida macchina. Rodolfo ci porta qui, la banda di Sam controlla che non lasciamo mai la strada e una volta che abbiamo finito ci riportano indietro. E tutti i soldi se li prendono loro, non ci lasciano nemmeno un centesimo."

Luca ha spalancato la bocca, ma non riesce a parlare.

Anche Edoardo adesso ha la gola troppo secca per continuare. Sam lo ammazzerà se verrà a sapere che ha raccontato come funziona l'organizzazione. E forse potrebbe fare del male anche a Luca. Il ragazzo rabbrividisce.

Alla fine è l'uomo ritrova la voce. "Quindi tu... io ho... loro ti tengono segregato? E da quanto tempo?" Perché ha posto proprio questa domanda, si rimprovera Luca.

"Saranno più o meno tredici anni", risponde l'altro sottovoce, sperando invano che le sue lacrime passino inosservate.

Luca recepisce con lentezza la violenza di quella affermazione, ma quando arriva a capirne la portata l'orrore lo travolge.
"Tu... tu... loro non possono! Devi venire via di lì.  Devi scappare." Luca si rende conto di sembrare ridicolo, con la sua gola asciutta e il suo farfugliare confuso.

"Io non posso, Luca, non posso. Altrimenti lo avrei già fatto." Eddie non dovrebbe aggiungere altri dettagli, ma ha bisogno di sfogarsi, di dirgli tutta la verità. Vuole smettere di raccontare balle. E poi, adesso che gli ha detto di essere rimasto prigioniero per tutto quel tempo, non avrebbe senso tacergli il resto. "Tutti quelli che provano a scappare fanno una brutta fine."

"Che intendi dire? È Sam che ti picchia? È per questo che avevi sempre quei lividi e quelle ferite? È stato lui", Luca fa una pausa e pronuncia le ultime parole con un filo di voce "a violentarti?"

Il ragazzo alza gli occhi per guardarlo di nuovo dritto in faccia. "Luca, io sono suo. Mi tratta come una merce che gli appartiene, se mi chiede di fare una cosa io devo farla oppure sono botte. E se mi vuole mi prende con la forza senza neanche avvisarmi, lo capisci?" Eddie affronta con coraggio il proprio dolore e la propria umiliazione. Deve andare fino in fondo. "Ma non è questo che intendevo con brutta fine."

Per un attimo teme di non reggere lui stesso al raccapriccio, ma poi va avanti. "Devi aver sentito del ragazzo che hanno trovato nel Tevere, la notte che ti ho... l'ultima volta che ci siamo visti."

 
"Questo che vuol dire, che c'entra?", chiede Luca, ma sta iniziando ad intuire. Reprime un conato di vomito.


"Era uno dei nostri. Pochi mesi prima che ci conoscessimo io e te quello ha provato a scappare. Sam lo ha riacchiappato e lo ha riempito di botte. Poi lo ha fatto sparire. Non ne abbiamo saputo più niente. Pensiamo che Sam lo abbia venduto a qualche banda di pervertiti che... Quando lo hanno ripescato il corpo era...", Eddie ha un brivido di disgusto e terrore "era già in decomposizione, ma i telegiornali hanno detto che era stato mutilato e che successivamente era morto dissanguato." Non riesce più a parlare.

La sensazione di gelo nelle ossa non è familiare a Luca. L'uomo si è fatto pallido e trema incontrollabilmente. Ma, contro ogni aspettativa, è lo stomaco di Eddie a cedere e il ragazzo vomita fuori dal finestrino. Poi piomba in uno stato di incoscienza.

Luca si riprende quel tanto che gli basta per sorreggere Eddie e stringerlo forte. Lo chiama nl tentativo di farlo riprendere.
È come se il ragazzo non avesse voglia di svegliarsi, come se cercasse di sfuggire la terribile realtà. Quando l'uomo riesce a rianimarlo, continua a fissare dritto un punto alle sue spalle.

"Non voglio, Luca, non voglio morire. Sono il prossimo, Luca, sono brutto, nessuno mi vuole, a Sam non servo più. Sono il prossimo, Luca, il prossimo. Farò la fine di quel ragazzo e di Marco.", nel pronunciare il nome dell'amico misteriosamente scomparso Eddie scoppia in singhiozzi "Sono il prossimo. Non voglio morire, Luca, non voglio. Portami via, portami via, ti prego, portami con te. Ti prego, Luca, aiutami, ti prego, salvami..."

Luca lo stringe ancora più forte e gli accarezza la schiena per tentare di calmarlo. "Sì, Eddie, sì, te lo prometto, farò tutto il possibile per farti uscire da questa situazione, te lo giuro. Troveremo qualcosa. Adesso però calmati." Senza nemmeno accorgersene, l'uomo inizia a cullare il ragazzo come fosse un bambino.

Ma quelllo si ritrae all'improvviso. "No, non devi fare niente, non dobbiamo fare niente, non possiamo. Se provo a scappare... se tu li denunci... quelli ammazzano Jacky. Per vendetta su di me e come esempio per gli altri. Ha quindici anni, Luca, non può morire."

"Chi è Jacky?"

"Il mio compagno di stanza. Pure lui fa la puttana, ma ha quindici anni. Non può morire", continua a ripetere Eddie, ipnotizzato dall'attacco di panico.
"Ho fatto bene a mandarti via. Sei in pericolo adesso. Ti ho messo nei guai raccontandoti questa storia. Adesso devi andartene e non tornare mai più", mormora Eddie, in contraddizione con le parole dette poco prima. È fuori di sé e dondola sul posto con gli occhi sbarrati.

Luca lo tiene stretto per contenere il movimento frenetico delle sue braccia.

"Io ti amo, ma devi andartene. Quelli ci ammazzano se scoprono che te l'ho detto, e fanno fuori anche Jacky. Devi andartene." Eddie sta coprendo di baci il volto di Luca, il collo, le spalle...

L'uomo gli prende il viso tra le mani, costringendolo a guardarlo negli occhi.
"Edoardo, tu non puoi dirmi che mi ami e poi di andarmene. Se so che mi ami, io resto qui. Troveremo un modo per tirarti fuori senza che si faccia male nessuno", fa una pausa per accarezzargli il volto e asciugargli una lacrima. "Vuoi davvero che me ne vada?"

Eddie deglutisce, cercando la forza di fare la cosa giusta. Ma lasciarlo una volta è stato già troppo per lui. è debole, e cede.

Scuote la testa. "No. Ti prego, amore mio, resta con me." Le loro bocche si congiungono in un lungo e amaro bacio.

Storia di un amore squallidoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora