Capitolo 43 - Epifania

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Roma, Martedì 25 Aprile 2000

"Grazie per la cena, era buonissima", sussurra Anna, stendendosi sul divano accanto a Luca. Nel bel mezzo del salotto la tavola è ancora imbandita. Le candele sono rimaste accese. Luca sa che sta mentendo per lusingarlo: è un cuoco mediocre. Sorride.

Senza pensarci l'uomo la circonda con un braccio e le bacia i capelli. Finiranno per fare sesso, il copione è già scritto.

"Di niente, mi ha fatto piacere", dice accarezzandole la coscia.
Chissà che c'è in quella coscia che non va, si chiede. Perché quella gamba lunga e liscia, che adesso la ragazza tira su e mette sulle sue, non lo attrae? La accarezza di nuovo, per tutta la lunghezza, ma come per indagarla, per svelare quel mistero. Poi bacia le labbra di Anna, che ride.

La sua risata è veramente adorabile. Forse, dopotutto, gli piace Anna. Magari è bisessuale, riflette Luca. Insomma, è riuscito ad andare a letto con lei più volte in quella settimana. Ci sarebbe riuscito se fosse rimasto indifferente?

"A che pensi?", chiede Anna. Luca non si è accorto di averla ignorata.

Mugugna un "niente" come risposta.

Anna ritira la gamba. "Senti, ti vedo un po' pensieroso. Ti va se guardiamo un po' di televisione?"

"Certo, per me va benissimo", commenta Luca, un po' troppo sollevato. No, non è decisamente bisessuale.

La ragazza accende l'apparecchio, e si impegna nello zapping tra i canali. Nessun programma sembra andarle bene. Non deve aver preso molto bene la sua distrazione e la sua mancanza di interesse. E come potrebbe darle torto?

"Non c'è proprio niente oggi in televisione, eh? È incredibile", commenta, seccata.

Anche Luca comincia a sentirsi a disagio. Si guarda intorno, come alla ricerca di una via d'uscita.
I suoi occhi si posano sulla borsa di pelle nera di Anna, da cui spunta un oggetto dallo spigolo aguzzo. Lo riconosce subito. Forse ha trovato un argomento di conversazione.

"Ehi, ma quello è il libro che mi hai prestato", esclama sorpreso.

Lei ci mette qualche secondo a capire di cosa si stia parlando.

"Oh, già, sì, è così", annuisce annoiata la ragazza.

"Sai, non ho fatto in tempo a finirlo. Non è che ti andrebbe... non so, di leggermelo tu?"

Anna rimane perplessa per un attimo ma poi torna a sorridere.

È il risultato che Luca ha sperato di ottenere da quella proposta romantica, ma adesso, come tutte le volte che illude quella povera ragazza, deve scacciare i suoi sensi di colpa.

"Molto volentieri", risponde lei, ignara. "A che carme eri rimasto?", domanda, estraendo il libro.

"Oh, a quale poesia, intendi?" Luca cerca di scorgere i numeri sulle pagine perché se rispondesse con una cifra troppo alta Anna capirebbe che il libro non lo ha nemmeno aperto.


"Oh, emh, quasi a cinquanta, mi pare", bofonchia alla fine.

Anna ride. "Beh, non eri andato molto avanti, eh?"

Luca scuote la testa, imbarazzato.

"Beh, quasi cinquanta, allora potremmo riprendere dalla quarantasette... hai già letto quella di Cesare e Mamurra?"
Luca adesso annuisce, senza sapere di cosa stia pensando.

"Allora la quarantotto... mellitos oculos?"

"Perdonami, non capisco il latino", sussurra Luca, fingendo interesse per l'argomento. In realtà i suoi pensieri sono altrove. Non riesce a scrollarsi di dosso quella punta di ansia che lo perseguita quando è con Anna.

"Oh, d'accordo, ripartiamo da qui. Leggo in italiano."

Mentre Anna si schiarisce la voce, l'uomo fissa lo sguardo su un buco lasciato da un chiodo sul muro.

"Se qualcuno, o Giovenzio, mi concedesse
di baciare liberamente i tuoi occhi di miele,
li bacerei migliaia di volte
e mai mi sembrerebbe di essere sazio,
neppure se il raccolto del nostro baciarci
fosse più fitto di spighe mature."

Anna recita con trasporto, scandendo bene le parole, ma non è il suo tono soave a ridestare l'attenzione di Luca. La ragazza interroga con lo sguardo la sua faccia stupita, poi fa per cambiare pagina.

"Aspetta un attimo", la ferma Luca, "ma di che parla questa poesia?" Non crede di aver capito bene.

"Beh, di Giuvenzio, no? L'amante di Catullo", risponde Anna.

 "Non avevi letto con molta attenzione il resto del libro, vedo", lo riprende con tono bonario.

Ma Luca è preso da altri pensieri.

"Intendi dire... che questo Catullo amava un altro uomo?"

Anna scrolla le spalle. "Sì, amava uomini e donne." Poi, interdetta dall'espressione sconvolta di Luca, riprende: "non ci vedo niente di male. All'epoca era molto diffuso." Fa una pausa, come per riflettere. "In realtà non era più diffuso di adesso, ma era più accettato, credo."

"Intendi dire che era normale per un uomo amare un altro uomo?", ripete ottuso.

Luca non saprebbe spiegare a se stesso perché quella storia lo destabilizza a tal punto.

O forse lo sa. Forse è perché ogni notte, prima di andare a dormire, vede quegli stessi identici occhi di miele.

"Ma certo! Perché, hai qualcosa contro due uomini che si amano?", chiede Anna. Sembra un po' delusa.

"Ma certo che no", ribatte Luca, con una convinzione che spera non appaia sospetta.

"Ah, bene. Secondo me dovrebbe essere considerato normale pure adesso. Viviamo in una società così piena di pregiudizi."

Luca la fissa, attonito. Quella situazione, che fin dall'inizio è stata già abbastanza assurda, si presenta ora paradossale. Ma Anna continua.

"Però le cose vanno meglio, da un po' di tempo a questa parte. Lo sai che nei Paesi Bassi vorrebbero permettere i matrimoni per persone dello stesso sesso? Magari tra vent'anni sarà così dappertutto. Sarebbe bello", conclude Anna, convinta.

No, non lo sarebbe, pensa Luca. Sarebbe una tragedia vedere coppie di uomini, e di donne, amarsi liberamente, tenersi la mano per strada, baciarsi, e sapere di dover passare tutta la vita insieme ad Anna, o a una come lei, dopo averle giurato amore eterno. Dopo averle mentito. Sarebbe doloroso vivere con la certezza che anche lui avrebbe potuto baciare il suo uomo davanti a tutti, guardare i suoi occhi di miele e accarezzare i suoi riccioli neri e grigi.

"Riprendiamo a leggere?", chiede Anna.

Luca le sfila delicatamente il libro dalle mani.

"No, Anna, dobbiamo parlare." Luca cerca le parole giuste, ma alla fine deve accontentarsi di quelle più convenzionali. "Tra noi non può funzionare."

Storia di un amore squallidoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora